Qualità dell’ambiente stabile in Toscana, secondo l’annuario Arpat 2023

Rubellini: «Incendi, alluvioni, invasioni di specie aliene, siccità prolungate sono tutte facce della stessa medaglia. Un clima ormai pericolosamente avviato verso l’estremizzazione di tutti i suoi fenomeni»

[23 Ottobre 2023]

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha presentato oggi l’Annuario 2023, che rappresenta lo strumento essenziale di conoscenza dello stato di salute del territorio locale.

Il rapporto mette in fila i dati raccolti dall’Agenzia nel corso del 2022, suddividendoli in sei macroaeree d’indagine: aria, acqua, mare, suolo, agenti fisici e sistemi produttivi.

«Quello che emerge è un quadro di sostanziale stabilità della qualità ambientale in Toscana rispetto agli indicatori presenti delle matrici ambientali – spiega il dg di Arpat, Pietro Rubellini – ma siamo consapevoli che siamo di fronte a nuove sfide come il cambiamento climatico e la transizione energetica, che ci impongono con urgenza di analizzare le possibili correlazioni tra lo stato delle matrici ambientali e gli impatti legati al cambiamento climatico. Incendi, alluvioni, invasioni di specie aliene, siccità prolungate sono tutte facce della stessa medaglia: un clima ormai pericolosamente avviato verso l’estremizzazione di tutti i suoi fenomeni».

La crisi climatica corre particolarmente veloce in Toscana: come ricordato recentemente dal Lamma – il Consorzio pubblico per il monitoraggio ambientale nato da Regione e Cnr –, se a livello planetario la temperatura media è aumentata di 1,1 °C in 140 anni, qui si registra un aumento della temperatura media, tra il 1955 e il 2022, di circa 1,6 °C.

Le ondate di calore estive sono triplicate negli ultimi 20 anni rispetto alle decadi precedenti, mentre i giorni “molto caldi” al di fuori del trimestre estivo, sono raddoppiati dal 1955 ad oggi; guardando invece all’andamento delle piogge cumulate annuali, dal 1955 in Toscana si registra un -8% di precipitazioni.

Ma non è certo solo il clima ad essere attenzionato dall’Annuario Arpat. Guardando all’ultimo decennio, il rapporto documenta come si sia «assistito ad un progressivo miglioramento della qualità dell’aria, monitorata tramite la misura di una serie di parametri indicati come “traccianti”, dalla normativa. Si è trattato, in sostanza, di una riduzione graduale, negli ultimi dieci anni, delle concentrazioni di polveri sottili nell’aria, del biossido d’azoto e di altri inquinanti, grazie alle varie azioni di mitigazione intraprese. Nonostante il raggiungimento di importanti obiettivi (a parte alcune criticità locali ancora da superare) si osserva che, man mano che la qualità dell’aria migliora, è sempre più difficile conseguire ulteriori miglioramenti: il monitoraggio serve anche a questo, a capire quanto ancora resta da fare», evidenzia l’Arpat.

Per quanto riguarda le acque superficiali e sotterranee, la loro qualità – pur manifestando in diversi casi un trend in miglioramento – presenta nel tempo alti e bassi; particolare attenzione dovrà poi essere posta sull’uso corretto (riduzione, sostituzione, etc) di molte sostanze pericolose, impiegate tuttora nell’agricoltura o nell’industria.

«I dati illustrati oggi – commenta il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – evidenziano nuove sfide ambientali, ad esempio quelle legate ai cambiamento climatici. Pensiamo alle ‘bombe d’acqua’, impattanti non solo per quanto riguarda la difesa del suolo, ma anche le quello che poi portano al mare. Dobbiamo affrontare queste novità con lungimiranza, come abbiamo già fatto per quanto riguarda il consumo di suolo, tutelando il territorio con il ‘consumo zero’ e la salvaguardia delle aree boscate, ricordo infatti che siamo la regione italiana con più superficie boscata in proporzione all’estensione e alla popolazione. Certo emergono delle criticità locali, penso alle Pm10 e all’azoto, ma nel complesso la qualità dell’ambiente è sotto controllo e vediamo una Toscana che le problematiche con risposte politiche mirate, come ad esempio il potenziamento ferroviario, la rete delle tranvie, gli incentivi per la mobilità ciclabile. Tutte queste azioni oggi mostrano i loro frutti».