Revet: «Sviluppare un filiera di sbocco e commercializzazione per i prodotti riciclati»
Gli acquisti verdi della Pubblica amministrazione visti dalla Toscana
Cispel: «Si tratta di uno strumento fondamentale per il riassorbimento dei prodotti delle filiera del riciclo nella direzione dell’economia circolare»
[21 Marzo 2018]
Oltre al protocollo d’intesa appena siglato dal ministero dell’Ambiente e dall’Autorità nazionale anticorruzione, a ribadire l’importanza degli acquisti verdi da parte della Pubblica amministrazione (Gpp) come caposaldo della transizione verso un’economia più verde è stato il workshop toscano Gpp: l’obbligo di adozione dei criteri minimi ambientali, svoltosi stamattina nell’Auditorium di Sienambiente.
È bene infatti ricordare che, dal 19 Aprile 2016 in seguito all’entrata in vigore del Codice dei contratti (Dlgs 18 aprile 2016, n. 50) è obbligatorio, per tutte le pubbliche amministrazioni, inserire criteri ambientali minimi (Cam) negli appalti pubblici di forniture, servizi e lavori. Nelle gare d’appalto pubbliche, quindi, ha sottolineato il relatore ed esperto in materia, Paolo Fabbri, le stazioni appaltanti devono essere in grado di inserire correttamente, nei capitolati e nei disciplinari di gara, i Cam, mentre gli operatori economici che non si adegueranno a tali richieste rischiano di essere esclusi dal mercato pubblico.
L’iniziativa senese nasce dunque con l’obiettivo di aggiornare le pubbliche amministrazioni, gli enti ma anche le imprese, sulle recenti normative di settore, che si spera possano migliorare i risultati finora assai scarsi conseguiti a livello nazionale in termini di effettivi acquisti verdi. All’iniziativa – promossa da Green project in collaborazione con Sienambiente – oltre a numerosi rappresentanti di comuni e aziende del territorio, ha partecipato il direttore di Cispel, Andrea Sbandati, che ha ribadito l’importanza del Gpp: «Si tratta di uno strumento fondamentale per il riassorbimento dei prodotti delle filiera del riciclo nella direzione dell’economia circolare. Ovviamente, dobbiamo capire bene come fare e come si può agire per l’affermazione delle sviluppo sostenibile e di un sistema che ci permetta di raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Unione europea, come per esempio il 70% di riciclo entro il 2035».
Diego Barsotti, responsabile Comunicazione di un’altra azienda pilastro dell’economia circolare toscana – la Revet di Pontedera – ha però ricordato come per un effettivo avvio a riciclo sia indispensabile la qualità (e non solo la quantità) dei rifiuti raccolti attraverso la raccolta differenziata, e quanto ci sia ancora da migliorare su questo fronte pur all’interno di una Regione virtuosa come la Toscana: la percentuale di frazione estranea nei rifiuti differenziati osservata da Revet presenta infatti una media ponderale del 21,96%. «Riducendo gli scarti dovuti a errati conferimenti – ha argomentato Barsotti – possiamo ridurre i costi dovuti alla gestione degli stessi e migliorare in tal modo il riciclo. È importante infatti ricordare che la differenziata è il primo fondamentale passo per dare forza al riciclo, ma poi dobbiamo sviluppare un filiera di sbocco e commercializzazione per i prodotti riciclati. In questo senso, la normativa sugli acquisti verdi costituisce un driver determinante».
L. A.