Disagio abitativo in Toscana, la Regione presenta il nono rapporto
Cispel: «Due miliardi di euro di investimenti nell’edilizia residenziale pubblica per uscire dalla crisi»
[28 Gennaio 2021]
Presentando oggi il Nono rapporto “Abitare in Toscana”, redatto dall’Osservatorio sociale regionale in collaborazione con Anci Toscana e il Settore politiche abitative della Regione, l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli ha sottolineato che «Occorre dare una sempre maggiore centralità al tema della casa, in un anno nel quale si sentiranno in maniera ancora più forte gli effetti recessivi prodotti dall’emergenza Covid. Penso, per esempio alle ricadute che si avranno quando terminerà il blocco degli sfratti. Serviranno perciò risorse e risposte strutturate, anche con modalità straordinarie, che vedano la massima collaborazione ad ogni livello istituzionale tra Governo, Regioni ed Enti locali, insieme alle associazioni e alle categorie coinvolte, per arginare il più possibile le condizioni di disagio e scongiurare l’emergenza abitativa».
Il rapporto evidenza che in Toscana nel 2019 c’erano oltre 2 milioni di immobili residenziali, sono aumentate le compravendite (+1,5) e sono scesi i prezzi (-0,8), mentre i costi degli affitti sono rimasti pressoché stabili egli sfratti sono calati (-12,6% quelli eseguiti).
La Spinelli ha sottolineato che «Il Rapporto presenta le evidenze relative all’anno precedente alla fase emergenziale, ma è una fotografia preziosa della situazione abitativa in Toscana. Servirà come strumento di lavoro per i prossimi mesi, quando i numeri ci restituiranno un quadro, reso ancora più complesso dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia, che ha colpito in particolare le categorie più fragili e allargato la base dei bisogni. Per questo sono e saranno necessari strumenti altrettanto articolati: trovare una risposta adeguata a chi ancora è in attesa di un alloggio Erp e individuare soluzioni di affitto calmierato attraverso interventi di edilizia sociale, per un sostegno mirato a una fascia media impoverita dalla crisi in corso, anche in relazione a piani innovativi di rigenerazione urbana, di sostenibilità ambientale ed energetica, di qualità del vivere e dell’abitare. Con l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e le ripetute chiusure, restare in casa è stata una condizione abituale che ha ancora più reso evidente la condizione di disagio abitativo in cui versano migliaia di famiglie anche in Toscana, in un anno che ha visto ampliarsi la forbice delle disuguaglianze interne alle nostre comunità. Gli effetti di questa situazione potrebbero amplificarsi nel 2021 se cesserà l’utilizzo di alcuni ammortizzatori sociali e non verranno confermate alcune misure ad hoc: nel caso della casa, potrebbe risultare fortemente critico il termine del blocco degli sfratti. Saremo chiamati ad intervenire, oltre per chi si troverà immediatamente in situazione di difficoltà, anche per che vi si potrebbe trovare, cercando di prevenire quelle situazioni di estremo disagio economico che impediscono di far fronte alle spese dell’abitare (affitti, mutui, spese di condominio, spese per bollette e manutenzione degli alloggi) e per le quali si sono già create situazioni di indebitamento. I dati e le informazioni presenti all’interno del rapporto – ci aiuteranno nei prossimi mesi a capire meglio le dinamiche e gli impatti di processi in rapido movimento. Di sicuro le misure di sostegno all’affitto, di contrasto alla morosità incolpevole, di ampliamento e riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale costituiranno le prime solide basi di intervento sul tema dell’abitare, cui andranno aggiunti, soprattutto a livello di governo centrale, tutte quelle iniziative che ci aiuteranno a fronteggiare la probabile ondata recessiva».
In Toscana, il Fondo sociale per l’affitto per il 2019 ha avuto a disposizione risorse pari a poco più di 11 milioni di euro per il Fondo sociale per l’affitto, di cui solo il 6% proveniente da stanziamenti ministeriali del 2019, mentre le restanti quote provengono da Regione, Comuni e residui degli anni precedenti. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale pubblica, il patrimonio ERP è composto da 49.996 alloggi (+ 468 unità rispetto al 2015). Nell’anno 2019 sono entrati a far parte del patrimonio disponibile per la locazione 186 nuovi alloggi già assegnati. Negli ultimi bandi generali emanati dai Comuni toscani sono state presentate complessivamente 19.821, di cui 14.875 ammesse (77,1%). Il tasso di soddisfazione annuale della domanda è stato del 6%, con 1.135 nuove assegnazioni. Per il triennio 2020-2022, la Regione Toscana ha destinato 32,4 milioni di euro per interventi di manutenzione, qualificazione, efficientamento energetico e ripristino del patrimonio ERP.
Secondo Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, «Il rapporto Abitare in Toscana presentato oggi ci dice chiaramente che la crisi sociale, e dunque abitativa, è peggiorata nel 2019, e a causa del Covid si acuiranno anche i dati relativi al 2020. Aumenta la povertà, il mercato degli affitti non è accessibile, le varie forme di disagio si aggravano. In totale, occorrono circa 2 miliardi di euro nei prossimi sette anni per rispondere alle esigenze della domanda. Le risorse ci sono, la professionalità delle 11 aziende del settore (una per provincia più l’Empolese Valdelsa) anche, ma ci vuole un piano che punti a risolvere un problema sociale e che produca effetti ambientali e di ripresa economica».
In Toscana le aziende di edilizia residenziale pubblica sono 11 con circa 400 addetti e un valore della produzione di 103 milioni di euro, ma De Girolamo ha evidenziato che «La risposta al disagio abitativo in aumento è rimasta ferma, per quantità e qualità, alla domanda. In Toscana mancano 11 mila alloggi ERP per soddisfare la domanda inevasa, sono circa 22 mila le famiglie in attesa di una casa popolare, un numero che aumenterà ancora a causa della crisi Covid19. E gli alloggi esistenti, meno di 50 mila, vanno ristrutturati ed efficientati. Occorre quindi una strategia regionale e nazionale all’altezza della più grande sfida sociale degli ultimi anni. Si rende necessaria una svolta nel settore, approfittando della occasione data dal PNRR e dai Fondi Strutturali 2021-27, nonchè dei nuovi strumenti di garanzia messi in campo durante l’emergenza epidemiologica come il Fondo nazionale di garanzia, BDP, SACE e BEI».
Il presidente di Confservizi Cispel Toscana ha concluso: «Le aziende sono pronte. E’ necessario varare un piano per la realizzazione di nuovi alloggi, 20.000, senza consumo di suolo e ad alta efficienza, intervenendo nelle aree pubbliche dismesse, demolendo e ricostruendo gli edifici a fine vita secondo due schemi: uso di fondo perduto (fondi nazionali, parte del PNRR, Fondi Strutturali) e dei prestiti agevolati (parte di PNRR, CDP/BEI) rafforzando la solidità patrimoniale delle aziende con il conferimento della proprietà delle abitazioni e usando tutti gli strumenti di garanzia. Inoltre, per la manutenzione straordinaria si può ricorrere ai fondi regionali e all’ecobonus del 110%. Abbiamo il know how delle aziende, strumenti di finanziamento e garanzie che non avremo in futuro. È il momento giusto per risolvere la piaga del disagio abitativo in Toscana».