Nuovo accordo di programma per il ripristino ambientale dell’ex cava di Montioni
[18 Febbraio 2015]
All’ex cava di Montioni la fase di ripristino arriverà fino in fondo. È la promessa che ha riunito ieri attorno al tavolo dell’assessorato regionale all’Ambiente proprio la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto, i Comuni di Follonica, Scarlino e Gavorrano, Arpat, Tioxide e sindacati; insieme, hanno concordato l’iter amministrativo che servirà allo scopo.
L’ex cava vedrà dunque proseguire gli interventi di ripristino ambientale con gessi rossi, scarti del processo produttivo della Tioxide, ovvero l’azienda che a Scarlino (unico esempio in Italia) produce biossido di titanio (TiO2) a partire dalla materia prima, l’ilmenite e le scorie titanifere.
La presentazione dei progetti di ripristino dell’ex cava di Montioni – fanno sapere dalla Regione – avverrà nella cornice di un nuovo accordo di programma, a cui si sta lavorando, che impegnerà Tioxide, entro sei mesi dalla firma, a una serie di azioni.
«Prima fra tutte – si legge nella nota – quella di attivare tutte le iniziative per riutilizzare e possibilmente ridurre i gessi provenienti dal proprio ciclo produttivo; quindi individuare soluzioni tecnologiche per migliorare le performance ambientali degli impianti dello stabilimento di Scarlino; porre in essere tutte le iniziative imprenditoriali possibili per garantire e aumentare gli attuali livelli occupazionali e, infine, individuare altri siti per l’utilizzo dei gessi in attività di recupero ambientale, scelta quest’ultima che dovrà necessariamente avvenire tramite un processo partecipativo che coinvolga, oltre a tutte le istituzioni locali, anche i cittadini».
Un punto, quest’ultimo, che mostra attenzione verso le sensibilità locali, ma che rimane da dettagliare nei tempi e nei modi. L’ultima delle necessità del territorio stesso – sia che si guardi al recupero morfologico dell’ex cava, che alla gestione dei gessi rossi della Tioxide – è quella di ritardare ulteriormente la gestione delle problematiche in atto, o peggio ancora di non decidere.
Come ha più volte ricordato l’Arpat nel corso dei suoi monitoraggi ambientali, i gessi rossi (ossia la tipologia prevalente di rifiuto conseguente all’attività della Tioxide, classificato come rifiuto speciale non pericoloso – codice CER 061101) contribuiscono per circa il 50% alla produzione di rifiuti speciali ufficialmente contabilizzati nella Provincia di Grosseto, un quantitativo importante la cui gestione necessita di programmazione seria e un quadro normativo fermo. Una caratteristica, quest’ultima, che viene sovente a mancare già a partire dal livello nazionale, come testimonia oggi l’entrata in vigore della nuova classificazione dei rifiuti.