Riceviamo e pubblichiamo

Su Rimateria «chiarezza, coerenza e spirito unitario nell’interesse di tutti gli abitanti della Val di Cornia»

«Il parere degli organi competenti ha evidenziato in modo chiaro che “l’opzione zero”, ovvero la bocciatura senz’altro del progetto come presentato da Rimateria, sarebbe assolutamente più impattante per la salute e per l’ambiente»

[23 Dicembre 2019]

La vicenda di Rimateria, già complicata di per se, pretenderebbe uno sforzo di maggiore chiarezza da parte degli attori protagonisti. Compreso il principale che è la società stessa. Intanto lo sforzo di non confondere i piani, i ruoli e le prerogative diverse in rapporto alle diverse responsabilità.

Vediamo. Il CdA di Rimateria è composto dal Presidente Pellati (espressione della maggioranza del Comune di Piombino) e da due consiglieri che rappresentano i privati. Nessun sindaco fa parte del CdA. L’assemblea dei soci di Rimateria è composta dal Presidente Pellati, dal rappresentante della Lucchini in A.S., dai due soci privati e dal liquidatore di Asiu. Nessun sindaco fa parte dell’assemblea dei soci di Rimateria. Asiu, invece non ha nessun CdA, bensì ha un liquidatore che risponde alla legge e alla propria assemblea dei soci. I soci di Asiu sono i Comuni della Val di Cornia. Ovvero, Piombino (in maggioranza assoluta) e poi Campiglia, San Vincenzo, Suvereto, Sassetta e Castagneto Carducci che tutti insieme, essendo minoranza, non hanno la prerogativa di approvare o bocciare alcunchè.

Il CdA di Rimateria, con il suo Presidente e l’assemblea dei soci di Rimateria, con lo stesso Presidente, hanno la prerogativa di cambiare e/o di formulare proposte di modifica del Piano industriale all’assemblea dei soci di Asiu. E così è stato fatto. Il Presidente di Rimateria ha proposto all’assemblea di Asiu una modifica al piano industriale vigente contenente lo stralcio della LI 53 dal progetto che ha ottenuto il parere favorevole del NURV e ulteriori prescrizioni da parte della Regione. Sottolineiamo di nuovo che il parere degli organi competenti ha evidenziato in modo chiaro che “l’opzione zero”, ovvero la bocciatura senz’altro del progetto come presentato da Rimateria, sarebbe assolutamente più impattante per la salute e per l’ambiente.

Il Comune di Piombino, in sede di assemblea di Asiu, si è pronunciato contrariamente alla proposta fatta dal Presidente Pellati. A quel punto e susseguentemente, l’assemblea dei soci di Rimateria non ha fatto altro che registrare la volontà del socio di maggioranza di Asiu, cioè del Comune di Piombino, di non modificare il Piano industriale con lo stralcio della LI 53, bensì di lasciare il Piano vigente, contenente appunto la LI 53. Questi i ruoli e i fatti inconfutabili. Richiamare i fatti non dovrebbe offendere nessuno. Anzi, è lo stravolgimento dei fatti che dovrebbe suonare offensivo per chiunque. I verbali sono a disposizione.

Il sindaco di Piombino giustamente, e noi concordiamo, ha più volte pubblicamente (e anche in sede di assemblea dei soci di Asiu) richiamato la necessità di “un Piano complessivo che va dal trattamento alle bonifiche di Città Futura a Poggio ai venti; dall’Enel alla 36 ettari e al SIN di 900 ettari”. Orbene, deve essere chiaro che questo “Piano complessivo” spetta alla politica e alle amministrazioni: non può farlo Rimateria. Rimateria è uno strumento che ha già nel suo statuto la priorità di accogliere i rifiuti dal SIN e dalle aree industriali. Non aspettava, da anni, e non aspetta altro. Ed è proprio in qualità di amministratori che abbiamo fatto la proposta di dedicare unitariamente le energie di tutti i comuni per fare insieme una manifestazione a Roma che reclami lo sblocco delle bonifiche. Non ci è stato risposto.

La rinnoviamo questa proposta. Con l’intento di rovesciare un approccio che continua ad ignorare una cosa grande come il SIN (900 ettari) per concentrare le attenzioni su una cosa piccola (60 ettari) come le aree di competenza di Rimateria. Chi ha responsabilità ha il dovere di partire da ciò che unisce il territorio e i suoi cittadini, non da ciò che li divide. Certo, far fallire una azienda, mandare a casa altre 50 persone, evocare per essa Piani che non sono nelle sue prerogative bensì di chi la vuol far fallire… senza offesa per nessuno: non ci troverà mai d’accordo.

I sindaci Alessandro Massimo Bandini – San Vincenzo, Alberta Ticciati – Campiglia Marittima