Ferrovia Lucca-Pistoia, a settembre il primo lotto del raddoppio
[28 Maggio 2015]
Grazie anche ai 235 milioni investiti dalla Regione Toscana, il raddoppio della ferrovia Lucca-Pistoia diventerà realtà: i lavori per il primo lotto Montecatini-Pistoia saranno consegnati ai primi di settembre e si prevede che l’opera sia completata per maggio 2019.
Quindi la vecchia Ferrovia Maria Antonia, costruita a meta dell’800 e che per oltre un secolo e mezzo ha funzionato a binario unico, diventerà a doppio binario, con evidenti miglioramenti su tempi di percorrenza e affidabilità del servizio. I lavori cominceranno con il tratto Montecatini-Pistoia, si accompagneranno alla sostituzione degli undici passaggi a livello con sottopassi e consentiranno una potenzialità della linea da 73 treni a 225 treni giornalieri.
Oggi a Lucca il presidente della Regione Toscana, l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi) e ai sindaci di Lucca e Pistoia hanno illustrato i rispettivi impegni per un’opera definita di «importanza strategica per la Toscana, capace di abbattere i tempi di percorrenza, in modo competitivo anche con gli spostamenti in autostrada».
Il presidente della Regione ha sottolineato che la Lucca-Pistoia è «Un’opera della Regione Toscana, che conferma la scelta forte del governo regionale a favore della mobilità su ferro, in una regione che è la terza in Italia per rete (1.561 chilometri, dopo Lombardia e Piemonte) e seconda per numeri di abbonati (dopo la Lombardia). È in questo contesto che la Regione Toscana in questi anni è andata in controtendenza, non solo non tagliando linee, ma riattivando 170 chilometri (la Saline-Cecina, la Siena-Grosseto, la Porrettana), pur in un quadro difficile dal punto di vista della disponibilità di risorse. Tutto questo con la consapevolezza che lavorare su un servizio ferroviario di qualità significa migliorare fortemente i tempi e la qualità di vita dei cittadini, a partire dai 230 mila che ogni giorno si spostano sui treni toscani per motivi di studio e di lavoro. Spostarsi in treno ha un indubbio significato anche economico: costa circa 4 mila euro all’anno il pendolarismo su auto, quattro volte di più di quello su ferro».