Sani (Pd): «Aprire un confronto tra Governo, Regione, enti locali e parti sociali»

Il vicepresidente della Commissione Ue chiede all’Italia di sviluppare la geotermia

Per renderci indipendenti dalla Russia «bisogna accelerare sulla transizione verde» sviluppando energie rinnovabili come «vento, sole, biogas, geotermia»

[7 Aprile 2022]

L’unica e vera «risposta del mondo alla Russia» passa dalle energie rinnovabili, secondo il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol. Il numero uno dell’Agenzia internazionale dell’energia risponde a chi suggerisce che la guerra in Ucraina possa rallentare la transizione ecologica spiegando che, semmai, i rischi geopolitici sono un incoraggiamento a muoversi in modo più rapido in quella direzione: «La sicurezza energetica non sarà un freno, ma un acceleratore per le transizioni verso l’energia pulita, in risposta a ciò che stiamo vivendo ora».

Si tratta di un approccio condiviso anche dalla Commissione europea, col vicepresidente Frans Timmermans – che ha anche la delega al Green deal – a convenire sul fatto che la crisi umanitaria ed energetica iniziata con l’invasione dell’Ucraina non debba farci perdere di vista la crisi climatica in corso.

Cosa significa questo, in concreto, per l’Europa? «Per essere indipendenti dobbiamo sviluppare le fonti rinnovabili come sta già facendo l’Italia: vento, sole, biogas, geotermia. Ci consentono di offrire ai cittadini europei un’energia meno costosa», ha dichiarato oggi Timmermans (nella foto con Birol, ndr) in un’intervista al Corriere della Sera.

«La risposta – ha sottolineato nel merito il vicepresidente della Commissione Ue – è la transizione energetica: produrre l’energia da fonti rinnovabili ci renderà indipendenti dalla Russia, i prezzi dell’energia scenderanno e si ridurranno le emissioni. Perciò bisogna accelerare sulla transizione verde».

Per la geotermia italiana, questa accelerazione deve passare inevitabilmente dalla Toscana, dove ad oggi si concentrano tutte le centrali geotermoelettriche attive nel Paese: da un recente incontro condotto dai sindacati con Enel green power, il gestore delle centrali toscane, è emersa la fattibilità tecnica di realizzare nuovi impianti per almeno altri 200 MW oltre all’ammodernamento di tutte le centrali geotermoelettriche esistenti.

Di fatto però l’ultima centrale geotermoelettrica installata in Toscana risale al 2014 (Bagnore 4), e nuovi investimenti sono bloccati da troppi fattori frenanti: da una parte le sindromi Nimby & Nimto, dall’altra le concessioni in scadenza al 2024 – ancora non prorogate nonostante i vari emendamenti presentati in Parlamento in tal senso – e gli incentivi Fer 2 che aspettano il varo ormai da circa tre anni.

Eppure le potenzialità non mancano: le risorse geotermiche profonde presenti nel sottosuolo della nostra regione, nell’area vulcanica amiatina e nell’area di Larderello, sono talmente estese da consentire il raddoppio della produzione geotermoelettrica toscana al 2050, in modo da coprire il 60% del fabbisogno regionale.

Un tema su cui torna oggi ad intervenire Luca Sani, deputato Pd già co-firmatario di emendamenti parlamentari per chiedere la proroga delle concessioni geotermiche: «La Toscana da tempo ha posto la questione di una ripresa di interesse verso il polo geotermico storicamente attivo nella nostra regione come occasione per un potenziale incremento di produzione di energia elettrica, rispetto al quale, però, da parte del Governo, non si sono fin qui registrate risposte degne di nota e di carattere meramente burocratico. Occorre perciò aprire un confronto tra Governo, Regione, enti locali e parti sociali per la definizione di un accordo che tenga insieme le necessità di approvvigionamento energetico per il Paese e la crescita del territorio risolvendo, in primo luogo, le questioni irrisolte e sviluppando nuove opportunità».