Ridimensionamento raffineria Eni, il Comune di Livorno chiede l’intervento del Governo
«È urgente che il Governo convochi il Tavolo con un focus specifico su Eni, per acquisire e dare al territorio garanzie sul futuro dello stabilimento e in particolare sugli investimenti che si intendono mettere in campo»
[1 Ottobre 2021]
Nel corso di un incontro avvenuto ieri presso la raffineria di Stagno, Eni ha comunicato alla rsu e alle segreterie sindacali territoriali la decisione di chiudere a fine 2022 la linea di produzione dei carburanti (mentre la linea lubrificanti resterà invece attiva). Una scelta che fa ripiombare l’impianto nell’incertezza – con tutte le conseguenze occupazionali e ambientali del caso –, tanto che dal Comune di Livorno chiedono urgentemente l’intervento del Governo.
«Le notizie fornite ieri dai vertici Eni alle Rsu aziendali e a questa Amministrazione confermano la preoccupazione che da mesi esprimiamo sulle prospettive dello stabilimento livornese dell’Eni», dichiarano il sindaco Salvetti e l’assessore Simoncini, che insieme ai Comuni di Collesalvetti e Rosignano Marittimo avevano chiesto ad agosto – al ministro Giorgetti e alla Regione – la convocazione al Mise di una cabina di regia sull’accordo di programma dell’area di crisi complessa. Ma da allora tutto tace.
«Oggi è urgente che il Governo convochi il Tavolo con un focus specifico su Eni, per acquisire e dare al territorio garanzie sul futuro dello stabilimento e in particolare sugli investimenti che si intendono mettere in campo per tutelare sia l’occupazione che il futuro di lungo periodo», proseguono Salvetti e Simoncini.
Ad oggi di fatto non è chiaro neanche quali siano le opzioni in campo. «Si erano ipotizzati nuovi impianti di bio-carburante che si muovevano nel senso della transizione ecologica e che oggi, pur rimanendo tra gli obiettivi di Eni sembrano essere sospesi nei progetti dell’azienda. Ipotesi queste che avevano trovato e trovano la disponibilità delle istituzioni territoriali».
Il riferimento al bio-carburante è implicitamente all’ipotesi, ventilata nei mesi scorsi, di portare l’impianto a produrre Hvo (hydrotreated vegetabil oil), come già accade nelle raffinerie Eni di Venezia e Gela. L’Hvo è un carburante che, addizionato al gasolio fossile in una quota pari a circa il 15%, va a comporre Enidiesel+; un carburante ottenuto tramite la tecnologia Ecofining a partire da oli vegetali, ma quali e con quale provenienza? Non è dato sapere, dato che un progetto industriale non è mai stato presentato da Eni.
E lo stesso si può dire per l’ipotesi ben più promettente – dal punto di vista dello sviluppo sostenibile – che prevede(va?) di ricavare metanolo da rifiuti non riciclabili, rifiuti che ad oggi né l’Ato Toscana costa né la regione nel suo complesso sanno gestire in autonomia, per la carenza di impianti dedicati.
«Abbiamo bisogno di comprendere cosa ne pensa il Governo, in che modo intenda eventualmente sostenerle e comunque come il Governo, azionista di riferimento di Eni, intenda muoversi per garantire il futuro di Livorno. In tal senso ribadiamo l’urgenza di avere una risposta dal Governo in un incontro a cui partecipino anche Eni e le organizzazioni sindacali oltre alle Istituzioni regionali e territoriali», concludono Salvetti e Simoncini.