Ordine ingegneri Firenze: sul fotovoltaico serve chiarezza, tutela paesaggio e necessità energetiche possono andare di pari passo

La soprintendente: nelle autorizzazioni per i pannelli solari sarà tenuta in conto anche la visuale dai punti panoramici

[2 Dicembre 2022]

Dopo gli incontri  del sindaco di Firenze Dario Nardella con sottosegretario ai beni culturali Vittorio Sgarbi e con il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, sul fotovoltaico, il primo cittadino fiorentino ha spiegato che «Ho ribadito la mia posizione di favorire l’installazione dei pannelli superando il problema delle autorizzazioni da vincolo paesaggistico. La proposta che ho fatto è quella di eliminare questa autorizzazione per tutte le aree industriali o degradate anche se su quelle aree c’è un vincolo paesaggistico preesistente. Qui si dovrebbero poter mettere pannelli con una specie di Scia, con una dichiarazione di un tecnico. Lo stesso vale per le aree degradate».

Ma, partecipando il 28 novembre al convegno “Impianti fotovoltaici e pannelli solari – Cosa cambia a Firenze”, promosso da Ordine Architetti Firenze e assessorato all’urbanistica del Comune di Firenze, la neo soprintendente ai beni archeologici e paesaggistici, Antonella Ranaldi, ha avvertito che nelle autorizzazioni per i pannelli solari sarà tenuta in conto anche la visuale dai punti panoramici. Cosa che fa temere ai professionisti un nuovo blocco.

Per questo Giancarlo Fianchisti e Stefano Corsi, rispettivamente presidente e coordinatore della commissione ambiente ed energia dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze, hanno detto che «Sugli impianti fotovoltaici servono indicazioni chiare per i cittadini da parte delle istituzioni, altrimenti si rischia di disincentivare qualsiasi intervento».

Corsi ricorda che «La progettazione di un impianto fotovoltaico, soprattutto sull’esistente è già abbastanza vincolata di suo: tutti i principali parametri sono influenzati dalle caratteristiche dell’edificio. Inoltre l’impianto fotovoltaico produce un bene, l’energia elettrica, che può essere prodotto altrove: se il costo aumenta non conviene più farlo. Non si può pensare che il tema della compatibilità paesaggistica si risolva chiedendo ai tecnici di progettare impianti “belli” o “ben inseriti”. La tutela dei punti panoramici si attua non tanto a livello di singolo intervento ma nel loro complesso. La tutela del paesaggio può e deve conciliarsi con le attuali necessità energetiche. La maggior parte degli interventi a Firenze sarebbero di piccola dimensione soprattutto se rapportati alle distanze dai punti panoramici. L’impatto di un impianto fotovoltaico sul tetto di un condominio in periferia da Piazzale Michelangelo o da Fiesole è trascurabile, ma l’impatto di una striscia di impianti fotovoltaici su tutti gli edifici di una strada verso un punto di vista panoramico potrebbe essere alto. Tali valutazioni dovrebbero attenere alla governance e non al singolo progetto: insomma servono regole a monte».

Fianchisti e Corsi concludono: «La transizione energetica deve essere gestita senza depauperare, nella frenesia del momento, risorse ambientali, culturali e paesaggistiche fondamentali. L’impegno del sindaco Nardella nell’agevolare il riuso di aree produttive e degradate è condivisibile e auspicabile, ma viste tutte le criticità e i limiti evidenziati si rischia che, a causa del vincolo paesaggistico, si operi solo in queste aree. Anche perché la realizzazione di impianti di energia limitata ad aree abbandonate consente di produrre energia solo a chi queste aree le detiene. Bisogna incentivare comunità energetiche, con criteri di equità sociale, altrimenti c’è il rischio di creare un ulteriore divario nella popolazione per l’accesso all’energia».