Il gruppo ha acquisto le quote di maggioranza del sito, attesi 270mila mc di rifiuti
Discarica de La Grillaia, con Vergero i conferimenti di amianto inizieranno ad ottobre
«Acquisire un sito autorizzato per il conferimento di amianto? Sono tantissime le aziende agricole toscane che necessitano e ci richiedono un intervento per la bonifica»
[12 Marzo 2021]
Nella complicata vicenda che vede protagonista la discarica de La Grillaia – dove i conferimenti di rifiuti si sono interrotti nel 1998 su indicazione della Provincia di Pisa, ma da allora l’impianto non è mai stato messo in sicurezza definitiva – entra in campo il gruppo Vergero, che ha acquistato dalla società Nsa le quote di maggioranza del sito autorizzato per il conferimento di rifiuti a Chianni (PI).
Come spiegano dalla società, grazie a un investimento complessivo di circa 18 milioni di euro – compresi i costi di gestione – La Grillaia sarà messa in sicurezza attraverso il conferimento di 270.000 metri cubi di amianto, ed entro 8 anni se ne prevede la chiusura definitiva.
Il cronoprogramma prevede che i conferimenti di rifiuti inizieranno ad ottobre, nonostante le consuete proteste portate avanti anche in queste ore da esponenti politici, comitati e parte della cittadinanza.
Il gruppo Vergero si è presentato forte dell’esperienza trentennale maturata nella gestione dei rifiuti di provenienza agricola. Con la controllata “Cascina pulita”, ad esempio, ha ottenuto riconoscimento di Campione della circular economy da Legambiente sul Treno verde e il Premio per lo sviluppo sostenibile dalla omonima Fondazione presieduta dall’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi. Proprio grazie all’esperienza maturata – è il caso di dire – sul campo, il gruppo ha valutato opportuno investire su La Grillaia per dare risposte alle esigenze in primis delle aziende agricole, contraddicendo implicitamente la vulgata che contrappone produzioni agricole di qualità alla gestione sostenibile dei rifiuti (che anch’esse, naturalmente, producono).
«Dalla nostra vasta esperienza sul territorio toscano, acquisita grazie alle due società del gruppo che operano in Toscana (Cascina pulita e Carvin, che si occupano della raccolta e del trasporto dei rifiuti agricoli con 2 siti dedicati che sorgono proprio all’interno della Regione) deriva la nostra volontà di acquisire un sito autorizzato per il conferimento di amianto: sono infatti tantissime le aziende agricole toscane che necessitano e ci richiedono un intervento per la bonifica dei loro ambienti – spiega il presidente Marco Vergero – Proprio il comparto agricolo rappresenta uno dei settori in cui tettoie e coperture in eternit, oltre a cisterne e manufatti in amianto, risultano avere un’elevata diffusione. Ripulire queste cascine, dando sempre massima priorità a quelle site in Toscana, rappresenta un obiettivo importante per la salvaguardia del territorio e del settore agricolo, un’eccellenza italiana da preservare e valorizzare».
L’intervento nella discarica La Grillaia consiste in due azioni principali: la messa in sicurezza delle aree che non necessitano di ulteriori conferimenti e il recupero volumetrico dell’area depressa e la sua successiva messa in sicurezza. È in quest’ultimo ambito che è previsto il conferimento di rifiuti contenenti amianto (che arriveranno in loco dopo essere stati messi in sicurezza già presso il cantiere di provenienza, sotto la supervisione della Asl locale di riferimento), di rifiuti inorganici inerti non pericolosi e la successiva messa in sicurezza dell’area attraverso il capping, ovvero un’operazione di ricopertura finale volta a ricreare la morfologia originaria della collina.
In altre parole il conferimento di 270.000 metri cubi di rifiuti permetterà il reperimento delle risorse economiche necessarie per la realizzazione dei lavori di chiusura definitiva in sicurezza dell’area. I monitoraggi ambientali per garantire la sicurezza del sito saranno continui per tutta la durata del periodo di conferimento e per i 30 anni successivi alla chiusura, come prescritto dalla legge.
«L’amianto, essendo un minerale naturale – ricorda il responsabile tecnico del progetto, Massimo Peluso – è completamente inerte: non rilascia biogas e percolati, pertanto, posto sotto terra in sicurezza, non causa cattivi odori e ha un impatto ambientale neutro per il territorio circostante. Depositare le lastre in amianto nel terreno significa infatti reinserire la risorsa dove si trovava allo stato naturale, prima dell’estrazione da parte dell’uomo».
Si tratta di una posizione espressa su queste colonne già 14 anni fa su queste colonne da Gabriele Fornaciai, l’allora responsabile dell’articolazione funzionale Amianto dell’Arpat; l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, non a caso, ha dato parere positivo in merito ai conferimenti d’amianto alla Grillaia.
Nel frattempo ci sono almeno 2 milioni di tonnellate di amianto ancora da bonificare in Toscana, che da sempre non sappiamo dove smaltire: già il Piano regionale rifiuti redatto nel 1999 metteva in guardia contro «una strutturale carenza di impianti per lo smaltimento». Carenza che non fa che aggravarsi di anno in anno, e che la discarica de La Grillaia potrebbe ora contribuire almeno a lenire.