Il ministro dell’Ambiente apre all’estrazione di litio da geotermia
Pichetto: «L'Ispra sta facendo una mappatura dei luoghi per i minerali critici, il litio in particolare si può ricavare da fonti geotermiche e parageotermiche»
[13 Marzo 2024]
Intervenendo oggi a Roma nel corso del Forum intermobilità sostenibile, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha aperto all’uso della geotermia per ricavare materie prime critiche, a partire dal litio necessario alle batterie per la mobilità elettrica (e non solo).
«I Campi Flegrei e alcune aree del Basso Lazio hanno fanghi dai quali si può ricavare il litio – ha dichiarato all’Ansa il ministro – La prima fonte di minerali critici in Italia è il riciclo dei Raee. Ma abbiamo anche qualche giacimento, e l’Ispra sta facendo una mappatura dei luoghi nel paese dove si possono estrarre queste materie prime. Il litio per le batterie in particolare si può ricavare da fonti geotermiche e parageotermiche».
Le materie prime critiche individuate dall’Ue sono 34, tra le quali spicca il litio, la cui domanda per batterie viene stimata in aumento di 89 volte da qui al 2050 (ma l’Ue ne estrae solo l’1% del totale globale entro i propri confini).
Da questi materiali passa il 38% del Pil nazionale, e si stima che l’Italia possa ricavarne fino al 32% dal riciclo. Il resto dovrà dunque essere composto da materiali vergini, con nuove miniere e siti estrattivi.
La soluzione del litio geotermico, in quest’ottica, permette di abbattere al minimo i relativi impatti ambientali. Si tratta di un approccio tecnologico che è stato premiato pochi giorni fa dal Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec), mettendo in evidenza il caso virtuoso della realtà tedesca Vulcan.
L’estrazione di litio geotermico è anche tra gli obiettivi di economia circolare che si è data Enel, la società che gestisce tutte le centrali geotermoelettriche attive ad oggi in Italia (concentrate in Toscana), che non a caso ha avviato una progettualità nel merito insieme a Vulcan nell’area laziale di Cesano.
Del resto gli studi già condotti dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) mostrano che i serbatoi geotermici italiani sono particolarmente ricchi di litio, compresi – riporta il Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec) – quelli presenti nell’area della “capitale mondiale” della geotermia: Larderello, in Toscana.