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L’indagine Ipsos “Gli italiani e l’energia” presentato al XV Forum QualEnergia

Solo il 9% degli italiani dichiara di avere una conoscenza approfondita delle rinnovabili

Al contempo la maggioranza (60%) pensa di avere “un buon livello di conoscenza” e il 44% vede i ritardi nelle nuove istallazioni come la prima causa del caro bollette
 |  Green economy

L'indagine “Gli italiani e l’energia”, realizzata da Ipsos per Legambiente, Nuova ecologia e Kyoto club e presentata oggi a Roma nel XV Forum QualEnergia, certifica che gli italiani sono sempre più destabilizzati e angosciati dall’aumento dei costi dell’energia.

In particolare, il 64% degli italiani intervistati si dice molto preoccupato per la crisi energetica, soprattutto per l’impatto che potrebbe avere sulle spese quotidiane (41%), sull’insorgere una crisi economica generale (32%) o sul non riuscire a pagare le bollette/utenze (19%).

Per contrastare il rincaro, l’89% degli italiani si dice disposto a “fare qualcosa”: ad esempio, il 60% pensa ad un minor utilizzo di elettrodomestici, luce e riscaldamento. Ma oltre al risparmio energetico è evidente la necessità di puntare su fonti più sostenibili per la produzione di energia.

Per questo oltre la metà degli italiani (55%) pensa che sia necessario accelerare verso la transizione energetica e solo il 12% propone di abbandonare la corsa e puntare su fossili e nucleare.

Eppure cresce la percezione che l’Italia sia rimasta indietro rispetto agli altri Paesi europei sul tema rinnovabili: pensiero che accomuna il 54% degli italiani contro il 47% del 2021.

«È il risultato dell’onda lunga di scarso impegno sulle rinnovabili a partire dal 2014. Quest’anno iniziano però ad esserci risultati interessanti (oltre il triplo rispetto agli anni scorsi) e dal 2023 in poi si assisterà ad un boom che si rifletterà anche sulla percezione degli italiani», afferma Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto club: al momento però è ancora presto per parlare di ottimismo.

È vero che nei primi 10 mesi del 2022 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 2.354MW (+143%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma per rispettare gli obiettivi europei indicati dall’iniziativa RePowerEu servirebbero almeno +10.000 MW annui.

«Non lascia dubbi il sondaggio – argomenta il dg di Legambiente, Giorgio Zampetti –  solo 1 italiano su 5 avanza dubbi sul tema della transazione energetica. È il momento di superare ogni forma di ricatto energetico e di dipendenza dalle fonti fossili e che l’Italia del sole e del vento velocizzi la transizione verso le rinnovabili decuplicandone la velocità di sviluppo, spingendo sull’autoproduzione energetica, semplificando gli iter autorizzativi, aggiornando la normativa e mettendo al centro i territori».

Il problema è che proprio i territori si schierano troppo spesso contro l’installazione di nuovi impianti rinnovabili nel proprio giardino. I principali ostacoli che impediscono alle rinnovabili di decollare sono infatti di natura burocratica e legati ai colli di bottiglia dei processi autorizzativi, ma anche le sindromi Nimby&Nimto (rispettivamente acronimi di non nel mio giardino e non nel mio mandato elettorale) svolgono un ruolo di primo piano.

È dunque urgente un enorme impegno politico e culturale per mettere a disposizione dei cittadini informazioni ambientali di qualità sulle rinnovabili.

L’autopercepito, indagato da Ipsos, mostra quest’anno una situazione di stallo rispetto al 2021. Il 59% degli intervistati dichiara un “buon livello di conoscenza” delle energie rinnovabili (dal 62% emerso nel 2021), mentre solo il 9% dichiara una “conoscenza approfondita”. Di certo non è pensabile che il 100% dei cittadini si trasformino in tecnici esperti sul tema, ma – anche al netto del fatto che si tratta di una conoscenza autopercepita, dunque non necessariamente affidabile – è altrettanto chiaro che non è stato fatto abbastanza per rendere consapevole la cittadinanza dell’importanza delle rinnovabili; e non solo in astratto, ma proprio con la presenza di impianti sui propri territori.

L. A. 

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.