A Siena l’evento di lancio dell’iniziativa

Al via CO2 Pacman, il progetto europeo per decarbonizzare le isole del Mediterraneo

Come coinvolgere cittadini e stakeholder per co-creare percorsi di sviluppo sostenibile verso la neutralità climatica

[29 Aprile 2024]

L’avvio del progetto europeo CO2 Pacman è stato ospitato dalla città di Siena, dove si sono riuniti i dieci partner da sette Paesi che prenderanno parte alle attività progettuali, guidati da Simone Bastianoni dell’Università di Siena.

Finanziato dal programma Interreg Euro-Med, il progetto prevede un budget di 2,8 milioni di euro per una durata di 33 mesi. Obiettivo principale del progetto è fornire conoscenze e strumenti per guidare l’implementazione di strategie integrate e politiche per affrontare la sfida della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. A tal fine, verranno coinvolti le autorità pubbliche, i cittadini e gli stakeholder nella co-creazione di scenari per la transizione verso isole climaticamente neutrali.

Nel corso del kick-off meeting senese si è svolta una tavola rotonda, in cui sono stati presentati esempi di storie di successo in Europa, attraverso la diretta testimonianza di chi ha contribuito a vario titolo ad avvicinarsi o perfino raggiungere la neutralità climatica in ambienti particolari come le isole.

Queste testimonianze sono state fondamentali per dimostrare che gli obiettivi che si prefigge il progetto sono raggiungibili. In particolare, è emersa la forte necessità che il percorso di decarbonizzazione sia sostenuto da una solida rete di collaborazione e cooperazione fra rappresentanti di tutte le tipologie di portatori di interesse presenti sul territorio, cioè cittadini, aziende locali, amministrazione pubblica, ed enti di ricerca. Questa co-creazione si rende ancora più fondamentale per i territori insulari dove il tessuto economico e sociale è fortemente polarizzato verso una dicotomia stagionale legata al turismo.

La tavola rotonda, moderata da Nicoletta Patrizi (Ecodynamics group), si è aperta col saluto istituzionale da parte della relatrice Vanna Giunti, delegata al turismo del Comune di Siena, la quale ha illustrato il percorso che ha portato la città di Siena a diventare la prima destinazione turistica italiana ad ottenere la certificazione Gstc (Global sustainable tourism council).

Nell’intervento successivo Simone Bastianoni, in qualità di presidente dell’alleanza, ha sottolineato come la lungimiranza dell’Aministrazione locale e la sua sensibilità per le tematiche ambientali abbiano permesso di rendere il territorio della Provincia di Siena carbon neutral.

Già dal 2011, dopo un percorso intrapreso nel 2006 con la redazione del bilancio provinciale delle emissioni di gas serra, anche dal punto di vista ambientale i risultati ottenuti nel territorio senese nascono da una stretta collaborazione fra realtà locali e da una forte volontà di agire.

A questo scopo è stata fondata nel 2017 l’Alleanza territoriale per la carbon neutrality di Siena, di cui il Comune fa appunto parte. L’Alleanza nasce per sancire l’impegno verso un miglioramento continuo delle buone pratiche già avviate e per il mantenimento dell’importante risultato raggiunto nel 2011: tale risultato va oltre l’attività svolta dalla sola amministrazione pubblica, ma coinvolge realtà locali quali attività produttive, scuole e associazioni, riuscendo ad intessere relazioni sinergiche fra i diversi protagonisti che compongono il mosaico socio-economico senese.

Un altro territorio che grazie al coinvolgimento di differenti e variegati stakeholders ha raggiunto la neutralità climatica, è l’isola greca di Chalki con il progetto Gr-Eco islands. Il sindaco del Comune insulare, Fragkakis Aggelos, ha raccontato il percorso di decarbonizzazione verso la neutralità illustrando i benefici, non solo ambientali ma anche socioeconomici.

L’aspetto fondamentale di questo percorso partecipativo ha visto la fondazione della Comunità energetica “ChalkiOn”, attraverso la quale gli stessi abitanti – con l’Amministrazione locale – sono co-proprietari e co-beneficiari dell’impianto di produzione di energie rinnovabile.

Progetti di questo tipo, specialmente in contesti insulari particolarmente complessi e variegati dal punto di vista geomorfologico, e sociale necessitano di un attento percorso valutativo per identificare la soluzione migliore. Questo è quanto illustrato nel successivo intervento di Theocharis Tsoutsos, della Technical University of Crete, che ha curato il percorso di progettazione di un impianto di produzione di energia rinnovabile basato sull’eolico off-shore al largo delle coste dell’isola di Creta.

La soluzione deriva dall’identificazione del miglior compromesso, tenendo in conto di tutte le variabili possibili e parte dall’esclusione di tutte quelle aree soggette a limitazioni di varia natura, tra cui ambientali, di sicurezza, normativi, o tecnici. Tsoutsos ha evidenziato come gli studi in campo, attraverso sondaggi e il coinvolgimento della comunità locale, siano essenziali per un processo continuo e replicabile.

Se da un lato l’individuazione della migliore soluzione di compromesso rappresenta la base per l’avvio del progetto, dall’altro è di fondamentale importanza la collaborazione con aziende che possano offrire la soluzione tecnologica migliore adattandosi alla specificità di ogni singola situazione. È il caso dell’azienda Seares che, come illustrato nel successivo intervento dall’ad e co-fondatore Giorgio Cucé, si occupa dal 2018 di fornire soluzioni innovative per sistemi di ormeggio che ne migliorino l’integrità e ne riducano sia il costo economico che quello ambientale (in termini di impatto).

Tali caratteristiche hanno permesso alla giovane azienda di vincere il premio del concorso “Blue deal open innovation” per la realizzazione di un progetto verso la decarbonizzazione dell’isola del Giglio e focalizzato sul porto. La realizzazione dell’idea presentata è al momento in fase di sviluppo in un contesto insulare, e vede la collaborazione diretta sia della comunità locale che dell’amministrazione pubblica locale.

Un simile esempio del contributo che le aziende possono dare a supporto della decarbonizzazione è stato presentato da Andrea Novás, responsabile del dipartimento di ricerca della startup Rotary wave, anch’essa vincitrice del concorso “Blue deal open innovation”, in questo caso per la realizzazione di un progetto in ambito portuale, a Valencia. Il progetto, allo scopo di produrre energia rinnovabile, ha portato all’installazione di un generatore azionato dal movimento ondoso ancorato al molo già esistente; visto l’ottimo risultato, questa storia di successo potrebbe essere presto replicata presso il porto di Bilbao.

Queste due storie di successo sottolineano come il percorso verso la neutralità carbonica coinvolga tutte le componenti del sistema socioeconomico locale. E chi più di altri se non i giovani possono inserirsi in questo contesto?

Tibor Bešenić, del partner Sdewes, ha presentato l’approccio e i risultati del progetto Yenesis che si rivolge ai Neet – giovani fuori da percorsi lavorativi o di formazione –, focalizzandosi sui contesti insulari. Il progetto ha portato allo sviluppo di competenze e conoscenze che hanno permesso a molti giovani beneficiari di trovare lavoro nel settore delle energie rinnovabili o nell’innovazione sostenibile, non solo in termini di lavoro subordinato, ma anche con l’avvio di vere e proprie startup a fronte di un’innovativa idea imprenditoriale, contribuendo allo sviluppo sostenibile territoriale.

Un altro aspetto fondamentale per la decarbonizzazione dei territori è rappresentato dalla mobilità, e in quest’ambito la tavola rotonda ha visto la presentazione da parte di Stavroula Tournaki, ricercatrice della Technical University of Crete, di due casi studio sulla mobilità sostenibile nel contesto del turismo insulare a Rethymno e Platanias, Comuni dell’isola di Creta.

Attraverso un processo di co-disegnazione con la partecipazione attiva della comunità locale, è stato introdotto il primo autobus elettrico a servizio del trasporto pubblico greco, e implementata una rete di monitoraggio smart attraverso l’installazione di telecamere e stazioni di rilevamento ambientale, nel caso del comune di Rethymno. A Platanias, invece, il progetto H2020 Civitas Sump-Plus ha avuto come obiettivo il decongestionamento del traffico, il miglioramento attivo delle infrastrutture per la mobilità, dell’interconnessione fra punti strategici e rete di trasporto, e dell’accessibilità (ad esempio tramite abbattimento delle barriere architettoniche).

Gli interventi della tavola rotonda hanno perciò permesso di evidenziare come la chiave di queste storie di successo sia l’aver innescato un percorso verso la neutralità climatica per mezzo di processi partecipativi.

Ma anche iniziative volontarie possono supportare la transizione verso uno sviluppo sostenibile. È il caso dell’iniziativa “Cresce con te: un albero per ogni matricola”, presentata da Bastianoni – prorettore alla sostenibilità dell’Università di Siena –, che prevede la collaborazione tra l’Ateneo senese e la Provincia di Siena per la piantumazione di circa 3.000 lecci, corrispondenti a ciascuna matricola dell’anno accademico 2023-2024.

Tale azione avverrà nel territorio provinciale e consentirà di avviare un percorso di progressivo assorbimento della CO2 generata da ciascuna matricola, nel corso del ciclo di vita delle rispettive piante.

Bastianoni (nella foto) ha infine chiuso la tavola rotonda sottolineando come i risultati dei progetti presentati dimostrino che è possibile muoversi verso lo sviluppo sostenibile nelle isole del Mediterraneo, promuovendo percorsi di decarbonizzazione.

Gli elementi decisivi per ottenere tali percorsi sono la volontà politica, la collaborazione e partecipazione attiva dei cittadini, le azioni di co-creazione di vari portatori di interessi e – non ultimo – la volontà da parte di enti pubblici, privati e di programmi di finanziamento, per sovvenzionare progetti i cui risultati siano replicabili e con impatti positivi per l’intero territorio e comunità.

di Fabio Sporchia, Carmela Gioia e Nicoletta Patrizi per greenreport.it