Dalle 9.30 in diretta streaming dall’Officina giovani di Prato

Il Forum dell’economia circolare torna domani in Toscana, per la V edizione

Ferruzza (Legambiente): «Mettere in campo regole chiare per favorire la promozione di quei prodotti di materia prima seconda che attualmente stentano ad affermarsi sui mercati»

[26 Novembre 2020]

Torna a Prato, dove ormai è di casa, il Forum dell’economia circolare in Toscana: organizzato come sempre da Legambiente – con la collaborazione del Comune di Prato e del Cesvot, insieme al patrocinio della Regione – prenderà il via domani in diretta streaming dall’Officina giovani di Prato, a partire dalle 9.30.

Questa V edizione cade in momento storico di svolta, da capire ancora verso quale direzione. Come sottolineano dal Cigno verde è importante accelerare facendo sì che l’economia circolare diventi davvero uno dei pilastri del Recovery plan italiano, per aiutare il nostro Paese a uscire da un periodo così difficile legato alla crisi pandemica. In questo contesto la Toscana può giocare un ruolo importante, e Prato – che attraverso il recupero degli abiti di lana per generare nuovi tessuti pratica l’economia circolare da ben prima che fosse racchiusa in questa terminologia – ne è un esempio di primo piano. Anche oggi gli esempi di punta non mancano su tutto il territorio regionale, come mostra ad esempio la partecipazione al Forum di un’eccellenza industriale di settore come Revet, ma è arrivato il momento di mettere a sistema queste realtà puntiformi: come sottolineano da Legambiente la Toscana, da questo punto di vista, è «in mezzo al guado. Siamo infatti in attesa dell’annunciata rivisitazione del Prb (Piano regionale rifiuti e bonifiche) che dovrebbe finalmente collocare la nostra regione tra i territori virtuosi della pianificazione nel settore».

«Siamo al quinto anno del nostro Forum sull’economia circolare, con un crescente parterre di contatti e di alleati (Revet, Assocarta, FaterSmart, Stamperia Fiorentina e Manteco) tutti protesi alla riconversione ecologica delle attività produttive. Nonostante la pandemia, che ci ha ovviamente costretti al formato online, avvertiamo – sottolinea il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza – attesa e grande attenzione nei nostri riguardi. Forse, proprio questa crisi globale ci obbligherà ad aprire gli occhi e c’indurrà finalmente a mettere in campo regole chiare per favorire la promozione di quei prodotti di materia prima seconda che attualmente stentano ad affermarsi sui mercati. Infine, dovrà essere fatto da tutti, istituzioni in testa, uno sforzo imponente per la pianificazione di quegli impianti necessari per la trasformazione e il riciclo della materia, senza i quali l’economia circolare finisce con l’essere solo una declamazione di buoni principi».

Senza dimenticare che anche la migliore delle economie circolari continuerà a produrre rifiuti: si pensi ad esempio alle stesse operazioni di risanamento e trattamento rifiuti, che in Italia documenta l’Ispra rappresentano la seconda voce (oltre 38 milioni di tonnellate l’anno, il 26,5% del totale) di produzione di rifiuti speciali. Anche questi debbono essere gestiti e/o smaltiti secondo logica di sostenibilità e prossimità, per chiudere davvero il cerchio.