Geotermia e salute in Toscana, cosa sappiamo davvero oggi
Egp: «Le emissioni geotermiche costituiscono un fenomeno da tempo conosciuto e assolutamente inoffensivo dal punto di vista della salute»
[8 Gennaio 2016]
Carsicamente, la geotermia toscana e in particolare quella amiatina si trovano investite di dubbi, accuse e paure per quanto riguarda gli effetti sulla popolazione del territorio. Tali timori risiedono nel campo delle dissonanze cognitive, ma si nutrono anche di dati reali; nell’ultimo incontro pubblico organizzato dall’Osservatorio geotermia e salute dell’Ars Toscana (l’Agenzia regionale di sanità) ad Abbadia San Salvatore sono stati ricordati tutti.
«I nuovi dati sanitari – è la sintesi offerta dall’Osservatorio – confermano le valutazioni emerse già nelle analisi precedenti. A fronte di segnali di miglioramento, l’area amiatina continua a mostrare un profilo di salute peggiore di quello dei comuni circostanti. Ed è ancora la popolazione maschile a presentare le maggiori debolezze, in particolare per la mortalità generale (+ 6%) e per i tumori (+ 16%). Rispetto al + 10% del 2000-2009 si riduce perciò la mortalità generale, ma non quella per tumori (+ 17% nel 2000-2009). Rispetto alle precedenti analisi, si confermano i problemi per le malattie respiratorie, ma si attenuano quelli per le insufficienze renali. Nell’area geotermica tradizionale gli indicatori epidemiologici che finora avevano segnalato uno stato di salute migliore, si allineano a quelli dei comuni limitrofi non geotermici».
Questi i dati, che confermano dunque per l’area dell’Amiata «un profilo di salute peggiore di quello dei comuni circostanti». Chi accusa la geotermia per questi risultati, però, tende a dimenticare che ancora una volta i dati dell’Ars – impegnata da anni con un monitoraggio sul campo, e supportata da tutti gli attori in gioco, da quelli istituzionali a quelli scientifici e imprenditoriali – riferiscono che «la concentrazione di acido solfidrico è in miglioramento, grazie alla progressiva attivazione degli impianti di abbattimento Amis. Nell’area geotermica amiatina, a fronte dell’incremento produttivo correlato all’attivazione della centrale di Bagnore 4, i dati registrati fino ad oggi evidenziano effetti minimi sulla qualità dell’aria. Anche il monitoraggio dell’ammoniaca non ha evidenziato criticità».
Dunque, due fatti concorrono alla realtà dell’Amiata: esiste «un profilo di salute peggiore», ed esiste l’attività geotermica. Alla luce di anni di studi, quel che manca è la correlazione tra questi due fatti. La “colpa”, se di “colpa” proprio si vuol parlare, non è dunque della geotermia. Da cosa dipende allora la peggior salute riscontrata nell’area? La scienza ancora non ha la risposta, ma sta lavorando sodo per ottenerla, con indagini ad ampio spettro: «Nel corso del 2016-2017 – ripete l’Ars – i cittadini saranno protagonisti diretti partecipando ad indagini ed interviste per valutare storie di vita e di salute».
Nel mentre, a seguito delle polemiche scaturite nuovamente da forze politiche locali in merito agli impatti sulla salute della geotermia, Enel Green Power prende oggi posizione osservando che «le emissioni geotermiche, anzitutto, sono considerate dalla comunità scientifica internazionale sostitutive di emissioni naturali e costituiscono un fenomeno da tempo conosciuto e assolutamente inoffensivo dal punto di vista della salute, come confermato dagli effetti che sono già osservabili in aree geotermiche di lungo periodo quali l’area tradizionale di Larderello e Monterotondo Marittimo, dove oltre un secolo di attività geotermica non ha alterato in alcun modo la qualità dell’aria che anzi è in miglioramento così come l’aspettativa di vita che aumenta in linea con il trend della media regionale».
Per quanto riguarda le emissioni di mercurio, Enel Green Power ricorda d’aver investito «negli ultimi 10 anni otre 100 milioni di euro per dotare tutte le centrali di impianti Amis», ovvero gli Abbattitori Mercurio e Idrogeno Solforato, un’operazione che si è chiusa nel 2015 (su tutti i 34 impianti toscani) con’ultima installazione a Carboli: gli Amis «consentono di abbattere significativamente il mercurio, peraltro già presente in altre attività e luoghi sull’Amiata indipendentemente dall’attività geotermica. L’Amis è finalizzato principalmente a eliminare il mercurio e a ridurre l’effetto odorigeno dell’H2S che non nuoce alla salute e che è tipico delle manifestazioni geotermiche, migliorando la qualità della vita, benché tutte le emissioni siano assolutamente dentro i limiti previsti dalla normativa a prescindere dall’Amis».
Mettendo in fila i risultati emersi dall’incontro di Abbadia, Enel ricorda dunque come «la falda potabile non è alterata dall’esercizio geotermico, e il suo livello, rilevato dai piezometri, non è correlato a tale esercizio, ma bensì all’andamento della piovosità con un ritardo di alcuni anni. Le emissioni complessive delle specie presenti nei fluidi geotermici (idrogeno solforato, mercurio e arsenico) si sono attenuate negli anni e i loro effetti di ricadute sono ordini di grandezza inferiori ai valori di riferimento dell’Oms. L’ammoniaca, nel campo geotermico di maggiore attenzione (Bagnore), presenta valori in aria ambiente di un ordine di grandezza inferiore ai valori di riferimento dell’Oms. Il particolato sottile ha valori di concentrazioni in aria paragonabili allo standard di miglior qualità individuato nelle foreste Casentinesi».
Queste le evidenze finora emerse, al di là delle legittime (ma necessariamente su basi fondate) opinioni. Ricordare infine che l’impatto zero non esiste per nessuna attività umana; che la geotermia rappresenta una fonte energetica rinnovabile (utilizzata a fini industriali per la prima volta al mondo in Toscana); che di energia la nostra società e tutti noi cittadini abbisognamo; che se non è di natura rinnovabile, l’energia necessaria al nostro stile di vita è un’energia fossile, con tutti gli impatti in fatto di salute e cambiamenti climatici che già oggi colpiscono la Toscana; tutto questo può essere forse utile a centrare nel modo più efficace il dibattito sulla geotermia nostrana.
L. A.