Crollo del ponte sul fiume Magra, Legambiente: «Per la ripartenza del Paese serve un piano per la messa in sicurezza del territorio e delle sue infrastrutture»

Non servono nuove autostrade o pedemontane. Si a semplificazioni e controlli e no a deregulation e far west

[8 Aprile 2020]

Dopo il crollo del ponte di Albiano Magra, al confine tra Toscana e Liguria, interviene il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani: «Dopo il Ponte Morandi di Genova, crolla l’ennesimo ponte in Italia e questa volta in piena emergenza coronavirus. Le immagini del crollo del Ponte ad Albiano Magra sono davvero impressionanti e mostrano ancora una volta un’Italia fragile anche dal punto di vista infrastrutturale. In quest’ultima settimana si sta parlando molto e giustamente dell’exit strategy dall’emergenza coronavirus che il Paese dovrà mettere in campo per ripartire a livello economico e occupazionale. Ebbene la messa in sicurezza del nostro Paese, delle sue infrastrutture e del territorio deve essere una di queste priorità che il Governo deve mettere al centro della sua agenda politica. Non sono ammessi più ritardi. Si usi calcestruzzo e tondini per mettere in sicurezza la rete nazionale dei viadotti, e non per realizzare nuove autostrade o pedemontane. La ripartenza dell’Italia deve iniziare in primis dal suo territorio, tutelando al tempo stesso la vita delle persone, garantendo l’occupazione, puntando su semplificazioni e controlli e non su deregulation e far west».

Ciafani si riferisce evidentemente anche a quanto detto ieri in un’intervista ad Avvenire dal presidente della Regione Liguria Toti: «Via codice degli appalti, via gare europee, via controlli paesaggistici, via certificati Antimafia, via tutto. Almeno per due anni. Ci sono gruppi affidabili e lavori da fare: partano subito. Serve un modello di ricostruzione post bellico. Rischi? Ci sono e terremo la guardia alta, ma il coronavirus ha alzato la soglia di moralità, la gente ha capito che le cose vanno fatte bene e che le leggi vanno rispettate. Io mi fido».

A Toti aveva risposto subito l’associazione antimafia Libera: «Leggiamo con grade preoccupazione queste parole. Proprio nei momenti di profondo cambiamento e di incertezza le organizzazioni mafiose sono in grado di inserirsi nell’economia legale e conquistare importanti fette di mercato – in particolare nell’edilizia danneggiando i tanti imprenditori, commercianti e lavoratori onesti, già affaticati dalla crisi economica, sanitaria e sociale che stiamo vivendo. Abbiamo visto questo tentativo anche in occasione dei lavori inerenti il Ponte di Genova, dove proprio grazie ai controlli Antimafia si è riusciti a intervenire prontamente. Come ha ricordato ieri il Procuratore Nazionale Antimafia De Raho, in questo momento è importante non fare passi indietro rispetto alle conquiste normative di questi decenni, far rispettare le regole e piuttosto intervenire affinché le fasce di popolazione maggiormente in difficoltà possano avere un più facile accesso al credito e ai servizi di sostegno che lo Stato, le Regioni e gli Enti locali dovrebbero garantire».

Tornando al crollo del ponte di oggi, in una nota congiunta, Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana e Santo Grammatico, presidente Legambiente Liguria, aggiungono: «L’insegnamento del ponte Morandi non è servito evidentemente a nulla. Il ponte crollato oggi ad Albiano Magra, frazione del comune di Aulla in provincia di Massa-Carrara, era sotto osservazione. Stiamo parlando di un nodo cruciale nell’ambito degli spostamenti e dei trasporti e di un tratto strategico che collega la Toscana alla Liguria; senza contare che il ponte si trova in un contesto già critico per il dissesto idrogeologico e per altro di una zona sismica. Per fortuna il lockdown e l’isolamento forzato delle persone nelle proprie abitazioni per via dell’emergenza coronavirus ha evitato il verificarsi di una strage. La vera priorità per il nostro Paese deve essere la manutenzione delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio, non il realizzare grandi e inutili opere. Inoltre è fondamentale che vengano realizzati monitoraggi e controlli capillari su tutto il territorio nazionale».