Da Agnano alla Toscana, l’Ugi contro le fake news su geotermia e ambiente
«Ogni evidenza tecnica e scientifica, testimoniata da centinaia di impianti geotermici in esercizio da decenni in Italia e nel mondo e da migliaia di pozzi perforati, conferma l’infondatezza delle tesi catastrofiste»
[26 Marzo 2021]
Torturare i dati scientifici a disposizione sulla geotermia è uno degli sport più in voga tra comitati e “ambientalisti” alternativi di tutte le risme – del resto il dilagare delle sindromi Nimby e Nimto è uno dei principali ostacoli alla diffusione di tutte le rinnovabili, in Italia –, ma anche l’utilizzo di autorevoli dichiarazioni per fini opposti rispetto a quelli di chi le ha rilasciate vanta ormai una solida tradizione: l’ultimo caso parte da Agnano, nei Campi flegrei, fino ad approdare nella Val di Paglia toscana.
Qui infatti è in corso da tempo un lungo percorso con cui la Regione Toscana sta valutando se rilasciare o meno l’autorizzazione a costruire una centrale geotermica da neanche 10 MW, proposta da Sorgenia per l’area industriale di Abbadia San Salvatore.
Si tratterebbe di un impianto binario con tecnologia Orc, una novità rispetto agli impianti geotermoelettrici flash gestiti da Enel in Toscana, dove con il calore della terra si produce elettricità da oltre un secolo; se il processo di Autorizzazione ambientale dovesse concludersi positivamente, potrebbe dunque rappresentare un’importante occasione di testare finalmente sul campo la “novità” (in riferimento al contesto locale, essendo questi impianti da tempo diffusi all’estero).
Per migliorare l’accettabilità sociale della proposta alcuni fautori, tra cui il sindaco di Abbadia, hanno provato inizialmente a contrapporla alla «geotermia inquinante, di tipo flash». Una tecnologia che come ogni altra non è a impatto zero, ma che in realtà ha dimostrato ampiamente la sua sicurezza per la salute umana e per quella ambientale, tanto che anche nell’ultimo anno l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana ha riscontrato uno 0% di irregolarità negli impianti attivi sul territorio, mentre l’Agenzia europea dell’ambiente ne testimonia le ricadute positive in termini di riduzione delle emissioni sia inquinanti sia climalteranti.
Il tentativo di contrapposizione, poggiando su basi assai precarie, si è dimostrato infruttuoso e le polemiche sul territorio non si sono placate. Anzi: le mosse sleali si sprecano da ogni parte. Accade così che nell’osservazione 21 avanzata contro l’impianto binario – da un vulcanologo Ingv, che non rappresenta però le posizioni istituzionali dell’Istituto – venga citato un comunicato diffuso nel luglio 2020 dall’Unione geotermica italiana (Ugi). Con scopi opposti a quelli usati nell’osservazione, però.
Il comunicato Ugi, riferito a un problema su di un pozzo geotermico di piccola profondità ad Agnano, che da oltre un mese stava erogando vapore senza alcun controllo allarmando la cittadinanza, parlava infatti di «scarsa rilevanza ambientale di questo incidente», sebbene sottolineasse che «le apparenti leggerezze nell’affrontare un semplice inconveniente indicano la necessità di ristabilire un clima di fiducia reciproca».
La fiducia però si conquista con la trasparenza, che in questo caso – come in molti altri – sembra essere venuta meno, tanto che dopo l’osservazione 21 l’Ugi ribatte oggi a tono: «In Italia negli ultimi anni le notizie false riguardanti gli aspetti ambientali della geotermia si sono moltiplicate. Ogni evidenza tecnica e scientifica, testimoniata da centinaia di impianti geotermici in esercizio da decenni in Italia e nel mondo e da migliaia di pozzi perforati, conferma l’infondatezza delle tesi catastrofiste sull’utilizzazione di questa importantissima risorsa energetica rinnovabile. A sostegno di tali tesi si citano, fuori contesto, anche posizioni Ugi».
Per evitare opere di «strumentalizzazione», l’Ugi – oltre a dichiararsi disponibile a ogni tipo di confronto su questo tema – ribadisce dunque che quel comunicato «era inteso a sottolineare l’allarme ingiustificato e gli interventi scoordinati che hanno inutilmente prolungato l’erogazione del fluido in assenza di motivi tecnici, a discapito di un progetto di ricerca di valore».
Casi simili in Toscana non sono una novità, basti pensare al travisamento operato in modo strutturale dai comitati no-geo contro gli autorevoli studi portati avanti dall’Università di Siena. Ecco perché un’informazione ambientale di qualità resta indispensabile per capire quali sono davvero i pro (e i contro) legati allo sviluppo di ogni energia rinnovabile, geotermia compresa.