Ciuffo: «Maggiore condivisione dei benefici col territorio per evitare l’effetto Nimby»
Grazie alla geotermia la Toscana «punta a produrre elettricità solo da rinnovabili entro il 2050»
Chiacchella (CoSviG): «Occorre agire in maniera sinergica per sviluppare ulteriormente, in maniera condivisa con i territori, una fonte energetica potenzialmente pulita e contestualmente riducendone gli inevitabili impatti attraverso l’utilizzo della miglior tecnologia disponibile»
[15 Settembre 2017]
«In Toscana si usa dire che la risorsa geotermica non si sfrutta ma si coltiva. La gestione dell’energia è un aspetto critico per il suo sviluppo: il ciclo geotermico ha un suo equilibrio, dove bisogna bilanciare quanto si estrae con quanto la natura mette a disposizione. In Toscana la geotermia è un prodotto della terra, che si rivolge al territorio». Intervenendo a Palazzo Vecchio nel corso della prima conferenza di alto livello dell’Alleanza globale per la geotermia (Global geothermal alliance) la viceministra per lo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, ha voluto ricordare il rapporto unico che lega quest’energia rinnovabile con il territorio dal quale origina, e che ha fatto della Toscana un leader mondiale nel settore lungo oltre un secolo di storia industriale in grado di produrre risultati straordinari.
Nel 2016 le 34 centrali geotermoelettriche presenti in Toscana e gestite da Enel green power sono state in grado di soddisfare il 30,78% del fabbisogno regionale di energia elettrica, grazie al record di produzione pari a 5.871 GWh, riscaldando inoltre più di 10mila utenti residenziali e aziende, e alimentando una importante filiera agricola, gastronomica e turistica forte di oltre 60mila visite annue. Contribuendo, in altre parole, a migliorare il bilancio ambientale della Regione garantendo al contempo 2mila posti di lavoro tra diretto e indotto.
Ma per quanto riguarda il futuro? «Per essere un reale fattore di sviluppo strategico – ha dichiarato durante la conferenza l’assessore regionale alle Attività produttive, Stefano Ciuoffo – l’attività geotermoelettrica in Toscana deve fare un salto di qualità e di maggiore condivisione dei benefici con il territorio per evitare di incappare nell’effetto Nimby (Not in my back yard, Non nel mio giardino, ndr), un ‘effetto-rifiuto’ da parte di residenti ed attività locali. Per questo vogliamo fare della realtà toscana un centro di eccellenza internazionale, con programmi, azione legislativa e normativa, finalizzati a non aumentare l’impatto sulle matrici ambientali al crescere la potenza installata e della produzione di energia elettrica, e a favorire l’inserimento paesaggistico delle centrali esistenti e nuove». Un progetto di sviluppo «chiamato per semplicità Geotermia 2.0» che punta alla creazione di nuovi posti di lavoro come «condizione per far accettare questa industria dalle popolazioni interessate e creare un sistema efficace, in grado di riprodursi» e di creare occupazione non solo attorno alle centrali geotermoelettriche ma sfruttando quanto la geotermia è in grado di veicolare: innovazione in campo industriale quanto filiere agroalimentari sostenibili, turismo di qualità quanto prezzi competitivi per l’energia elettrica e/o termica, in grado di favorire ogni attività imprenditoriale.
Con un obiettivo preciso: «La Toscana – ha aggiunto l’assessore Ciuoffo – guarda con ambizione al futuro ed intende contribuire all’obiettivo di una sostanziale riduzione delle emissioni dei gas climalteranti fissando l’obiettivo di riuscire, anche e soprattutto grazie all’attività geotermoelettrica, a produrre solo energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2050».
La Toscana della “Geotermia 2.0” punta così a collocarsi «in uno scenario mondiale grazie alla presenza sul territorio di una delle poche risorse di cui dispone il nostro paese, ma anche grazie all’impiego che nel tempo le imprese hanno saputo farne esportando competenze e tecnologie in tutto il mondo.
«Riteniamo sia importantissimo che per discutere della geotermia del futuro sia stata scelta Firenze, che si trova in Toscana, dove tutto ha avuto inizio – ha dichiarato a margine dell’incontro Sergio Chiacchella, direttore generale di CoSviG (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche) – In questa regione convivono il passato e il presente di una risorsa rinnovabile ed irrinunciabile che ha fortemente influenzato la storia e la cultura di una intera area. La tecnologia geotermica italiana e soprattutto toscana è esportata in tutto il mondo, segno di un ruolo importante anche nel prossimo futuro. Ma occorre agire in maniera sinergica. Le amministrazioni, la ricerca, il mondo dell’industria e dell’imprenditoria, le popolazioni, devono riuscire a lavorare insieme per dare concretezza a quanto affermato dall’assessore Ciuoffo a nome della Regione Toscana, per sviluppare ulteriormente, in maniera condivisa con i territori, una fonte energetica potenzialmente pulita e contestualmente riducendone gli inevitabili impatti attraverso l’utilizzo della miglior tecnologia disponibile».
Proprio in quest’ottica il presidente della Regione Enrico Rossi ha formulato delle proposte al ministero dello Sviluppo economico, ad oggi in corso di approfondimento nel quadro i una nuova intesa inter-istituzionale, estendibile ad altri territori» e già all’opera a livello europeo, alla presenza della Commissione UE. L’idea è quella di indirizzare parte dei fondi europei verso la ricerca mineraria di risorse geotermiche e verso l’innovazione tecnologica degli impianti geotermici, per migliorare l’efficienza energetica e ridurre gli impatti ambientali, con investimenti coordinati per campagne di sensibilizzazione volte al risparmio energetico e all’accettazione sociale dell’attività geotermica, promuovendo infine la creazione di una “Partnership geotermia” all’interno della Piattaforma S3 dell’energia che favorisca l’attuazione delle rispettive smart specialisation regionali, con l’ausilio del Jrc e della Dg Regio della Commissione europea. Un quadro ambizioso nel quale il territorio toscano, per dare il buon esempio, non potrà fare certo a meno di imbastire in primis a casa propria quell’azione «legislativa e normativa» coerente che gli obiettivi dichiarati.