Da inizio anno l’Italia ha installato solo 3,4 GW di nuovi impianti rinnovabili

Secondo le stime elaborate da Elettricità futura (Confindustria) al nostro Paese servirebbero circa 12 GW l’anno per rispettare i target europei

[21 Settembre 2023]

Nei primi otto mesi dell’anno la domanda italiana di elettricità risulta in calo del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, con una diminuzione più marcata (-5,3%) per le industrie energivore incluse da Terna nell’indice Imcei.

Secondo i dati forniti oggi dalla società che gestisce la rete elettrica nazionale, guardando in particolare al mese di agosto la domanda elettrica si è fermata a 25,7 mld di kWh (-1,1%), con un calo – a livello industriale – soprattutto nei comparti dei metalli non ferrosi, della chimica, della cartaria e della meccanica.

Sempre ad agosto la domanda elettrica è stata soddisfatta per l’87,1% con la produzione nazionale e (- 3,5%), con le fonti rinnovabili a coprire 11,3 miliardi di kWh, ovvero il 43,8% della domanda (contro il 34,1% di agosto 2022).

Da inizio anno prosegue il recupero della produzione da fonte idrica (+49,8%), la crescita del fotovoltaico (+19,8%) e dell’eolico (+43,8%), mentre risultano in flessione la geotermia (-3,7%) e la produzione da fonte termica (-20,5% con una variazione del -57,2% della produzione a carbone).

Continua ad avanzare però troppo lentamente la nuova potenza rinnovabile, dato che da inizio anno sono entrati in esercizio solo 3.470 MW di nuovi impianti (+100%), quasi esclusivamente concentrati sul fotovoltaico (3.124 MW), nonostante le richieste di connessione alla rete avanzate a Terna superino oramai i 300 GW.

Si accumulano dunque ulteriori ritardi rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Ue (-55% di emissioni al 2030 rispetto al 1990), che prevedono di coprire almeno il 42,5% della domanda totale di energia al 2030 tramite fonti rinnovabili (in Italia siamo 19% circa).

Secondo quanto stimato da Confindustria, infatti, il nostro Paese dovrebbe installare circa 12 GW di nuovi impianti rinnovabili all’anno. Occorre dunque accelerare le procedure autorizzative, attraverso un quadro normativo chiaro e snello, ma gli ultimi provvedimenti cui sta lavorando il Governo Meloni – a partire dal decreto in bozza per individuare le aree idonee alle rinnovabili – sembrano andare in direzione ostinatamente contraria.