Decreto Bollette: bocciato l’elettrodotto per collegare l’Isola del Giglio
Simiani (Pd) il governo Meloni penalizza Isola del Giglio. Feri (PNAT): un muro solido costruito con una perfetta miscela di vincoli e di mancato interesse a migliorare
[16 Novembre 2023]
Marco Simiani, capogruppo del Partito democratico in Commissione ambiente della Camera di Montecitorio, aveva presentato un ordine del giorno per impegnare il governo sul tema della realizzazione del cavo sottomarino per collegare elettricamente l’isola del Giglio ma, nonostante l’Isola sia amministrata da una giunta di centro-destra, il governo di Destra ha respinto la proposta
Simiani ha denunciato che «Il governo Meloni dimentica l’Isola del Giglio e boccia il mio ordine del giorno al Decreto Bollette che avrebbe velocizzato la realizzazione dell’elettrodotto, garantendo quindi costi energetici ridotti per famiglie ed imprese oltre alla salvaguardia di un ecosistema marino e naturalistico straordinario. Nel 2021 Terna aveva inserito nel suo piano di investimenti triennale la realizzazione di un cavo sottomarino dalla costa all’Isola del Giglio ma i tempi si stanno pericolosamente ampliando per problemi di costi. Volevamo sbloccare la situazione ma evidentemente per la destra il benessere della comunità l’Isola del Giglio non è una priorità»,
Sulla sua pagina Facebook, il gigliese Stefano Feri, vicepresidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed ex assessore all’ambiente del comune del Giglio, ha commentato: «Ancora una sconfitta sulla strada che prima o poi dovrà portare ad un punto di svolta. Ieri l’on Marco Simiani ha presentato un ordine del giorno per impegnare il governo sul tema della realizzazione del cavo sottomarino per collegare elettricamente l’isola al continente. Opera già inserita nel piano industriale di Terna , che come scritto da Terna, implicherebbe innumerevoli aspetti migliorativi rispetto alla situazione attuale (in attesa che si sbroglino le questioni legate al paesaggio e alle Zps), consentirebbe lo spegnimento della centrale a gasolio, evitando fra le altre cose di produrre CO2 in notevole quantità, per altro all’interno di un’area di particolare pregio ambientale».
Feri ricorda che «Purtroppo il procedimento legato alla stesura del cavo, a differenza di quello che già avviene su altre isole, era già apparso in difficoltà e per tanto sarebbe servito un rilancio della azione e del progetto. Per questo è stato sollecitato il governo. Peccato che il governo abbia perso l’occasione che per noi è l’ennesima persa: se negli anni 80 eravamo infatti partiti per primi con progetti pilota sul fotovoltaico, poi non siamo più riusciti a scalfire il muro. Un muro solido costruito con una perfetta miscela di vincoli e di mancato interesse a migliorare. E quindi, al di là del famoso sentiero lastricato con le migliori intenzioni… Pale eoliche no, fotovoltaico no, cavo no. Gasolio si. Siamo schiacciati quindi tra le difficoltà vincolistiche e l’ impossibilità di interconnettersi al continente. Siamo condannati al monopolio del gasolio. Pare proprio che alla fine diventeremo un modello: un modello di come non si produce energia nel terzo millennio. “Volete vedere come non si fa? Andate lì e poi fate al contrario.” Potrebbe essere uno slogan».
Il vicepresidente del Parco Nazionale conclude: «Pertanto, sono per l’ennesima volta molto dispiaciuto, perché sebbene la proposta di Simiani fosse una proposta di parte politica e quindi si sa come spesso si relazionano tra loro maggioranze e minoranze, sarebbe stata invece da prendere in maggiore considerazione anche dalla maggioranza: basta leggerla per comprenderne subito il buon senso e l’utilità. Peccato, ma la battaglia andrà avanti. Nella speranza che la politica, almeno su questi temi, si unisca e decida di stare dalla parte giusta della storia che ai tempi del cambiamento climatico ci ha già detto quale è».