Il Treno verde di Legambiente ad Arezzo per una tappa sulla mobilità sostenibile in Toscana

Ferruzza: «Riteniamo buono quanto fatto dalla Regione finora sulla cura del ferro, ma vogliamo rilanciare un piano di sviluppo più ambizioso». Un terzo della rete ferroviaria regionale non è ancora elettrificato

[11 Marzo 2019]

L’arrivo del Treno verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato al binario 1 della stazione di Arezzo, dove rimarrà fino a domani 12 marzo, rappresenta un’occasione preziosa per alimentare il confronto in merito alla mobilità sostenibile in Toscana, che il Cigno verde ha declinato attorno ad alcuni pilastri centrali: la conversione dei km di ferrovia ancora non elettrificata, il tema degli scali aeroportuali intercontinentali in regione, il completamento della Fano – Grosseto e la messa in sicurezza dell’ultimo tratto di Aurelia, senza dimenticare la mobilità sostenibile per la città di Arezzo.

«In Toscana il deficit infrastrutturale è un tema che si pone davvero soprattutto per il sud della regione – spiega il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza – in particolare per il grossetano e l’area dell’Amiata, oltre che per altre due aree interne settentrionali, come l’Alta Garfagnana e l’Alta Valtiberina. Riteniamo buono quanto fatto dalla Regione finora, soprattutto in termini di investimento sulla cura del ferro e sul forte ringiovanimento dell’età media delle vetture, ma vogliamo rilanciare un piano di sviluppo più ambizioso, in linea con le aspettative della nostra associazione».

Da questo punto di vista una visione strategica della mobilità in Toscana non può prescindere dall’analisi dell’esistente: circa 500 km della rete ferroviaria regionale, un terzo del totale, non è infatti ancora elettrificato. Su queste linee viaggiano ancora vecchie carrozze a diesel: «Una grande scommessa da vincere, inoltre, sarebbe quella di potenziare la ferrovia lungo il corridoio tirrenico, parallelo alla vecchia via Aurelia», afferma Ferruzza.

Per quanto riguarda invece il capoluogo della Regione, da una parte la tappa aretina del Treno verde ha visto la premiazione della nuova tramvia fiorentina come buona pratica della mobilità sostenibile (insieme alla start up GreenApes, del gruppo FS Innovation), dall’altra ha visto Legambiente rimarcare la sua posizione da sempre critica sull’ampliamento dell’aeroporto: «I dati – riporta Ferruzza – dimostrano che non c’è un deficit per i toscani sulla vicinanza di un scalo aeroportuale intercontinentale ci sembra anzi un fabbisogno fittizio e forzoso. Tutti i territori della Toscana hanno vicino uno scalo di portata internazionale, se guardiamo agli aeroporti più prossimi in Regione, sull’Appennino e nel Lazio. Ci chiediamo, piuttosto, se i numeri dell’accoglienza turistica oggi, a Firenze, siano ancora sostenibili».

Infine, l’ultima direttrice della riflessione strategica dell’associazione ambientalista riguarda il trasporto su gomma: da un lato, per evitare l’isolamento dell’area maremmana, per il Cigno verde è necessario il completamento della cosiddetta “Due mari”, che va da Fano a Grosseto; dall’altro, è positivo che la Regione Toscana stia provvedendo alla messa in sicurezza della superstrada Tirrenica, ma è necessario completare l’ultimo tratto, in quel di Capalbio.