Orizzonte 2020 per l’Industria 4.0 toscana, in tandem con Ge

L’obiettivo è quello di fare rete con imprese e realtà accademiche del territorio, per uno sviluppo collettivo

[1 Febbraio 2017]

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e quello di Ge Oil & Gas – Nuovo Pignone, Massimo Messeri, hanno firmato oggi a Firenze insieme al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda il “Protocollo di intesa sulle modalità di attuazione e verifica delle ricadute territoriali connesse all’accordo di programma per il Programma Galileo”, ovvero il documento che individua le modalità di attuazione e verifica sulle ricadute territoriali dei 600 milioni di dollari di investimenti – compresivi dei co-finanziamenti pubblici – previsti da General electric in Toscana.

Oltre alle ricadute produttive previste a Firenze, Massa, Carrara e presto anche a Piombino, l’obiettivo è quello di favorire su tutto il territorio la crescita del tessuto imprenditoriale e accademico in ottica Industria 4.0. «Siamo nel mezzo di una vera e propria rivoluzione – ha dichiarato Massimo Messeri, presidente di Nuovo Pignone – L’era dell’Industria 4.0 è una realtà e tutti noi siamo chiamati a coglierne le potenzialità per continuare ad essere competitivi sul mercato. Ma questa svolta epocale per l’industria non riguarda solo le grandi aziende come Ge Oil & Gas, ma attraversa in maniera trasversale tutte le realtà che operano sul territorio, dalle Pmi al mondo accademico e della ricerca, i nostri partner dunque. Noi come sempre siamo a pronti a fare la nostra parte, insieme alle istituzioni qui presenti, per delineare insieme il percorso 4.0 verso la crescita del sistema Toscana e del Paese tutto».

Il protocollo firmato stamani – spiegano dalla Regione – è valido fino al 31 dicembre 2020 e si avvarrà di un tavolo tecnico di monitoraggio e delle competenze disponibili nei 180 laboratori universitari presenti in Toscana, del sistema di customer relationship management con 30.000 Pmi e degli strumenti di analisi e valutazione dell’Irpet, l’Istituto regionale di programmazione economica della Toscana.

L’obiettivo è quello di favorire, attraverso un’azione di scouting, l’interazione tra un gigante come il Gruppo Ge Oil&Gas ed i soggetti interessati per attivare collaborazioni formali o rapporti contrattuali basati sull’apporto di competenze e capacità operative nelle diverse fasi del ciclo di vita dei prodotti, nella fornitura e sub-fornitura, nonché nelle attività manifatturiere, generando opportunità occupazionali e di crescita del capitale umano in Toscana, con la Regione Toscana che si impegna ad attivare e finanziare appositi strumenti formativi: il presidente Rossi ha già annunciato che i prossimi bandi regionali per impiegare i fondi europei «saranno impostati sulla base degli standard di Industria 4.0».

«Il futuro industriale della Toscana – spiega Rossi – promette tante novità che dovremo essere in grado di guidare perché questi processi producano, e non riducano lavoro e integrazione. In Toscana sono 35.000 gli occupati che hanno in qualche modo a che fare con la presenza di Ge, che qui da noi ha trovato un contesto favorevole al suo sviluppo. Si tratta di una presenza che vogliamo in ogni modo consolidare».

Perché possa fungere anche da leva per lo sviluppo della nuova industria anche nel resto della Regione però rimane molto lavoro da fare: come ha spiegato il docente dell’Università di Pisa Gualtiero Fantoni nel rapporto Industria 4.0 senza slogan appena pubblicato proprio dalla Giunta regionale, l’Industria 4.0 «potrebbe senza grossa fatica essere letta come un’azione di marketing (riuscitissima) ad opera di un gruppo di vari attori, tutti con sede in Germania. D’altronde l’idea di una fabbrica totalmente digitalizzata non ha potuto che trovare favorevoli i grandi e piccoli provider di software e di sistemi di nuova generazione (cloud, 4G, ecc..) che hanno iniziato a fare da cassa di risonanza al concetto di Industria 4.0. Può un concetto nato nel mondo delle grandi imprese tedesche essere preso senza adattamenti alla realtà italiana? Certamente no, occorre uno sforzo di reinterpretazione e adattamento. Ma allora cosa può significare, in concreto, Industria 4.0 in Toscana, ed in particolare nella pratica e nella vita quotidiana delle Pmi?». Con il protocollo firmato oggi si è compiuto un primo passo verso questa cruciale risposta che, si spera, arriverà da qui al 2020.