Geotermia, le foto di Fabio Sartori donate al Museo di Larderello

Si tratta di oltre 1.500 scatti, adesso nell’archivio Enel green power

[9 Gennaio 2024]

Dalle centrali di produzione ai vapordotti, dai paesaggi geotermici alle manifestazioni naturali: sono oltre 1.500 gli scatti che Fabio Sartori, dipendente Enel green power in pensione e ormai fotografo di successo, ha deciso di donare all’archivio Egp del Museo della geotermia di Larderello.

Oggi Sartori ha consegnato ufficialmente la propria collezione fotografica geotermica, nella versione digitale, al responsabile Geotermia Italia di Enel green power, Luca Rossini, che – a nome di tutti i colleghi geotermici – ha espresso un sentito ringraziamento a Fabio per questa sua scelta che completa il suo percorso di vita e di lavoro.

Nato a Gavorrano (Gr) nel 1962 e residente a Massa Marittima (Gr), Fabio Sartori è stato dipendente Egp per quasi un’intera vita lavorativa nell’area geotermica di Lago Boracifero, nel territorio comunale di Monterotondo Marittimo (Gr), dove è cresciuto professionalmente fino a diventare un grande esperto di “reti vapore”, tanto da ricoprire negli ultimi anni il ruolo di responsabile esercizio e manutenzione pozzi e reti vapore della stessa area geotermica Lago, tra le province di Grosseto, Pisa e Siena.

Parallelamente all’attività in Enel, con i suoi scatti geotermici Fabio Sartoriha ottenuto successi e riconoscimenti in concorsi fotografici nazionali e internazionali, da New York a Tokyo passando per Parigi e molte altre prestigiose rassegne d’Italia e d’Europa.

La sua foto più famosa è “Inside the Tower”, in altre occasioni denominata anche “Cathedral” o “La cattedrale del silenzio”, uno scatto geotermico che raffigura l’interno di una torre di raffreddamento della centrale geotermica “Sasso 2” nel Comune di Castelnuovo Val di Cecina (Pi): la foto immortala un tecnico Enel all’interno della grande torre dalla forma iperbolica, a tiraggio naturale, che nella parte finale del processo di produzione geotermica raffredda il vapore per poi reiniettare l’acqua nel sottosuolo e mantenere in equilibrio il ciclo rinnovabile della geotermia.