Chianti Fiorentino: troppo cemento nella valle di Cintoia

Legambiente contro le previsioni urbanistiche del Comune di Greve in Chianti

[26 Gennaio 2024]

Dopo aver presentato le osservazioni al Piano comune di Greve in Chianti in merito alla variante urbanistica su Cintoia, nel Comune di Greve in Chianti, il circolo Legambiente del Chianti Fiorentino ha inviato una lettera a Regione e Soprintendenza e a dicembre ha organizzato l’iniziativa “Quale futuro per la valle di Cintoia? Problematiche e prospettive di un territorio fragile”.

Ora gli ambientalisti chiantigiani tornano alla carica facendo il punto della situazione.

La variante generale al Piano Operativo e Piano Strutturale del Comune di Greve in Chianti prevede per l’area di Cintoia due nuovi Piani Attuativi: all’“Ex filanda” e “quartieri spagnoli” una nuova struttura direzionale e di servizio (RSA); all’ex Stallone una nuova struttura ricettiva. Si tratta di una nuova RSA su un’area di 12.225 m2 , con superficie edificabile massima pari a 7.508 m2 di cui 6.426 m2 esistente e 1.081 m2 di ampliamento e numero massimo di 3 piani, Una struttura che sarà suddivisa in un’area “RSA” da 80 posti letto ed un’area “Riabilitativa” da 40 posti letto, per una capacità totale di 120 posti letto. E’ anche previsto un nuovo albergo e centro benessere su un’area di 31.400 m2 , con superficie edificabile massima pari a 2.761 m2 e numero massimo di 3 piani. In questo caso, a fronte di una superficie totale dell’edificio esistente (magazzino agricolo) di 491 m2, la superficie totale di progetto per 3 piani è di 2761 m2 (quasi 6 volte la superficie edificata attuale), mentre la superficie coperta sarà pari a 973 m2 , circa doppia della superficie coperta attuale.

La motivazione della dichiarazione di notevole interesse pubblico per la Zona di Mugnana – Valli di Cintoia recita: «La zona predetta ha notevole interesse pubblico perché rappresenta un esempio mirabile di ambiente paesaggistico in cui è nota la spontanea fusione fra l’espressione della natura e quella del lavoro umano. Detta zona è costituita da due valli: a nord la valle Mugnana-Cintoia, La Panca, con caratteristiche di zona più fredda, essendo la valle piuttosto stretta con orografia a carattere maggiormente montano, dato che le quote arrivano fino a 795 metri. Questa valle è ricca di antichi nuclei fortificati, di castelli, come ad esempio Mugnana, Sezzate e Castello, piccoli agglomerati umani chiusi da mura e inerpicati sui costoni dei monti». La scheda del PIT evidenzia una forte valenza eco sistemica e ambientale del sito, in parte compromessa dall’abbandono e successiva chiusura di aree agricole e pascoli, con semplificazione del mosaico ambientale e perdita di valore naturalistico (in particolare avifaunistico), richiamando la necessità di conservare la naturalità degli ecosistemi fluviali e mantenere i residuali ambienti aperti e pascolivi ed i caratteristici agroecosistemi tradizionali. Di conseguenza sono ammessi interventi di trasformazione a condizione che non alterino il rapporto storico e percettivo tra agroecosistemi e vegetazione naturale e seminaturale. Per quanto riguarda la struttura antropica, la scheda individua l’abitato di Cintoia di cui, come per gli altri centri storici, riconosce la permanenza dei valori storici e architettonici delle principali emergenze architettoniche, conservando importanti elementi della percezione visiva, in quanto dalle alture, su cui sorgono alcune emergenze architettoniche, si può ammirare la visione d’insieme della vallata. Nella scheda-norma degli interventi di Cintoia si riportano del PIT alcune prescrizioni di cui al punto 3.c: «Sono ammessi interventi di trasformazione del patrimonio edilizio dei castelli e aggregati di crinale e del loro intorno territoriale, ovvero ambito di pertinenza paesaggistica, a condizione che: – siano garantiti la coerenza con l’assetto morfologico urbano di impianto storico, il mantenimento dei caratteri tipologici e architettonici di fisionomia storica degli edifici e l’utilizzo di soluzioni formali, finiture esterne e cromie, coerenti e compatibili con il contesto urbano e con i caratteri originali; – sia garantita la tutela e la valorizzazione dei caratteri storici e morfologici degli spazi aperti di fisionomia storica evitandone la frammentazione e l’introduzione di elementi di finitura e di arredo in contrasto con il contesto paesaggistico. Al punto 3.c.6 la medesima scheda afferma che “gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia sono ammessi a condizione che (…) siano armonici per forma, dimensioni, orientamento, con le caratteristiche morfologiche proprie del contesto territoriale».

Legambiente fa notare che non è sufficiente che nelle schede-norma del Piano Operativo si citino le direttive del PIT  e poi si rimandi alla fase della progettazione dell’intervento la verifica delle direttive stesse. E Il  Cigno Verde del Chianti Fiorentino aggiunge: «Stupiscono inoltre le volumetrie degli interventi ammessi: alla struttura sanitaria vengono concesse ingenti superfici aggiuntive mentre nell’ex stallone si consente un volume molto più grande del precedente (volume virtuale di progetto 9663 m3 contro 2436 m3 attuali). A corredo dei nuovi edifici è ipotizzabile, inoltre, che verranno realizzate sistemazioni esterne di significativo impatto, che nel complesso potranno comportare la perdita di quei valori di “spontanea fusione” fra natura e lavoro alla base dei valori paesaggistici del luogo. Oltre al forte incremento di volume che, soprattutto per il nuovo albergo e centro benessere, appare del tutto in contrasto con la vocazione dell’area, con i suoi caratteri storici, ambientali e geomorfologici che ne fanno un territorio unico in tutto il Chianti, la variante prevede un’altezza dei nuovi edifici (3 piani fuori terra) incompatibile con le preesistenze, fatte da edifici alti al massimo due piani, ad eccezione della villa, vera emergenza architettonica della valle. In particolare, per quanto riguarda la nuova RSA, dalla relazione di avvio del procedimento si evince un’altezza massima del nuovo edificio superiore a 12 metri fuori terra al colmo (vedi immagine seguente), a fronte di edifici circostanti generalmente alti al massimo 6-7 metri. Per quanto riguarda invece il nuovo albergo, sempre dalla relazione di avvio del procedimento si evince, oltre all’altezza di 3 piani massimi, la scomposizione del volume edificabile in diversi edifici separati con un corpo di fabbrica destinato a bar ed uno a dependance separati dall’edificio principale, a fronte di un edificio preesistente unico e molto più piccolo. Tutto ciò appare in stridente contrasto con quanto previsto dal PIT e sopra riportato».

La quantificazione dei consumi di acqua dei due nuovi insediamenti previsti dalla variante, effettuata dal Comune di Greve solo a seguito delle osservazioni presentate dal Circolo di Legambiente Chianti fiorentino, consiste in 41.400 litri al giorno, ma Legambiente fa notare che già attualmente i residenti della zona soffrono di periodici momenti di razionamento dell’acqua potabile e che «Per far fronte a tale ingente esigenza idrica, probabilmente sottostimata, dovrebbe essere portato a compimento l’esproprio della sorgente Cintoia che, dopo la dismissione dell’omonimo stabilimento di imbottigliamento, riversa attualmente l’acqua nel torrente Sezzatana. La messa in rete dell’acqua della sorgente dovrebbe risolvere, secondo le stime del Comune e di Publiacqua, il problema dell’approvvigionamento idrico delle nuove edificazioni ma nulla si dice in merito al fatto che la sottrazione di una così ingente risorsa idrica al torrente Sezzatana genererà un fortissimo impatto ambientale sul torrente stesso. Questo anche senza considerare che i reflui prodotti da questo tipo di strutture sanitarie sono tipicamente caratterizzati da forte carica inquinante e, in caso di malfunzionamento dei sistemi di depurazione, possono causare danni ingenti all’ambiente naturale del fondo valle».

Legambiente ha evidenziato  queste criticità nelle  osservazioni alla variante, ma gli ambientalisti dicono che il Comune di Greve ha risposto in un unico punto unico punto (osservazione n. 37 prot. 6766-2023) non solo alle varie argomentazioni e questioni poste ai piani attuativi di Cintoia ma «Addirittura insieme ed in maniera poco distinguibile a tutte le altre osservazioni (dieci complessivamente) presentate dal circolo ad altrettanti interventi previsti nella variante».

E Legambiente Chianti Fiorentino evidenzia che «Il Consiglio comunale di Greve ha votato con un’unica votazione le controdeduzioni a tutte le osservazioni (oltre 50) presentate da cittadini ed associazioni alla variante urbanistica generale, impedendo così ai consiglieri comunali di poter esprimere pareri e votazioni distinti per le diverse previsione della variante urbanistica».

Nelle controdeduzioni alle osservazioni del circolo di Legambiente sui piani attuativi di Cintoia, il Comune di Greve non entra nel merito né dell’aumento di volume, né dell’impatto paesaggistico dei nuovi edifici previsti dalla variante, con la motivazione che «La tutela paesaggistica è ovviamente per legge attribuita al Ministero della Cultura, che da solo può evidentemente rilevare elementi di contrasto con il decreto di vincolo presente nell’area».

Per quanto riguarda l’aumento di volume, nel dibattito verbale in commissione consiliare il Comune lo ha giustificato come conseguenza “necessaria” alla diversa destinazione dell’area. Legambiente si chiede «Quale aumento di volume sarebbe stato previsto se, invece di un albergo da 30 camere, si fosse proposto un albergo da 60 camere: forse invece che quadruplicare il volume esso sarebbe stato 8 volte maggiore dell’attuale».

Il circolo di Legambiente Chianti fiorentino, conclude: «La valutazione dell’impatto paesaggistico ed ambientale delle nuove edificazioni sembra essere stata quanto meno poco approfondita da parte del Comune di Greve» e per questo ha invitato Regione e Soprintendenza a esercitare i loro poteri per modificare i contenuti di una variante che «Stravolgerebbe l’aspetto e la natura profonda di questa valle unica in tutto il Chianti».