Il Consiglio regionale approva la nuova legge sugli impianti di radiocomunicazione
Approvate a maggioranza, con il voto contrario della Lega, le modifiche alla legge regionale
[13 Marzo 2024]
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato con 19 sì, 5 no e 8 astensioni e la nuova legge regionale di modifica della disciplina in materia di radiocomunicazione. Approvato a maggioranza anche un ordine del giorno presentato dalla capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti e respinti spinti due emendamenti presentati dalla Lega per rafforzare ulteriormente la discrezionalità dei Comuni.
I 20 articoli del provvedimento sono stati illustrati dalla presidente della commissione ambiente e territorio, Lucia De Robertis (Pd), e modificano la legge regionale 49 del 2011, adeguandola alle novità apportate in questi anni al Codice delle Comunicazioni elettroniche, ad esempio in tema di microimpianti.
La De Robertis ha sottolineato che «Lo spazio che le Regioni hanno è molto limitato e l’azione si inserisce in un quadro complesso nel quale si deve tenere conto della necessità di colmare il digital divide e assicurare la salvaguardia della salute e dell’ambiente».
La nuova norma introduce degli obiettivi per assicurare un servizio migliore; promuove sistemi informativi a supporto della qualità delle comunicazioni e della copertura di reti a banda larga e dei servizi che utilizzano tali reti, con livelli elevati di qualità; semplifica gli adempimenti amministrativi a carico dei gestori dei servizi di rete e telefonici; tra le finalità della legge, le nuove diposizioni a sostegno dei Comuni, con la definizione di nuovi criteri per agevolare la predisposizione e l’adozione del programma comunale delle infrastrutture, strumento utile per favorire la migliore localizzazione degli impianti nel territorio: potrà individuare le zone preferibili e quelle non idonee all’installazioni degli impianti; il programma potrà essere costruito anche attraverso processi partecipativi; sarà implementato il catasto regionale degli impianti e delle infrastrutture; il consolidamento della funzione programmatoria dei Comuni e l’introduzione di una nuova sanzione amministrativa pecuniaria sull’intralcio alle funzioni di controllo.
La De Robertis ha ricordato che «Un tema è stato quello dell’esclusione dei cosiddetti microimpianti dai piani strategici degli operatori, da realizzare solo se collocati su infrastrutture portanti già esistenti».
Durante l’iter della legge, tra audizioni e approfondimenti, la commissione ambiente ha approvato anche due emendamenti presentati dalla presidente che puntano a chiarire meglio il concetto di aree non idonee all’installazione delle antenne e a introdurre in legge una clausola valutativa che, entro il 31 maggio 2025, consenta di misurare l’impatto del provvedimento sul territorio.
Massimiliano Baldini (Lega), ha detto che «Il tema è particolarmente importante, molto sensibile, le comunità sono abituate a confrontarsi sul territorio» e ha sottolineato «Quanto a tutti oggi da Assotelecomunicazioni Asstel di Confindustria (l’associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta la filiera delle telecomunicazioni, ndr), dove si mette in evidenza che per le imprese associate le norme presentino profili di significativa criticità, come da loro evidenziato nell’audizione in commissione e con le osservazioni. Si chiede un rinvio a una valutazione più attenta degli elementi. Da parte nostra, abbiamo cercato di mettere particolare attenzione alle competenze dei Comuni: la sensazione è che vi sia soprattutto un limite, dovuto al fatto che una presenza pregnante da parte della Regione, che va a intervenire sui Comuni, sia sostanzialmente limitativa di prerogative importanti sia a tutella della salute dei cittadini, sia dei valori dell’ambiente e del paesaggio e degli interessi degli operatori privati. C’è la necessità di intervenire per assicurare pari opportunità in tutti i territori. I nostri emendamenti tendono a garantire la competenza comunale, perché a nostro giudizio i Comuni hanno la maggiore capacità di intervenire, mediando tra gli interessi contrapposti».
La De Robertis ha replicato: «Abbiamo ampiamente dato risposta alle osservazioni, non riteniamo necessario rinviare il provvedimento» e la maggioranza ha respinto gli emendamenti della Lega perché avrebbero snaturato lo spirito della legge.
Annunciando l’astensione del SUO gruppo sulla legge, il vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), ha evidenziato che «La discussione in commissione è stata molto articolata e il documento arrivato da Asstel ripropone una questione molto complessa che da anni attanaglia il nostro Paese, dove si fanno le gare, si prendono le concessioni, poi le si sviluppano solo dove è economicamente conveniente. Per noi, la copertura del segnale, che risponde al concetto di servizio pubblico, è il carattere politico più rilevante ed è rimasto parzialmente irrisolto, perché gli uffici della Regione ci hanno detto che non esiste uno strumento per costringere gli operatori ad andare a coprire quelle aree che non sono appetibili, in ossequio al principio della libera concorrenza. La stragrande maggioranza dei Comuni i Piani non li ha fatti, mancando delle professionalità necessarie. Lo sviluppo dei sistemi digitali prevede l’installazione di altre settemila antenne in Toscana, più di centomila nel Paese). Non lasciamo soli i sindaci».
La Galletti ha illustrato il suo ordine del giorno, poi emendato e approvato a maggioranza, e annunciato l’astensione del gruppo M5S sulla nuova legge: «Affrontiamo una direttiva già datata, grandi sviluppi tecnologici sono ancora in corso. Si dovrebbe cercare di riarmonizzare e aggiornare la disciplina per dare a tutto il territorio toscano le infrastrutture digitali adeguate e necessarie. Sarà utile rivedere e aggiornare questa legge nel tempo. Il nostro ordine del giorno chiede che ci siano finanziamenti ulteriori rispetto a quelli in essere. I pilastri che dobbiamo garantire sono la valutazione dei rischi per la salute, la garanzia di sicurezza degli impianti di radiocomunicazione; il controllo e monitoraggio per verificare periodicamente le emissioni elettromagnetiche, per il quale servono risorse; la consultazione e partecipazione pubblica, per scongiurare eventualità che una infrastruttura così importante venga rigettata; anche per questo servono risorse».
Anche Elisa Tozzi (FdI) ha ribadito «L’importanza di rimarcare come ancora oggi troppi Comuni toscani si trovino ancora purtroppo nelle cosiddette zone bianche, prive di questi servizi. Serve un monitoraggio costante e un supporto ai Comuni».
L’assessore regionale alle infrastrutture digitali, rapporti con gli enti locali e sicurezza, Stefano Ciuoffo (PD) si è complimentato per «Il lavoro svolto dalla commissione, con un confronto attento e l’ascolto di tutte le categorie economiche. Credo che il confronto abbia chiarito le motivazioni anche di ciò che non è stato accolto. Asstel rappresenta gli interessi di operatori di un settore, dove la libertà d’impresa è enorme. La libertà d’impresa deve operare a mio giudizio entro regole certe, dove l’interesse primario è quello dei cittadini. Giusto dare ai Comuni la possibilità di escludere alcune aree. Ai gestori non piace che questa norma indichi un loro obbligo di utilizzo di uno spazio assegnato, ma credo che sia un criterio di buon senso».