L’identità toscana affonda le radici nella geotermia, che ora guarda al futuro

Giani: «È una risorsa pulita e da valorizzare, ascolterò i sindaci e da qui a fine giugno lavorerò con Enel green power per affinare il piano di investimenti»

[21 Marzo 2024]

La prima edizione del Festival dell’identità toscana, organizzato dalla presidenza della Regione, ha portato oggi in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati l’evento “Toscana geotermica”, per celebrare la fonte rinnovabile che più di ogni altra caratterizza il territorio locale.

L’industria geotermica è infatti nata qui per la prima volta al mondo, nel 1818, sviluppando un know-how ormai apprezzato in tutto il mondo, che in Toscana è arrivato a coprire oltre il 70% della produzione di elettricità rinnovabile.

Per questo il Festival dell’identità toscana ha scelto di mettere in luce questa realtà, che oltre a essere motivo d’orgoglio è anche un grande vantaggio competitivo che il territorio toscano può spendere in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.

«La geotermia è una risorsa pulita e da valorizzare – ha spiegato il presidente Eugenio Giani – Per questo stiamo portando avanti un dialogo serrato e serio con chi fino ad oggi questa energia ha saputo produrla e adeguarla alle evoluzioni tecnologiche: mi riferisco ad Enel green power (Egp), che sta gestendo 34 centrali geotermiche in realtà anche molto diverse tra loro».

In base al decreto legge Energia, Egp è infatti chiamata a presentare entro fine giugno un piano d’investimenti (una prima proposta è già stata presentata) in base al quale la Regione potrà decidere o meno di concedere la proroga ventennale delle relative concessioni minerarie, che sottendono la produzione geotermoelettrica.

«Questo piano – ha aggiunto Giani – prevederà sia interventi di mitigazione e aumento della sostenibilità ambientale che interventi finalizzati allo sviluppo. Dunque ascolterò i sindaci e da qui a fine giugno lavorerò con Enel green power per affinarlo».

L’obiettivo di lungo termine è quello di raddoppiare la produzione da geotermia, forti dei risultati conseguiti finora che mostrano la piena sostenibilità – nell’area tradizionale come sull’Amiata – per la coltivazione della risorsa.

Tutti aspetti che sono stati approfonditi grazie agli autorevoli esperti intervenuti nel corso del ricco panel degli interventi, moderato da greenreport.

L’incontro odierno ha infatti visto la partecipazione di Luca Rossini (responsabile Geotermia Enel green power); Lorenzo Di Bari (chimico organico dell’Università di Pisa), che ha portato all’attenzione della platea il recente documentario sull’attività di Marie Curie a Larderello; Riccardo Corsi (vicepresidente Unione geotermica italiana), che ha presentato le attività Ugi illustrando gli usi termici della geotermia a bassa entalpia abbinata a pompe di calore; Adele Manzella (primo ricercatore Consiglio nazionale delle ricerche), che si è concentrata sui risultati del progetto europeo di ricerca Geoenvi; Fabio Voller (coordinatore Osservatorio di epidemiologia – Azienda regionale di sanità), con un intervento che ha ripercorso i risultati dell’indagine epidemiologica InVetta; Lidia Bai (presidente Parco delle colline metallifere), che ha spiegato come la geotermia conviva con un’area protetta di oltre 1.000 kmq riconosciuta dall’Unesco; Ottavio Nunziante (procurement Enel), che ha esplorato le ricadute occupazionali del progetto nazionale “Energie per la scuola”, partito da Pomarance.

«Per i Comuni geotermici toscani si sta aprendo una fase molto importante – ha aggiunto nel suo intervento Federico Balocchi, sindaco di Santa Fiora e responsabile Anci Toscana per la geotermia – Con il rinnovo delle concessioni fino a 20 anni deciso dal governo, abbiamo l’opportunità di agganciare il treno della contemporaneità e fare un passo decisivo per lo sviluppo dei nostri territori. Mi auguro che dalla collaborazione tra gli enti locali, la Regione e il concessionario si possa trovare una strada condivisa non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. Finora abbiamo fatto un bel pezzo di strada, ma c’è ancora molto da fare: i nostri Comuni, nonostante producano energia, sono di fatto aree di crisi. Quindi è importante impostare un lavoro condiviso in vista del rilascio delle concessioni».

Nel frattempo l’attuale concessionario non sta comunque con le mani in mano. Come evidenziato da Luca Rossini (responsabile Geotermia Enel green power) nel corso del suo intervento, a febbraio ha aperto un cantiere da 30 mln di euro per catturare tutta la CO2 rilasciata da due centrali geotermoelettriche a Piancastagnaio (Pc4 e Pc5), che potrà essere poi riutilizzata per usi alimentari, industriali, medicali, etc.

La CO2 in uscita dalle centrali, come dimostrato dal progetto di ricerca Deep carbon, avrebbe comunque raggiunto l’atmosfera tramite il degassamento naturali dei suoli; la sua cattura e riutilizzo rappresentano dunque, a maggior ragione, un importante fattore di sostenibilità per il territorio.

«La geotermia toscana – ha aggiunto Rossini – è una risorsa rinnovabile fondamentale per la transizione ecologica della regione, sia dal punto di vista elettrico che termico. La nostra attività costituisce un’eccellenza nel mondo per le tecnologie utilizzate, gli standard ambientali e le frontiere di innovazione che apre nel settore delle rinnovabili. Ma la geotermia è anzitutto un fenomeno naturale, patrimonio della nostra Toscana, motivo per cui nella nostra azione poniamo un’attenzione prioritaria alla sostenibilità e operiamo in costante collaborazione con la Regione e gli enti locali, con il tessuto imprenditoriale e sociale dei territori geotermici, con l’obiettivo di proseguire sulla via intrapresa dello sviluppo sostenibile della risorsa, aumentare ulteriormente le ricadute locali e consolidare il distretto geotermico che confermi la Toscana leader mondiale della geotermia».

A conclusione dell’incontro, il presidente Giani ha infine inaugurato la mostra fotografica ‘Geotermia’ di Fabio Sartori, ex dipendente Egp e fotografo vincitore di premi internazionali con le sue suggestive foto geotermiche, che ha arricchito con i suoi scatti l’archivio fotografico del Museo della geotermia a Larderello.