Niente soldi per i terremotati toscani, la Corte dei Conti blocca tutto
Rossi: «Porterò a mie spese i terremotati a protestare a Roma»
[3 Aprile 2014]
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato che il governo non darà neanche un soldo per le famiglie della Garfagnana e della Lunigiana danneggiate dal terremoto del giugno 2013.
Rossi non ci sta ed ha detto che organizzerà a sue spese due pullman «per portare a Roma i terremotati a protestare per questa beffa». In un comunicato la Regione spiega che «ancora oggi sono 318 i nuclei familiari evacuati a spese dello Stato, e 234 le prime case danneggiate. La legge di stabilità 2014 aveva previsto, per questo, un finanziamento di 5 milioni (su danni complessivi al patrimonio pubblico e privato stimati intorno ai 69 milioni). Non solo ad oggi non è arrivato neppure un euro ma il presidente è stato informato che la Corte dei Conti ha stoppato il finanziamento, sostenendo che la destinazione dei fondi non era sufficientemente chiara».
Rossi sottolinea: «Questa volta dunque, la colpa non è della politica, né dei parlamentari, né del prefetto Gabrielli che ha fatto di tutto per liquidare quelle risorse, ma di una burocrazia che, sostiene, fa più danni del patto di stabilità, che blocca la spesa, insensibile ai drammi del paese e alla sofferenza delle persone. Purtroppo affinché il Parlamento possa modificare quella normativa serviranno ancora mesi, mesi e mesi di tempo. Una situazione non più giustificabile e non più tollerabile».
Il presidente della Regione ha invitato i sindaci e parlamentari delle due zone ad affiancarlo in questa iniziativa di protesta davanti al ministero delle Finanze, «Portando a Roma le persone in carne ed ossa, con le foto delle loro case danneggiate, così si potranno vedere e conoscere direttamente i destinatari di questi scarsi, insufficienti e tardivi contributi».
Rossi conclude: «Lo Stato ha stanziato 5 milioni. Ovviamente non sono sufficienti e la Regione farà la sua parte, mettendo anche se non le compete la parte mancante. Il progetto per la ricostruzione prevede un intervento di 21 milioni (16 sul fondo per l’emergenza e 5 dalla legge di stabilità 2014), di cui 9 destinati appunto alla messa in sicurezza delle prime case danneggiate. Era un impegno preso, deciso da governo e Parlamento, e servono per consentire a quelle famiglie di tornare nelle loro case ristrutturate. Una ultima considerazione del presidente riguarda proprio i conteggi: nella valutazione dei danni i costi stimati in Lunigiana e Garfagnana sono inferiori del 20-30% a quelli dichiarati per il terremoto dell’Aquila del 2009».