Toscana, 900 stabilimenti balneari pronti a dire addio alla plastica monouso tradizionale
La Regione al lavoro per metterla al bando anche presso le mense regionali, scuole e servizio sanitario. Ma si punta su prodotti monouso biodegradabili
[21 Maggio 2019]
Il Consiglio europeo ha approvato oggi in via definitiva la direttiva Ue che prevede il bando per alcuni prodotti in plastica monouso a partire dal 2021, e la Regione Toscana – prima ancora che la direttiva venga recepita a livello nazionale – si porta avanti: i novecento stabilimenti balneari che si snodano lungo la costa, dai confini con la Liguria fino alla Maremma, dovranno dire addio a piatti, bicchieri, cannucce e posate in plastica monouso tradizionale. «Potranno smaltire le scorte già acquistate, ma poi – spiegano dalla Regione – dovranno essere sostituite da piatti, cannucce e bicchieri biodegradabili o biocompostabili. E chi non lo fa rischia una multa».
Non solo: «La Toscana si sta preparando perché già a partire da settembre si preveda l’esclusione della plastica monouso presso le mense delle strutture della Regione, degli enti e delle agenzie regionali e dagli enti del Servizio sanitario regionale. Si aggiungono le sedi dei beneficiari di finanziamenti regionali, primo fra tutti, il mondo della scuola». Il bando non comprenderà però per adesso «le sole bottigliette in plastica. Per ora infatti c’è una sola azienda in Italia che le produce in materiale ecologico: con un divieto si creerebbe un monopolio, con un danno peraltro che subirebbero anche da aziende locali. Tutto è rinviato in questo caso al 2020: intanto però, trovando un accordo con le imprese, si potrebbe iniziare con alcune sperimentazioni, magari con la fornitura di distributori d’acqua da riempire con borracce lavabili e riutilizzabili. In alcuni bagni del Forte dei Marmi già si fa».
Ma è proprio da iniziative come quest’ultima che è possibile trarre la lezione più importante: per difendere il mare dall’invasione di rifiuti – in larga parte composti da materiali plastici – cui è sottoposto, i pilastri su cui intervenire sono principalmente due. Una migliore gestione dei rifiuti a terra e una riduzione del consumo di prodotti monouso, che siano in plastica tradizionale o biodegradabile.
Indipendentemente dal materiale con cui sono prodotti, se i rifiuti vengono gettati irresponsabilmente dai cittadini all’aria aperta anziché conferiti negli appositi contenitori per essere avviati a recupero o smaltimento a seconda dei casi, finiranno per inquinare. Tant’è che anche la direttiva appena approvata dal Consiglio Ue mette sì al bando prodotti in plastica monouso tradizionale e oxo-biodegradabile, ma mette in guardia sul fatto che anche quelli biodegradabili dovrebbero essere considerati pur sempre come “plastica”: la concreta declinazione di queste diposizioni arriverà solo con l’adozione della direttiva all’interno dell’ordinamento normativo dei vari Stati membri.
La Regione Toscana – che in fatto di contrasto all’inquinamento marino è già stata pioniera attraverso il progetto Arcipelago pulito – ha comunque deciso di muoversi in anticipo con interventi ad ampio raggio: all’interno dell’accordo “Spiagge sostenibili” firmato da Regione, Anci Toscana e associazioni dei balneari «si ragiona anche – aggiungono dalla Giunta – di campagne di comunicazione e sensibilizzazione rivolte a chi frequenta il litorale, per invitarlo ad una gestione dei rifiuti più rispettosa dell’ambiente e del mare, compresa la cattiva abitudine di abbandonare in spiaggia mozziconi di sigaretta. A vigilare sul rispetto delle norme, che saranno recepite con ordinanze dai Comuni, ci penseranno gli agenti di polizia municipale. L’accordo prevede anche l’installazione di contenitori per la raccolta differenziata nelle spiagge ‘libere’, non oggetto di concessione demaniale. Ovunque saranno installati cartelli che riepilogheranno divieti e regole sull’abbandono e la raccolta dei rifiuti. È previsto anche un premio per la spiaggia toscana più sostenibile».