Usare il keu per diminuire l’inquinamento delle concerie? L’Università di Pisa ci prova

Il progetto Voc-Tan punta a realizzare un impianto prototipale per ridurre le emissioni in atmosfera, e recuperare i composti organici volatili (Voc) derivanti dai processi di rifinizione e verniciatura dei pellami

[21 Marzo 2022]

L’Università di Pisa, che insieme ad Arpat è già al lavoro per far luce sull’inquinamento da keu, figura ora anche tra i partner del progetto Voc-Tan – finanziato dalla Regione Toscana –, che ha l’obiettivo di realizzare un impianto prototipale per la riduzione delle emissioni in atmosfera delle concerie.

In particolare, l’impianto che sarà realizzato mira alla rimozione e al recupero dei composti organici volatili (Voc) derivanti dai processi di rifinizione e verniciatura dei pellami.

«Gli attuali impianti di abbattimento a umido raggiungono livelli di efficienza massima pari al 30%, un elevato consumo di acqua e risultano poco efficienti nel captare i composti organici volatili non idrosolubili – spiega Maurizia Seggiani dell’Ateneo pisano – Si stima che nel solo distretto conciario di Santa Croce sull’Arno i composti organici volatili emessi ammontino a circa 5000 tonnellate l’anno».

Grazie a Voc-Tan saranno quindi riprogettati i sistemi di abbattimento dei composti organici volatili, per renderli più efficienti anche dal punto di vista del consumo idrico.

«In un’ottica di valorizzazione di scarti industriali e di economica circolare, verrà inoltre validato l’impiego di un rifiuto derivante dal trattamento termico dei fanghi conciari, il keu, come sorbente dei composti organici volatili», aggiungono dall’Università di Pisa.

È utile infatti ricordare che il keu, prima di diventare il grande protagonista dell’ennesima inchiesta toscana sui rifiuti (in attesa di processo), aveva un’accezione tutt’altro che negativa.

Il keu rappresenta infatti le ceneri derivanti dai processi di essiccazione dei fanghi dei depurazione del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno che, dopo miscelazione con carbonato di calcio, risulta impiegabile per la produzione di granulati inerti per l’edilizia e conglomerati bituminosi per asfalti; dunque un’operazione pienamente sostenibile, nel rispetto dei principi dell’economia circolare;  oggetto dell’inchiesta keu non è dunque il recupero in sé di queste ceneri, ma il presunto inquinamento che deriva dall’effettivo rispetto o meno dei limiti nelle concentrazioni di inquinanti all’interno di questi materiali, soprattutto dopo le operazioni di miscelazione. Tramite il progetto Voc-Tan, il keu potrebbe dunque trovare un nuovo sbocco applicativo.

«Il progetto porterà a un primo beneficio diretto sull’ambiente in termini di miglioramento della qualità dell’aria un secondo effetto positivo diretto sull’ambiente sarà poi rappresentato dal risparmio del consumo di acqua grazie al trattamento in continuo della fase acquosa circolante», conclude Seggiani.