Ecosistema urbano, Pisa al vertice di una statica classifica toscana
Ferruzza: «Più ombre che luci nell’edizione di quest’anno per la nostra regione, abbastanza deludente»
[14 Novembre 2016]
Più che una foto allo stato di salute delle città italiane, il rapporto Ecosistema urbano 2016 appena diffuso da Legambiente rappresenta, anche per la Toscana, un frammento di un triste filmato il slow motion. Sotto il profilo ambientale la Toscana di oggi (o meglio del 2015, annualità cui si riferiscono i dati raccolti) non cambia molto rispetto a quella degli anni precedenti, è statica, in linea con quanto sta accadendo anche nel resto del Paese.
La città di Pisa spicca come migliore realtà regionale, Massa come la peggiore. Tra i due poli ci sono stati rimescolamenti (crescono Pisa, Siena, Livorno, Grosseto, la stessa Massa; calano Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia e Lucca), talvolta anche molto marcati – il capoluogo senese avrebbe scalato ben 27 posizioni in appena un anno – ma il Cigno verde nazionale avvisano che in tutta Italia «il rimescolamento è molto probabilmente dovuto al lieve “rinnovamento” della ricerca, con l’eliminazione di indici che raccontavano ormai poco di nuovo sull’attualità del vivere quotidiano nei nostri centri urbani, ed il contemporaneo inserimento del dato sulla percentuale di consumi derivanti da fonti rinnovabili sul totale». Insomma, la pur robusta analisi mantiene la sua soggettività, come ogni altra che voglia incrociare i vari profili di benessere nelle nostre città.
Quanto emerge è però sufficiente per definire come «abbastanza deludente» la Toscana «che ci viene restituita da Ecosistema urbano 2016 – commenta Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – con un leggero regresso per il capoluogo regionale e una performance dignitosa in buona sostanza solo per Pisa, unica città a piazzarsi sul lato sinistro della classifica nazionale. Superiori alla soglia psicologica della sufficienza, solo Siena e Livorno, oltre a Pisa. Impressionano, infine, il dato sul deficit depurativo di Lucca e la pochezza del contributo da fonti rinnovabili per i consumi energetici nelle nostre case, per quasi tutti i nostri capoluoghi di provincia. Insomma, più ombre che luci nell’edizione di quest’anno per la nostra regione».
L. A.