Regione Toscana e CoSviG insieme per lo sviluppo sostenibile dei territori geotermici
L’assessore all’Ambiente Monia Monni e il presidente Emiliano Bravi avviano un tavolo di confronto. Il sindaco Verruzzi: «Si riparte col piede giusto, ora alle parole bisogna far seguire i fatti»
[20 Novembre 2020]
Si rinnova la sintonia tra il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche e la Regione Toscana, che del CoSviG rappresenta il socio di maggioranza relativa: il nuovo assessore regionale all’Ambiente, Monia Monni, ha incontrato una delegazione del Consorzio per fare il punto sulla geotermia toscana come leva di sviluppo sostenibile per il territorio, a pochi giorni dall’intervista in cui affermava di voler puntare con decisione su questa fonte rinnovabile.
«Abbiamo riavviato un percorso di collaborazione fattiva tra i territori geotermici e la Regione Toscana nella convinzione – sottolinea Monni – che la geotermia rappresenti un asset strategico per la produzione di energia elettrica, rinnovabile e sostenibile. Una fonte energetica carbon neutral che attualmente copre più del 70% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili nella nostra regione. Insieme al CoSviG abbiamo concordato la convocazione di un tavolo di confronto per prendere in esame le necessità ed i bisogni di tutti i territori geotermici».
Come spiega il presidente di CoSviG, Emiliano Bravi, si è trattato di «un primo incontro interlocutorio, che è andato molto bene: ha offerto l’occasione per fare il punto sia sulla riorganizzazione del Consorzio che stiamo portando avanti, sia sulle principali criticità ancora aperte per lo sviluppo della geotermia».
Da una parte, infatti, per CoSviG «è in via di conclusione l’iter normativo necessario alla trasformazione in società in house, in modo da poter realizzare in modo diretto i progetti di sviluppo dei soci, con cui vogliamo portare avanti una collaborazione molto intensa», dall’altra – aggiunge Bravi – la Regione «attraverso CoSviG vuole essere più attiva sul campo della geotermia e delle energie rinnovabili. C’è grande fermento, l’assessore Monni si è dimostrata molto disponibile e con un atteggiamento proattivo».
Tra le criticità aperte naturalmente spicca la lacuna lasciata ancora aperta dal Fer 2, l’atteso decreto che dovrebbe re-introdurre gli incentivi nazionali per la produzione di elettricità da geotermia: «Persa l’occasione del Fer 1, dal quale la geotermia è stata incomprensibilmente esclusa, occorre insistere e portare avanti la trattativa aperta sul Fer 2. Ne abbiamo parlato con l’assessore, così come delle ricadute economiche che la geotermia porta sui nostri territori. A breve – conclude Bravi – ci rivedremo per entrare più nello specifico su tutte le criticità aperte, ma questo primo incontro è un buon punto di partenza».
«Mi sembra che si riparta col piede giusto – commenta Nicola Verruzzi, sindaco del Comune geotermico di Montieri – Credo che il CoSviG abbia fatto bene a cercare un contatto immediato col nuovo assessore all’Ambiente, perché sono molti i temi sui quali lavorare in fatto di geotermia. Il Consorzio sta svolgendo un importante ruolo di supporto tecnico nei confronti dei soci, e questo incontro, in cui il presidente Bravi ne ha rappresentato la voce, credo rappresenti un passaggio significativo».
Del resto, come sottolinea il sindaco, «il momento è serio, ci apprestiamo a una crisi economica altrettanto pesante di quella sanitaria che stiamo vivendo, e la geotermia può costituire – più di quanto già non faccia – un fattore nevralgico non solo per la tenuta di aree marginali e dunque fragili come i territori geotermici, ma anche un elemento di rilancio per tutta la Toscana. Alle parole ora bisogna dunque necessariamente far seguire i fatti: un primo tema sul quale la Regione credo dovrebbe spingere nei confronti del Governo è il ripristino degli incentivi con il Fer 2, perché la fase di limbo che stiamo vivendo dura da troppo tempo e ha forti ricadute su tutto il tessuto socio-economico che ruota attorno alla geotermia. Il secondo punto riguarda il 2024, quando scadranno le attuali concessioni di coltivazione. Si debbono sciogliere entrambi i nodi anche per togliere ogni alibi al concessionario, due nodi perché si possa poi togliere ogni alibi anche al concessionario che al momento vive un po’ una fase di stand-by. Avere un programma di lavoro chiaro permetterebbe certamente di rilanciare gli investimenti».