Trend miglioramento per biossido di azoto e ozono. Legambiente: resta ancora tanto da fare per allinearsi ai limiti OMS e agli obiettivi UE 2030

Mal’Aria di città 2024: Pm10, situazione ancora critica nella piana Lucchese e leggero peggioramento a Firenze

Legambiente e Arpat: ancora criticità per la qualità dell'aria in Toscana, con qualche segnale di miglioramento

[1 Marzo 2024]

Secondo il nuovo report di Legambiente “Mal’Aria di città 2024”, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign, in base alle concentrazioni di inquinanti rilevati dal 2010 al 2023, per quanto riguarda il PM10 la Toscana presenta un generale miglioramento, ma Legambiente evidenzia che «Rimane preoccupante il numero dei superamenti nella Piana Lucchese, in particolare nella stazione di Capannori. Nel 2023 essa è stata l’unica in Toscana a non aver rispettato il limite relativo al numero massimo di superamenti annuo, fissato in 35, mentre ce ne sono stati 38, e questo avviene per il sesto anno consecutivo».

Seguono per superamenti dei limiti le centraline di Montale (PT) con 27, Firenze (viale Gramsci) con 26 superamenti e da quella di Prato (Via Roma) con 23. Capannori non è nuova allo sforamento dei limiti di PM10, dal 2010 a oggi sono state 13 le annualità in maglia nera sui 14 anni complessivi, seguita da Montale (Pistoia) e da Lucca (Via S. Micheletto).

Il Cigno Verde toscano evidenzia che «Nel caso specifico del 2023, va infine rilevato un “lieve rimbalzo peggiorativo” sui dati di media annuale del PM10 nelle stazioni fiorentine di Viale Gramsci (30 µg/m3 rispetto ai 28 di media del 2022) e di Ponte alle Mosse (27 µg/m3 rispetto ai 26 del 2022), dati molto probabilmente ascrivibili alla fase dei grandi cantieri avviati in città per l’ampliamento della rete tramviaria metropolitana».

Situazione speculare è stata rilevata da “Mal’Aria di città 2024” per il PM 2.5 coi valori maggiori registrati nella Piana Lucchese e in Valdarno pisano e, anche in questo caso, Capannori ha dati piuttosto alti, in linea col PM10.

E gli ambientalisti fanno notare che «Il biossido di azoto (NO2), unico inquinante in calo a livello nazionale negli ultimi cinque anni, fa registrare ancora alcune complessità in diversi luoghi, come Firenze, in particolare in viale Gramsci, unica stazione di rilevazione in Toscana a non aver rispettato nel 2023 il limite relativo alla massima media annuale di 40 µg per metro cubo (con 41 µg/ m3), e in viale Ponte alle Mosse (35 µg per metro cubo). Quasi vicine al livello di sforamento anche le centraline delle zone costiere a Livorno (via Carducci) e a Grosseto (via Sonnino)».

Invece, in tutta la Regione sono rassicuranti e notevolmente in regresso i dati dell’ozono (O3), che rappresentano la notizia più positiva del rapporto regionale di Mal’aria 2024.

Fausto Ferruzza e Michele Urbano, rispettivamente presidente e responsabile aria di Legambiente Toscana, hanno ricordato che «L’obiettivo primario di campagne come Mal’aria è quello di divulgare in modo semplice e accessibile la complessità dei dati scientifici; questo permette di arrivare a tante persone, rendendole più consapevoli dei nessi tra stili di vita, pressioni sulle matrici ambientali e conseguenze sulla salute umana (da una parte) e di pungolare le istituzioni a far meglio il loro mestiere in ordine al disinquinamento ambientale (dall’altra)».

Alla conferenza stampa di presentazione di Mal’AriaToscana 2024 hanno partecipato anche il direttore generale e il direttore tecnico di ARPAT, Pietro Rubellini e Marcello Mossa Verre . ,

Rubellini ha detto che «Il ruolo dell’Agenzia, come agenzia tecnico-scientifica, è quello di monitorare la qualità dell’aria con riferimento ai limiti normativi vigenti, diffondere i dati raccolti e validati e metterli a disposizione della società civile e dei decisori politici ed amministratori locali, supportandoli così nell’individuazione delle migliori e più efficaci strategie per migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Nel 2023, per alcuni inquinanti, permangono le stesse criticità già osservate negli ultimi anni, ma vediamo anche alcuni miglioramenti che sono, evidentemente, frutto delle diverse iniziative introdotte negli anni passati. Per il futuro si prospetta un’azione più incisiva di monitoraggio da parte dell’Agenzia a causa del cambiamento climatico, che ha effetti – meno evidenti ma altrettanto importanti – sulla matrice l’aria. Il cambiamento climatico ha estremizzato i fenomeni stagionali, ad esempio il regime delle piogge non ha più una distribuzione temporale stagionale, ma è ormai caratterizzata da fenomeni temporaleschi di breve durata, ad alta intensità e molto concentrati. Questo fa venir meno il fenomeno di pulizia dell’aria, il cosiddetto rain-cleaning rain -washing, dovuto all’assenza di piogge costanti; la mancanza di questo fenomeno, combinata al riscaldamento degli strati superficiali dell’atmosfera ed all’aumento della pressione atmosferica, determinano uno schiacciamento al suolo degli “spessori atmosferici più inquinati” con conseguente peggioramento della qualità dell’aria che respiriamo».

ARPAT  ha recentemente pubblicato le prime elaborazioni dei dati raccolti dalla Rete Regionale di Monitoraggio della Qualità dell’Aria della Regione Toscana nel 2023, analizzando gli inquinanti storicamente più critici, ovvero particolato, biossido di azoto e ozono, per cui si confermano ancora delle criticità in alcune aree della regione, a fronte, però, anche di qualche segnale di miglioramento. La conferenza di questa mattina è stata quindi l’occasione per confrontarsi su queste prime elaborazioni.

Mossa Verre ha quindi tracciato il quadro che emerge dalle prime elaborazioni dei dati raccolti dalla Rete Regionale di Monitoraggio della Qualità dell’Aria, utilizzati anche da Legambiente.