Nel mentre gli impianti spingono sull’innovazione: Lucart candidata al premio Smau 2021
Aria inquinata in lucchesia, emettono più i caminetti delle cartiere
Arpat: «La pressione del comparto cartario sulla qualità dell’aria risulta essere notevolmente inferiore rispetto a quello derivante dalla combustione di biomassa, riscaldamento domestico o altri tipi di combustione non industriale»
[1 Ottobre 2021]
La qualità dell’aria che respiriamo in Toscana è piuttosto buona, ma come mostrano i dati raccolti dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) restano criticità per alcuni inquinanti (ozono, Pm2.5, Pm10) e per determinate aree geografiche: la lucchesia è una di queste, e nella percezione pubblica molto ha a che fare con il distretto cartario. In realtà, i principali responsabili sono altri.
Per dare risposte alle preoccupazioni che erano state sollevate in incontri precedenti organizzati dal Comune di Capannori anche con la cittadinanza, con riferimento ai parametri della qualità dell’aria ed in particolare sul possibile impatto delle emissione delle cartiere proprio sui valori delle Pm10 e Pm2.5, presso l’Osservatorio di rinascita ambientale (Ora) del Comune si è tenuto un incontro cui ha partecipato anche Arpat.
Il responsabile del dipartimento di Lucca dell’Agenzia regionale, Alberto Tessa, ha dunque illustrato le procedure di autocontrollo e controllo in fase di esercizio, con particolare riferimento agli impatti su aria ed acque del comparto cartario.
Posto che il monitoraggio attuale delle “fumane” (emissioni di vapore, tipiche delle cartiere) si fonda su studi che derivano da monitoraggi pluriennali per questa specifica tipologia di emissioni, Arpat informa che «varie aziende del comparto cartario presenti sul territorio sono dotate di Sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME) e che gli inquinanti tipici delle emissioni in atmosfera risultano essere l’ossido di carbonio (CO), l’ossido di azoto (NOx), composti organici volatili (COV) insieme al carbonio organico totale (COT)».
La disponibilità di dati sull’effettivo inquinamento atmosferico legato alle cartiere è dunque più che abbondante, oltre che attentamente monitorato dal controllore pubblico. A partire dalle conoscenze scientifiche a disposizione, Arpat ha dunque chiarito che «la pressione del comparto cartario sulla qualità dell’aria ambiente risulta essere notevolmente inferiore rispetto a quello derivante dalla combustione di biomassa, riscaldamento domestico o altri tipi di combustione non industriale».
Questo naturalmente non significa che le cartiere siano a “impatto zero”, sull’atmosfera come su altre matrici ambientali, perché nessuna attività umana lo è. E non importa scomodare le attività industriali per maturare questa consapevolezza, tant’è che il riscaldamento domestico inquina l’aria più delle cartiere. E altri fattori, come noto, incidono enormemente sull’inquinamento atmosferico della lucchesia: uno su tutti il trasporto su gomma, come evidenziato più volte – tra gli altri – da Legambiente.
Certo, anche per le cartiere restano elementi d’impatto ambientale su cui resta importante migliorare. L’esperienza derivante dai controlli e dai monitoraggi fatti da Arpat indica ad esempio che «gli impatti/pressioni ambientali sono più rilevanti per quanto riguarda la matrice acqua sia come consumi, sia come scarichi, rispetto alle pressioni a cui è sottoposta la matrice aria».
Una delle strade più produttive per migliorare resta quella dell’innovazione, e sotto questo profilo il distretto cartario sta facendo passi avanti come mostra ad esempio l’esperienza Lucart – multinazionale toscana leader internazionale nel settore tissue ma anche airlaid e delle carte monolucide per imballaggi flessibili –, che è tra le candidate al Premio Innovazione Smau che si terrà il 12 e 13 ottobre a Milano.
In corsa per il premio c’è uno strumento informatico che fosse in grado di rilevare in tempo reale, elaborare e restituire i dati relativi al processo di fabbricazione della carta, il cosiddetto ‘supervisore di cartiera’ (nato con l’aiuto della start up Crossnova) per supervisionare una cartiera in modo digitale, continuo e automatizzato l’attività industriale.
«Abbiamo realizzato una piattaforma aperta che elabora una serie di dati sulle macchine per ottimizzare consumi energetici e performance, ma che potrà essere implementata con IA e Machine Learning», commenta Massimiliao Bartolozzi di Lucart group.
In questa fase del progetto vengono monitorati i dati relativi ai consumi energetici, agli scarti, alle performance della cartiera: conclusa la fase pilota, presumibilmente a dicembre, l’intenzione è quella il sistema anche negli altri stabilimenti del gruppo Lucart. Un processo win-win per ambiente e impresa.