Arrivederci da Mediterraneo Downtown, chiusa a Prato la seconda edizione
Un Festival popolare per temi complessi. Più di 3,500 presenze, tra eventi, spettacoli, incontri con le scuole, visite alle mostre
[7 Maggio 2018]
La seconda edizione di Mediterraneo Downtown, il festival organizzato da Cospe onlus, Regione Toscana, Comune di Prato e i partner promotori, Libera, Amnesty International Italia e Legambiente, si è chiusa con più di 3500 le presenze registrate in città e Con un Teatro Politeama stracolmo per il concerto del trio jazz di Paolo Fresu, Omar Sosa e Trilok Gurtu. Mediterraneo Downtown ha portato a Prato circa 1000 persone, solo il sabato sera, ma dal 3 al 6 maggio il Mediterraneo ha invaso il centro della città con tanti eventi, spettacoli, talk show, mostre con una bella partecipazione di cittadini pratesi e non solo.
Soddisfatti Cospe e Regione Toscana: «La formula di un festival diffuso nei palazzi e nelle piazze del centro ha avuto una risposta all’altezza delle intenzioni: fare una manifestazione popolare, a portata di tutti, non solo di esperti, pur parlando di temi complessi. Lo ha fatto con venti talk show ma anche con spettacoli e concerti, con mostre fotografiche e multimediali, con reading e presentando libri, per parlare delle culture del Mediterraneo e di immigrazione, di modelli di accoglienza e di storie di solidarietà, di libertà di stampa, graphic journalism e arte sociale, di economia circolare e finanza etica, di minori non accompagnati, raccontando cinque città – Istanbul, Odessa, Napoli, Il Cairo e Prato – con narratori di eccezione ed affrontando temi anche come le nuovo demografie o la salvaguardia ambientale del Mediterraneo».
Dell’evento hanno beneficiato anche gli spazi espositivi di Prato, con grazie alla promozione della visita di tre musei della città ad un euro. hanno registrato una grande visibilità.
Ecco alcuni numeri: 90 gli invitati, tra loro ospiti dalla Turchia, Tunisia, Egitto, Francia, Spagna, Libano, Siria e Afghanistan.
Quattro le mostre fotografiche e multimediali tra Palazzo Pretorio, Il Cassero, l’Ex Chiesa di San Giovanni, un phototalk con immagini da Gaza, quattro le presentazioni di libri con gli autori sotto le logge di piazza del Comune nello spazio libreria. Uno spazio aperto al pubblico che, come in un salotto, si è fermato ad ascoltare e riflettere insieme agli autori.
Con le mostre, unite alla promozione di PratoMusei che prevedeva la visita di tre musei della città a un euro, gli spazi espositivi di Prato hanno registrato una grande visibilità.
Ben 20 i talk show disseminati lungo i 4 giorni della manifestazione per parlare di libertà di stampa, di arte sociale, di graphic journalism, di ambiente, di economia circolare e di finanza etica. Come sempre il Festival ha affrontato il tema delle migrazioni, da diversi punti di vista e con un focus particolare sui minori non accompagnati che, sempre di più, arrivano nel nostro paese. Panel che ha visto una grande presenza di giornalisti e non solo.
Ma a Cospe sottolineano che «Si è parlato anche di modelli di accoglienza italiani ed europei e tante storie di solidarietà: dalla Famiglia di Ventimiglia che accoglie in casa altre famiglie di migranti, alle guide alpine che sul confine montano tra Bardonnecchia e Briançon, soccorrono migranti che sfidano la neve e il freddo pur di arrivare in Francia. A loro, rappresentati dall’associazione “Tous MIgrants”, è andato l’emozionante premio “Mediterraneo di Pace”».
Grande successo per le cinque “Città raccontate”: piazza delle Bigonce si è riempita ad ogni appuntamento per ascoltare narratori d’eccezione che hanno parlato delle città che conoscono meglio o che amano di più. Franco Cardini, storico e grande affabulatore ha portato a Prato Istanbul, i giornalisti Antonio Armano e Raffaele Palumbo, rispettivamente Odessa e Napoli, il linguista Mahmoud Salem Elsheikh la sua città natia, Il Cairo, e infine, l’imprenditore pratese Andrea Cavicchi ha parlato della sua città, riannodando i fili, è il caso di dirlo, della sua storia.
Due le serate di cinema per quasi 8 ore di proiezioni. Sullo schermo la Siria, il Libano e la Turchia alla presenza di registi, giornalisti ed esperti, in collaborazione con Festival di tuta Italia: Middle East Now, Terra di tutti film Festival, Premio Roberto Morrione, Dig Awards.
Per non parlare degli eroici 100 spettatori del poetico concerto all’alba al castello dell’Imperatore con il violino e la chitarra di Alaa Arsheed e Isaac De Martin. Senza contare tutti coloro che sono rimasti in lista d’attesa per motivi di capienza e sicurezza.
La chiusura è stata affidata a due reading: le letture a cura del Museo Migrante e accompagnate con la musica dal vivo di Alaa e Isaac, sulle storie di bambini che hanno attraversato il Mediterraneo e che lungo la rotta hanno perso affetti o oggetti e quasi sicuramente l’infanzia e da un estratto dell’ultimo spettacolo di Daniela Morozzi ”Amy. Storia di un naufragio” tratto da un racconto di Josepeh Conrad. Chiusura con Gabriele Del Grande e la sua prima presentazione toscana di “Dawla. La storia dello stato siriano raccontata dai suoi disertori”. Libri esauriti per lui nello spazio libreria.
Trecento gli studenti delle scuole superiori di secondo grado di Prato che hanno partecipato alla mattina del venerdì 4 maggio al Teatro del Tessuto e allo spettacolo del Liceo Copernico “Romeo e Giulietta”.
Ultimi ma non ultimi i circa 100 i volontari che hanno colorato la città con la maglietta arancione del Festival e hanno permesso lo svolgimento delle tante iniziative.