La Cisl Toscana chiede un tavolo regionale per rilanciare gli investimenti sulla geotermia

Recce: «Tutti auspicano lo sviluppo delle energie rinnovabili ma quando si cerca di passare dalle parole ai fatti purtroppo ci si scontra con ritardi, reticenze e una selva di no»

[6 Aprile 2022]

Dato che «la crisi con la Russia causata dall’invasione dell’Ucraina rende ancora più urgente trovare altre fonti di energia, e la strada delle rinnovabili è quella da seguire prioritariamente», il segretario generale della Cisl Toscana – Ciro Recce – rivolge un appello alla Regione per chiedere di «aprire un tavolo per pianificare gli interventi, a partire dalla geotermia».

Non una fonte rinnovabile a caso: è quella che già oggi soddisfa il 30% circa della domanda di elettricità toscana, oltre a fornire 384 GWh di energia termica, distribuita principalmente attraverso i sistemi di teleriscaldamento che alimentano 9 Comuni geotermici sede d’impianto.

«Tutto l’Occidente e l’Italia in particolare stanno scoprendo, in questa situazione internazionale drammatica, la necessità di ridurre la dipendenza energetica dall’estero; noi in Toscana abbiamo una risorsa eccezionale e unica come la geotermia: coltiviamola come si deve, sarebbe da pazzi non utilizzarla a pieno», dichiara Recce.

Un traguardo che ad oggi è molto lontano: le risorse geotermiche profonde presenti nel sottosuolo della nostra regione, nell’area vulcanica amiatina e nell’area di Larderello, sono talmente estese da consentire il raddoppio della produzione geotermoelettrica toscana al 2050, consentendo di coprire il 60% del fabbisogno regionale.

«Tutti auspicano lo sviluppo delle energie rinnovabili – continua Recce – ma quando si cerca di passare dalle parole ai fatti purtroppo ci si scontra con ritardi (come quello sul rinnovo/proroga delle concessioni geotermiche), reticenze e una selva di no, che rischiano di farci perdere investimenti ingenti, posti di lavoro e parte della soluzione alla dipendenza energetica».

È la doppia morsa delle sindromi Nimby & Nimto, che sta frenando la realizzazione di nuove centrali – l’ultima delle 34 presenti in Toscana (Bagnore 4) è stata realizzata nel 2014 –, mentre da un recente incontro condotto proprio dai sindacati con Enel green power è emersa la fattibilità tecnica di realizzare nuovi impianti per almeno altri 200 MW oltre all’ammodernamento di tutte le centrali geotermoelettriche esistenti.

Per contribuire a sbloccare la situazione, il segretario generale della Cisl Toscana chiede dunque alla Regione di «farsi promotrice di un tavolo, con istituzioni e forze economiche del territorio, per rilanciare la geotermia e imprimere una forte spinta verso lo sviluppo delle rinnovabili nella nostra regione».