
Lavoro, nei prossimi 4 anni in Italia ci sarà bisogno di almeno 2,2 milioni di nuovi green job

Nei prossimi anni il mercato del lavoro italiano sarà attraversato da una forte domanda di green job: se ad oggi si stima che siano presenti in Italia 3,1 milioni di figure professionali di questo tipo – secondo l’ultimo report GreenItaly, elaborata dalla fondazione Symbola e Unioncamere –, entro il 2025 saranno 2,2 milioni in più.
Il dato è stato presentato ieri sempre da Unioncamere, ed è in linea con un’analoga stima effettuata nelle scorse settimane da Confcooperative, che si spinge fino a +2,4 milioni di posti di lavoro verdi aggiuntivi entro il 2025.
Secondo le previsioni a medio termine (2021-2025) del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, invece, nei prossimi quattro anni il mercato del lavoro avrà bisogno di almeno 2,2 milioni di nuovi lavoratori in grado di gestire soluzioni e sviluppare strategie ecosostenibili (il 63% del fabbisogno al 2025, che include anche il turnover) e di 2 milioni di lavoratori in grado di saper utilizzare il digitale (il 57%).
Già nell’ultima parte del 2021, come emerge dalle informazioni Excelsior sul IV trimestre, le imprese hanno intrapreso la caccia alle competenze per il green e il digitale per dare slancio alla ripresa, e a partire dal 2022 un ulteriore impulso arriverà grazie all’attuazione delle misure previste nel Pnrr.
«Le competenze green sono ritenute strategiche principalmente per i profili legati all’edilizia e alla riqualificazione abitativa (tecnici e ingegneri civili e installatori di impianti), per ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, tecnici e gestori di reti e sistemi telematici e tecnici chimici», spiegano da Unioncamere.
Di conseguenza, in questa fase sono soprattutto i percorsi formativi Stem – in particolare le diverse lauree in ingegneria – quelli che accomunano le ricerche delle imprese per sostenere le due grandi transizioni: «Tra gli indirizzi più specifici per la domanda di competenze green emergono il diploma di tecnico superiore (Its) in tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, il diploma secondario in produzione e manutenzione industriale e la qualifica professionale nell’ambito agricoltura».
Ma allargando il campo d’osservazione, le competenze richieste in ambito verde si fanno più ampie: «Le previsioni a medio termine mostrano – aggiungono da Unioncamere – che la domanda di competenze green riguarderà in maniera trasversale tanto le professioni ad elevata specializzazione e tecniche, che gli impiegati come gli addetti ai servizi commerciali e turistici, gli addetti ai servizi alle persone come gli operai e gli artigiani. La spinta verso la transizione verde farà emergere, inoltre, la necessità di specifiche professioni green in alcuni settori come il progettista in edilizia sostenibile, lo specialista in domotica, i tecnici e gli operai specializzati nell’efficientamento energetico nelle costruzioni; il certificatore di prodotti biologici nell’agroalimentare; il progettista meccanico per la mobilità elettrica».
Questo fenomeno sempre più pervasivo in tutti i settori dell’economia, e non interesserà solo nuovi green job ma anche occupazioni esistenti.
«Per esempio – concludono da Unioncamere – anche per i cuochi saranno sempre più importanti le competenze legate alla ecosostenibilità richieste dai consumatori e vantaggiose per le imprese, come l’attenzione alla riduzione degli sprechi, all’uso efficiente delle risorse alimentari e all’impiego di produzioni di qualità e legate al territorio (a chilometro zero)».
