Ma tramite l’agrivoltaico si può difendere sia il clima sia i campi
Letizia Cesani, la nuova presidente di Coldiretti Toscana contro il fotovoltaico a terra
«Non si può parlare di paesaggio e poi lasciare spazio ai pannelli fotovoltaici che mangiano suolo fertile»
[2 Agosto 2023]
Dopo Fabrizio Filippi, che ha guidato gli agricoltori toscani negli ultimi cinque anni, l’assemblea regionale di Coldiretti Toscana ha eletto all’unanimità Letizia Cesani come nuova presidente.
Viticoltrice senese di San Gimignano, già presidente per un decennio (2009-19) del Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano e consigliere del Movimento turismo del vino, nonché vicepresidente di Coldiretti Siena e presidente di Vigneto Toscana, Cesani raccoglie «con orgoglio e senso di responsabilità» il nuovo incarico manifestando la sua volontà di «lavorare in continuità» e con il territorio costantemente.
Sotto questo profilo, prosegue il posizionamento di Coldiretti contro lo sviluppo del fotovoltaico a terra, nonostante il comparto agricolo sia uno dei più esposti ai danni della crisi climatica in corso – da contrastare tagliando le emissioni di gas serra legate all’uso dei combustibili fossili: la stessa Coldiretti stima per il solo 2022 perdite per 6 miliardi di euro, e il 10% dei raccolti in meno.
«Non si può parlare di paesaggio e poi lasciare spazio ai pannelli fotovoltaici che mangiano suolo fertile – dichiara Cesani (nella foto, ndr) nel suo discorso di insediamento – o scandalizzarsi del caporalato quando si vanno a cercare le offerte ai supermercati. Quando si parla di sostenibilità parliamo anche di sostenibilità economica. Non vogliamo vivere di sussidi ma essere autonomi con ciò che ci da il nostro lavoro».
Eppure, proprio lo sviluppo intelligente del fotovoltaico sui suoli agricoli attraverso l’agrivoltaico – incentivato peraltro anche dal Pnrr – potrebbe permettere di coniugare la sostenibilità ambientale con quella socioeconomica.
Come emerso a giugno nel corso del convegno Agrivoltaico, multifunzionalità agricola, tutela del paesaggio: una convivenza possibile, organizzato da Legambiente a Rispescia (GR), per raggiungere gli obiettivi del fotovoltaico al 2030 e centrare i target di decarbonizzazione, si dovrà intervenire su 50-70mila ettari di terreni agricoli.
Secondo le principali associazioni ambientaliste nazionali – Legambiente, Greenpeace, e Wwf –, ipotizzando l’istallazione di nuovi 80 GW di fotovoltaico, questi potrebbero essere distribuiti per almeno il 30% circa su tetti e terreni industriali o contaminati, mentre la parte restante potrebbe trovare posto su appunto 50-70.000 ettari di terreni agricoli. Tanti, pochi? Sono pari allo 0,4-0,6% della superficie agricola utile (Sau) nel nostro Paese. E l’agrivoltaico rappresenta una delle opzioni migliori per farlo.
«Un sistema agrivoltaico sostenibile presenta caratteristiche prestazionali tali da garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’opera rispetto alle tre dimensioni agricoltura, energia, e dunque paesaggio – argomenta nel merito la ricercatrice Enea Alessandra Scognamiglio, in qualità di presidente dell’Associazione italiana agrivoltaico sostenibile – La sostenibilità di un sistema agrivoltaico deriva dal valore aggiunto apportato alla produzione agricola, all’ambiente e al paesaggio, nel rispetto e/o nel miglioramento della biodiversità e delle qualità ecosistemiche dei siti e delle comunità locali».