Il 12/8 dalle 17.30 un incontro a cura di Cai, Cnr e Comune
Terapia forestale sull’Amiata: Arcidosso alla scoperta del bosco che cura
«L’immersione in foresta produce effetti diretti e misurabili con un’azione ad ampio spettro che investe la sfera psicologica, neurologica, cardiocircolatoria e immunitaria»
[11 Agosto 2021]
Le foreste sono ecosistemi preziosi, non ultimo per il benessere degli esseri umani che le attraversano, aperti a riscoprire il legame profondo che unisce l’uomo al resto della natura. E se la terapia forestale è ancora agli albori in Italia, in altri Paesi – come Giappone e Corea – questa pratica (sotto assistenza psicologica e medica) è già sostenuta dai servizi sanitari con risultati in termini psico-fisiologici riportati da una crescente produzione scientifica.
Anche la ricerca italiana sta facendo grandi passi in avanti sul tema, come dimostra la recente produzione scientifica targata Cnr e Cai che sottolinea come «la terapia forestale si inscrive oggi a pieno titolo tra i tanti e preziosi servizi ecosistemici offerti dalle foreste», che saranno esplorati ad Arcidosso durante l’incontro Terapia forestale, il bosco che cura, a ingresso libero.
Organizzato proprio dal Cai e dal Cnr in collaborazione con il Comune, l’incontro si svolgerà nella suggestiva cornice della Cascata d’Acqua Alto (località Le Piane ad Arcidosso), giovedì 12 agosto a partire dalle ore 17.30.
«I temi affrontati in questo incontro potrebbero aprire nuove prospettive per la nostra montagna e mettere la basi per quella ripresa verde tanto auspicata che superi la logica del turismo di massa, che non ci appartiene – spiega il sindaco di Arcidosso, Jacopo Marini – puntando sempre più, invece, anche sul quel turismo della salute che proprio in questo momento storico diventa trainante per un nuovo stile di vita»
Quella di giovedì sarà dunque un’occasione preziosa per (ri)scoprire che «l’immersione in foresta produce effetti diretti e misurabili con un’azione ad ampio spettro che investe la sfera psicologica, neurologica, cardiocircolatoria e immunitaria», come spiegano dal Cnr.
«In particolare – argomentano dal Consiglio nazionale delle ricerche – questi effetti rimanderebbero all’emissione in atmosfera da parte delle piante e del suolo forestale, e conseguente inalazione, di certi composti organici volatili biogenici (Bvoc), in particolare alcuni terpeni dotati di attività antiossidanti, antinfiammatorie, immunomodulanti e benefiche sul piano psicologico e cognitivo».
La Cascata d’Acqua Alto, immersa nel bosco arcidossino, offrirà il palcoscenico ideale per unire la teoria alla pratica: ad esplorare i capisaldi della terapia forestale saranno Alessandra Signorini (dipartimento oncologico Usl Toscana sud est) e Massimo Vegni (direttore della Scuola regionale di escursionismo del Club alpino italiano).
«Non tutte le foreste e boschi apportano gli stessi benefici, dipende molto dalla varietà arboree presenti. Nella fattispecie l’Amiata – conclude Vegni – rappresenta uno dei luoghi ideali dove sviluppare questa disciplina poiché è stato dimostrato come i faggi siano tra gli alberi più salutari per questo tipo di terapia».