Inquinamento, a Porcari situazione sotto controllo dopo l’incendio di un capannone

Arpat ha effettuato campionamenti nell'area di possibile impatto

[2 Gennaio 2018]

Dopo che è stato domato l’incendio sviluppatosi il 28 dicembre nel magazzino della Rox Shoes a Porcari (LU) Il Comune di Porcari, vista la ricaduta di ceneri e polveri, invita chiunque frequenti  l’area interessata e ci viva a «lavare accuratamente abbondantemente prima dell’uso, frutta, verdura e ortaggi; Lavare con acqua balconi, terrazzi e davanzali, ecc», mentre si può tornare a svolgere attività all’aperto e di conseguenza aprire porte e finestre.

In attesa degli esami Arpat, il sindaco di Porcari Leonardo Fornaciari  ha dato mandato a un laboratorio analisi della zona di analizzare tre campioni del tetto del capannone andato a fuoco,

Proprio l’Arpat ha fornito nuovi aggiornamenti sulla situazione: «Considerate le dimensioni dell’incendio, la durata dello stesso e la contiguità col centro abitato, le misure assunte dai Comuni interessati, con la prima ordinanza (invito a tutta la popolazione a rimanere in casa, sospendere attività in esterno, lavare terrazzi e davanzali e  lavare accuratamente e abbondantemente prima dell’uso, frutta, verdura ed ortaggi) sono quelle tipiche da adottare in questi casi e risultano sufficienti, per quanto riguarda la protezione degli abitanti delle zone limitrofe al sito dell’evento, a far fronte alle conseguenze immediate di un incendio del quale non siano note le dimensioni delle zone di territorio interessate. La stima delle “zone di impatto”, prodotta in emergenza dal Settore Modellistica previsionale di Arpat, nella giornata del 29, tenuto conto dell’evoluzione delle condizioni meteorologiche nella zona durante l’incendio, ha messo in evidenza che le aree di maggiore probabile ricaduta dei prodotti di combustione, hanno un raggio massimo di 750 metri dal centro dello stabilimento interessato».

Come ha precisato l’Agenzia regionale nella sua relazione, «Le zone così delimitate costituiscono una schematizzazione – da verificare con altri eventuali elementi emersi dai sopralluoghi condotti nella zona – ma comunque improntata a criteri “cautelativi”, al fine di non escludere anche aree che, in realtà, potrebbero essere state interessate in misura marginale dagli effetti dell’evento. Le elaborazioni di ARPAT che hanno portato a definire le dimensioni delle zone di impatto hanno confermato, pertanto, l’impostazione opportunamente cautelativa delle misure assunte con la prima ordinanza del Sindaco di Porcari, e riprese dai comuni limitrofi; la revisione dell’ordinanza, dopo lo spegnimento dell’incendio, che mantiene valide solo le indicazioni di lavare abbondantemente con acqua i prodotti dell’orto o simili coltivati all’esterno e le indicazioni di pulire con acqua terrazzi davanzali e balconi è, a sua volta, coerente con le valutazioni previsionali dell’Agenzia».

Arpat assicura che «In ogni caso, l’area limitata delle zone potenzialmente interessate dalle ricadute permette di ridimensionare l’allarme generalizzato che si era diffuso in tutta la piana, compresi i comuni limitrofi, e con preoccupazioni perfino a Lucca. La definizione delle aree di impatto, le più interessate dalla dispersione e soprattutto possibile deposizione delle sostanze rilasciate nel corso dell’evento, è stata effettuata anche per orientare i prelievi, in campo, di matrici ambientali (tipicamente: ortaggi a foglia larga) e verificarne l’eventuale livello di contaminazione».

Nella mattinata del 30 dicembre, sono stati prelevati alcuni campioni per le analisi chimiche per la ricerca dei microinquinanti organici che possono essersi depositati al suolo dopo l’incendio. Arpat evidenzia che «Sui tempi necessari per l’effettuazione delle analisi, a cura del Laboratorio di Area Vasta Arpat di Livorno, va ricordato che la tipologia di queste analisi è particolarmente complessa e richiede tempi tecnici non comprimibili, di non meno di una settimana».

I risultati, appena disponibili, saranno resi pubblici sul sito internet Arpat.