Rigassificatore di Piombino, il Tar boccia il ricorso del Comune: dovrà pagare 90mila euro
Per il sindaco Ferrari «il Tar ha voluto fare del Comune di Piombino un esempio per tutti gli enti che, in futuro, si troveranno in una circostanza simile alla nostra»
[23 Gennaio 2024]
È finito con una sonora bocciatura da parte del Tar Lazio il ricorso avanzato dal Comune di Piombino contro la decisione di installare un rigassificatore nel porto cittadino.
La sentenza emessa oggi infatti non solo ha respinto le motivazioni del Comune, ma l’ha condannato anche a pagare spese processuali per un totale di 90mila euro.
«È una sentenza punitiva – commenta il sindaco Francesco Ferrari – nei confronti di un Comune che ha avuto la sola colpa di difendere la propria città. La condanna al pagamento delle spese legali, inoltre, è assolutamente ingiustificata: il ricorso è stato considerato ammissibile in ogni sua parte e una sentenza simile non ha precedenti. Come non ha precedenti l’analoga condanna al pagamento delle spese anche a carico di Usb, Wwf e Greenpeace che avevano spontaneamente
affiancato il nostro ricorso. Evidentemente, il Tar ha voluto fare del Comune di Piombino un esempio per tutti gli enti che, in futuro, si troveranno in una circostanza simile alla nostra».
Nella fattispecie, il rigassificatore oggi presente a Piombino dovrebbe essere spostato tra due anni a Vado Ligure, anche se i costi legati all’operazione – che potrebbero ricadere sulla bolletta elettrica pagata dai cittadini – rendono incerti i meccanismi in gioco.
Di certo il Tar ha intanto posto la parola fine al cortocircuito politico scatenato dal rigassificatore; il sindaco di Piombino è infatti un esponente di Fratelli d’Italia, ovvero il partito guidato dalla premier Giorgia Meloni, il cui Governo sta sostenendo fortemente la necessità dell’infrastruttura.
«Se non fosse stato per l’opposizione di questo Comune, di questa comunità, di certo quel rigassificatore sarebbe rimasto nel nostro porto molto più di tre anni e senza le tutele che siamo riusciti ad ottenere», aggiunge Ferrari.
In realtà anche sotto questo profilo le lacune sono molte. La Regione Toscana stima che per la sola “rimozione e gestione dei cosiddetti cumuli ex-siderurgici abbancati nelle aree pubbliche del Sin (esterne al perimetro del gruppo Jsw Steel)” di Piombino occorrano 200 mln di euro, la cui richiesta di finanziamento è stata inserita al quarto punto del memorandum per le compensazioni ambientali legate all’arrivo del rigassificatore Golar Tundra. Di fatto però la nave è in funzione da tempo, mentre le risorse promesse sembrano sparite dai radar.
Ma il principale vulnus per il rigassificatore è che l’infrastruttura avrebbe dovuto essere temporanea – così come l’aveva presentata a marzo 2022 lo stesso ministro Cingolani –, nel rispetto del percorso di decarbonizzazione legato alla crisi climatica. Invece è destinata a restare per un quarto di secolo: 3 anni in porto a Piombino, e altri 22 (forse) al largo della Liguria.