Ex miniere di Rio Marina, continua il confronto: botta e risposta tra Sindaco e Legambiente
Comitato Rifiuti Zero: «Miniere di Rio Albano, turismo o rifiuti?»
[23 Marzo 2017]
Rispondendo pubblicamente a una richiesta di chiarimenti – non inviata alla stampa – di Legambiente Arcipelago Toscano su quanto in via di realizzazione nell’area dell’ormai ex Dormentorio, il Sindaco di Rio Marina Renzo Galli scrive: «Legambiente lamenta ora le modalità di esecuzione dei lavori e la realizzazione di una vera e propria discarica con i materiali di risulta che deturpano l’ambiente circostante protetto dal piano del PNAT. Dalle verifiche eseguite in loco dai tecnici comunali non risulterebbe tutto ciò, ma la semplice presenza di un cantiere preposto alla demolizione del precedente fabbricato e alla sua riedificazione senza aggiunte volumetriche».
In realtà Legambiente scriveva al Sindaco: «ci è stato segnalato – attraverso le foto che alleghiamo – che nell’area dei lavori in corso al Dormentorio, nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Comune di Rio Marina e i n Zona Zsc e Zps Elba Orientale, erano in corso grossi spostamenti di terra, ci siamo recati sul posto ed abbiamo potuto verificare che: accanto a dove è stato abbattuto il Dormentorio ed è stata realizzato un grande escavo e una platea di cemento, ci sono alcuni grossi sacchi bianchi per il conferimento dei detriti di cantiere, ma la gran parte dello scavo, comprese macerie ed altri materiali sono stati sversati ed accumulati nella piccola scarpata ad est dell’ex edificio, interessando la vegetazione presente e senza nessun tipo di contenimento. Inoltre sembrerebbe sia stata aperta nella vegetazione una traccia per consentire il passaggio di diversi cavi». Quindi Legambiente chiedeva, come sempre in queste occasioni, delucidazioni al Sindaco e al Parco.
Il Cigno Verde isolano ne approfitta a sua volta per assestare una beccata al Galli: «Dalla risposta risulta chiaro che il Sindaco Galli ha approfittato artificiosamente di una semplice richiesta di chiarimenti di Legambiente per sollevare una polemica che in realtà riguarda esclusivamente il Piano del Parco e una sua idea di sviluppo che ci pare molto datata, ma fatta passare per “sviluppo sostenibile”, formula ormai usata anche per perorare l’insostenibile. Per il resto, lasciamo a chi avrà voglia di guardare le foto inviateci – che a questo punto rendiamo note – di valutare se lo spostamento di terra e macerie realizzato abbia avuto o meno un impatto sulla vegetazione protetta e sul territorio di quello che comunque sarebbe un Parco Nazionale».
Intanto, per quanto riguarda la vicenda della “bonifica” dei Laghetti rossi, a Legambiente arriva il sostegno del Comitato Elba Rifiuti Zero.
Il Comitato evidenzia che «Oltre alle innumerevoli discariche abusive, di cui altrettanti innumerevoli cittadini si fanno promotori, sembra stia nascendo una nuova discarica in uno dei simboli dell’Elba: la Miniera di Rio Albano!»
La portavoce di Elba Rifiuti Zero, aggiunge: «Con “grande stupore” la prima volta che le visitai scoprii l’esistenza di discariche di rifiuti urbani risalenti a molti anni fa, che ancora persistono a fare da contorno ai sentieri percorsi dai turisti che riescono ad entusiasmarsi alla bellezza paesaggistica malgrado la loro presenza. Con “immenso stupore” sono tornata a rivisitarla e ho scoperto che ne sta nascendo una nuova, adiacente alla vecchia, in uno dei posti più fotografati e reclamizzati del Parco Minerario e Parco dell’Arcipelago Toscano, presente su cartoline e siti web di promozione turistica: il cosiddetto ‘laghetto rosso’, il primo, quello che anche i meno temerari scoprono perché di facile accesso. Con “incontenibile stupore” ho appreso che quel nuovo ammasso di terra mista a rifiuti servirebbe a bonificare un inquinamento non meglio precisato».
Il Comitato sottolinea che «L’area della miniera ha bisogno sicuramente di una bonifica, ma riguarda le discariche, non certo l’ambiente circostante, che dopo essere stato devastato dall’attività mineraria, si è rinaturalizzato creando un ambiente unico, affascinante, abitato da diverse specie animali. Dai documenti e dagli studi fatti non si evince un inquinamento che giustificherebbe l’eliminazione di un evento naturale come l’accumulo di acqua piovana favorito dal terreno impermeabile, che quindi per sua stessa natura non provoca alcuna dispersione se non l’evaporazione della stessa. L’inquinamento da percolato invece, provocato dalla discarica, persiste da decine di anni. La stessa Arpat, commissionaria dello studio geologico nel 2011, non ha espresso parere favorevole al “progetto di bonifica” presentato alla Conferenza dei Servizi di dicembre 2016 giudicandone la riuscita al 50%. Dalla lettura dello studio non si evincono dati allarmanti circa la concentrazione di metalli, presenti evidentemente in una miniera metallifera! L’eventuale individuazione di “pericoli per la salute dei frequentatori e per il territorio” avrebbero dovuto comportare il divieto assoluto di accesso all’area, mentre i sentieri del Parco sono frequentati da camminatori e ciclisti. Non concordiamo assolutamente su cosa significa bonificare!»
Per questo il Comitato Elba Rifiuti Zero raccogle «l’appello di Legambiente, condividendone scopi e metodi, fatto alle istituzioni, Parco compreso, affinché si faccia luce sulle reali intenzioni di utilizzo finale del Parco Minerario di Rio Marina, che a tutti gli effetti sembra voglia essere smantellato, e sulla corretta gestione dei rifiuti di cui la nostra isola ha bisogno per potersi annoverare tra le isole più belle e accoglienti che il panorama turistico italiano possa offrire!»