Gli agricoltori di Livorno e Pisa chiedono compensazioni: «Tari spesso insostenibile»

Scapigliato, Coldiretti contraria al primo patto per l’economia circolare firmato in Toscana

Il protocollo d’intesa firmato tra Regione, Associazione conciatori e Rea Impianti migliora il riciclo dei rifiuti e lo smaltimento (transitorio) di quanto non recuperabile

[6 Marzo 2019]

All’indomani dell’intesa siglata fra Regione, Rea Impianti, e l’Associazione che rappresenta il distretto industriale conciario di Santa Croce sull’Arno, che ha dato forma al primo patto per l’economia circolare firmato in Toscana, gli agricoltori di Coldiretti Livorno e Pisa si dicono «nettamente contrari all’accordo regionale per il conferimento di rifiuti del distretto conciario nella discarica di Scapigliato».

Secondo i presidenti Simone Ferri Graziani (Livorno) e Fabrizio Filippi (Pisa) lo «smaltimento dei rifiuti conciari già in passato ha creato grossi problemi ambientali, in particolare per il riutilizzo di questi scarti a fini agricoli e il loro trattamento. Lo ripetiamo pubblicamente: siamo da sempre contrari all’autorizzazione per l’ampliamento della discarica, e questo ulteriore accordo conferma la nostra posizione».

Eppure l’accordo raggiunto per la gestione dei rifiuti conciari nasce in parte proprio per dare a questi materiali una possibilità di recupero lontano dalle campagne; come riporta infatti il protocollo d’intesa, il distretto conciario – con i suoi oltre 6mila addetti – sta vivendo «una situazione pre-emergenziale» a seguito di «varie vicende, a partire dalla contestata cancellazione dal Registro fertilizzanti dei prodotti Natifert e Carbocal in uscita dalle linee produttive di Consorzio Sgs (società che recupera dagli scarti di carniccio grassi e proteine per poi commercializzarli, ndr), hanno fortemente compromesso alcune pratiche di economia circolare attuate presso il distretto conciario e incentrate sull’attività di recupero dei rifiuti». Da qui la necessità di trovare una nuova destinazione ai rifiuti che, come ogni attività produttiva (o agricola), le concerie producono: sul piatto il distretto ha messo oltre 80 milioni di euro di investimenti per migliorare i propri impianti di trattamento e avvio a riciclo, necessitando di sapere dove poter conferire nel mentre gli scarti secondo logica di sostenibilità e prossimità.

Considerato che «con delibera della Giunta regionale del 11 febbraio 2019 è stato disposto l’ampliamento della discarica di Scapigliato fino al 2030 con un’ottica di progressiva e graduale diminuzione dei conferimenti in discarica, anche in relazione alla realizzazione dei nuovi impianti di trattamento previsti dal progetto (rewamping del Tmb e Biodigestore anaerobico)», l’accordo è stato trovato proprio con Rea Impianti, il cui impianto di Scapigliato si configura oggi come quello «maggiormente monitorato della Toscana».

In questo contesto – argomenta il protocollo d’intesa – l’accordo è volto a consentire «da un lato lo smaltimento di quantità di rifiuti prodotti dalle imprese aderenti all’Associazione conciatori per il periodo intercorrente fino all’entrata in funzione dei nuovi impianti (tre anni, ndr) e dall’altro lato a consolidare, anche attraverso la prevista partecipazione dell’Associazione conciatori allo sviluppo del centro regionale di Economia Circolare, la concretizzazione del progetto “La Fabbrica del Futuro”», attraverso il quale Rea Impianti «punta al graduale e progressivo superamento della discarica, per trasformare Scapigliato in un polo industriale innovativo finalizzato al recupero di energia e nuova materia prima secondaria dai rifiuti».

Ma nel frattempo quanti sono i rifiuti che Scapigliato si è impegnata ad accogliere dall’Associazione conciatori? A rispondere è direttamente l’amministratore unico Alessandro Giari, intervenuto oggi sulle pagine del quotidiano locale Il Tirreno: «È bene chiarire che non deve esserci alcuna preoccupazione perché si tratta di rifiuti non pericolosi. L’accordo regionale prevede che in questi tre anni arrivino dalle concerie della zona d Santa Croce dalle 20 alle 30mila tonnellate annue di scarti, chiaramente dopo che questi rifiuti saranno stati lavorati e resi compatibili con le tipologie di materiali che possono entrare in discarica. Tra l’altro questi scarti hanno un impatto odorigeno minimo».

Di altra natura il tema sollevato dagli agricoltori in merito alla «beffa delle tariffe per lo smaltimento». Per Coldiretti Livorno e Pisa la Tari a Rosignano Marittimo è «spesso insostenibile per le aziende agricole», e da qui la richiesta di «compensazioni» ai candidati alle prossime elezioni amministrative e regionali: un tema da legittimo dibattito politico, ma è necessario sapere da un lato che per legge la Tari deve coprire integralmente il costo della gestione dei rifiuti prodotti sul territorio, e dall’altra che non c’è economia circolare senza impianti in grado di trattare e smaltire i rifiuti di cittadini e imprese.