Dall’emergenza coronavirus a quella rifiuti, Podere Rota si riscopre servizio essenziale
L’azienda ha messo in campo «misure straordinarie per garantire gli standard ambientali e la sicurezza dei lavoratori»
[9 Aprile 2020]
La gestione rifiuti è un servizio essenziale alla cittadinanza che le utility toscane – nonostante la pandemia in corso – stanno mantenendo attivo in modo da evitare che all’emergenza coronavirus se ne aggiunga un’altra, ma le difficoltà per il comparto non mancano: i gestori dell’igiene urbana stanno garantendo la raccolta differenziata ma i problemi più grandi sono a valle, con alcune piattaforme di recupero vicine alla saturazione e nelle filiere industriali di riciclaggio ormai quasi ferme; lo stesso vale per l’export di rifiuti all’estero, cui sovente l’Italia ricorre per sopperire alle proprie carenze impiantistiche. Per questo gli impianti che presidiano le ultime – ma comunque importanti – fasi della gerarchia europea per la gestione dei rifiuti sono particolarmente importanti in fase d’emergenza: è il caso di Csai, che a Terranuova Bracciolini gestisce la discarica di Podere Rota.
Csai, che insieme a Tb e Crcm ha donato 67mila euro all’Ospedale La Gruccia di Montevarchi per far fronte a Covid-19, lavora a pieno regime non solo per trattare i residui domestici indifferenziati ma anche per garantire, in via eccezionale, uno sbocco a quelle frazioni che attualmente non è possibile avviare a recupero di materia o di energia.
La nuova ordinanza della Regione Toscana (n. 25 del 6 aprile 2020), per non interrompere il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e degli speciali, autorizza l’aumento della capacità di stoccaggio temporaneo presso gli impianti di selezione dei rifiuti da trattare o avviare a recupero, ma allo stesso tempo, per evitare pericolosi “colli di bottiglia”, consente di dirottare in discarica il surplus.
Come spiegano dall’azienda la chiusura temporanea di molte attività industriali ha comportato una drastica riduzione della domanda di materie prime seconde, mentre i pochi termovalorizzatori esistenti sul territorio regionale (e fuori) sono già a pieno regime e non sono in grado di assorbire ulteriori volumi di rifiuti combustibili; anche i cementifici, dove i rifiuti vengono impiegati come combustibile, sono chiusi. In questo contesto emergenziale la discarica di Terranuova Bracciolini, pur con i limitati volumi residui, rappresenta dunque un presidio ambientale indispensabile vista anche la carenza strutturale di impianti per la gestione rifiuti sul territorio.
«Csai e il suo personale – spiegano dall’azienda – hanno continuato a lavorare per garantire la continuità operativa e la qualità del servizio al territorio e ai cittadini in questi momenti di emergenza Covid-19 senza per questo derogare alle norme della sicurezza dei lavoratori e agli standard ambientali».
Anzi: a conferma dell’impegno nel garantire elevati standard e prestazioni nonostante la pandemia Covid-19, Csai Spa ha appena ottenuto la convalida, dopo l’audit di questi giorni da parte dei verificatori della società accreditata SGS Italia, della certificazione UNI EN ISO 14001 relativa al sistema di gestione ambientale.
Non è mancata però una profonda ri-organizzazione del lavoro in modo da poter fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso: «Per una buona parte dei dipendenti è stato già da tempo applicato lo “smartworking” con il lavoro da remoto mentre per gli operatori in impianto sono stati potenziati i protocolli e le misure di sicurezza. Tutto il nostro personale è sempre stato opportunamente formato sul rischio microbiologico ed è dotato dei dpi necessari. Per tutti è stata inoltre predisposta una polizza assicurativa specifica a tutela della salute, che prevede un pacchetto di misure integrative e indennità per eventuali giorni di ricovero e per la convalescenza, oltre all’attivazione di una serie di prestazioni per l’assistenza post ricovero a sostegno sia dei dipendenti che dello loro famiglie». Inoltre, nonostante la sensibile riduzione dei flussi dei rifiuti assimilati e degli speciali conseguente allo stop delle aziende, Csai ha deciso di non procedere con la richiesta di attivazione della cassa integrazione per non incidere in alcun modo sulla remunerazione dei suoi dipendenti.
L. A.