I rifiuti italiani esportati illegalmente in Tunisia sono tornati a Salerno, ma ripartiranno presto
Saranno stoccati nell’area militare di Persano «in vista del loro trasferimento presso impianti di trattamento finale fuori regione»
[22 Febbraio 2022]
È attraccata al porto di Salerno la nave salpata da Sousse con a bordo i 213 container di rifiuti italiani illegalmente esportati in Tunisia negli anni scorsi, e adesso rientrati alla base in attesa di modalità di gestione più sostenibili.
Inizialmente i container partiti illegalmente dal salernitano con direzione Sousse erano 212, poi incrementati di 70 unità, e mai rimpatriati in Italia nonostante le proteste e i numerosi appelli arrivati nel corso dei mesi da entrambe le sponde del Mediterraneo. Una parte di questi rifiuti aveva addirittura preso fuoco a fine 2021, prima che si ufficializzasse l’iter per il rientro in Italia.
Secondo lo schema di schema di Accordo approvato dalla Provincia di Salerno e dall’Ente d’ambito per il ciclo dei rifiuti sul territorio provinciale, i container «saranno prelevati dal porto di Salerno e trasportati nell’area militare di Persano, ove saranno stoccati per un periodo strettamente necessario alle operazioni di analisi, in vista del loro trasferimento presso impianti di trattamento finale fuori regione».
Stefano Ciafani e Mariateresa Imparato, rispettivamente presidente nazionale e presidente regionale di Legambiente commentano la vicenda chiedendo alla Regione «al di là delle parole, un impegno concreto nel rispettare tempi nelle operazioni necessarie alla caratterizzazione, allo smaltimento e trasferimento di quei rifiuti: basta con il ” tempo indeterminato” che tanti danni ha fatto finora. Basta con la politica del rattoppo. Un appello anche alle comunità locali per “stringere patti territoriali” per chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio uscendo da egoismi localistici e governando la realizzazione di distretti dell’economia circolare».
Il problema, come sempre, sta nella strutturale carenza d’impianti sul territorio nazionale – e al sud in particolare – per gestire quelli che sono “scarti di ogni tipo che proverebbero dalla raccolta differenziata domestica, e non sarebbero destinati al recupero bensì allo smaltimento in discarica o all’incenerimento”.
Le discariche rappresentano l’ultimo step nella gerarchia di gestione dei rifiuti urbani, in quanto la meno sostenibile seppur necessaria per le quote residuali, mentre la termovalorizzazione sta un gradino sopra: rappresenta una forma di recupero energetico, cui poter destinare quei rifiuti che non sono riciclabili meccanicamente. Un’opzione alternativa che si sta facendo largo tra le tecnologie disponibili è quella del riciclo chimico, in grado di estrarre preziose molecole come idrogeno e metanolo da questi rifiuti, ma non risulta che la Campania ne sia dotata. E così i rifiuti rientrati dalla Tunisia sembrano destinati ancora una volta a percorrere la soluzione in assoluto più insostenibile, quella dell’export.