Il costo ecosistemico del porticciolo di Cecina

Perché non prendere in considerazione di effettuare delle valutazioni mirate sulle cause dell'erosione a Cecina?

[29 Gennaio 2024]

All’inizio del 2023 Legambiente Costa Etrusca scriveva sul porto di Cecina  : invertiamo la rotta!?

«Il costo ecosistemico del porticciolo di Cecina: per i cittadini cecinesi, toscani ed italiani….

perché infine saranno loro nell’ordine di cui sopra a doversi far carico e pagare per  una scelta egoistica, megalomane ed economicamente insostenibile come  dimostrano concretamente le problematiche intorno al porto fin qui avvenute; una scelta fatta da  poche persone a cui gli Amministratori  comunali, provinciali e regionali non hanno saputo costruttivamente opporsiz.

Le ultime vicende giudiziarie non fanno che confermare quanto sopra, e si corre il rischio di continuare ancora per anni ed anni a rincorrere un sogno fallimentare.

Quali sono gli effetti delle scelte portate avanti fin’ora:

1 Paralisi dell’area del porto ed attigua

2 blocco dell’aggiornamento-adeguamento della viabilità , perché in teoria , sarebbe stata  la società Porto spa a doverne sostenere le spese, come per i 200metri di argine sinistro dopo il ponte lato mare e  lo stesso ponte di via Volterra, nel rispetto degli accordi sottoscritti per avere i permessi di inizio lavori, e dunque nessuno: Comune, Provincia, Regione ci mette mano.”

Oggi a fine gennaio 2024 a che punto siamo? Salvo per i 200 metri di argine sinistro che infine sono stati stralciati dagli accordi con Porto di Cecina spa , dovrebbero a breve iniziare i lavori ( con i soldi pubblici , come suggerivamo da anni perché era ed è un’urgenza di messa in sicurezza del quartiere di Cecina Marina)  per il resto da quel che sappiamo la situazione è ferma ed in mano al tribunale.

E, ancora, scrivevamo ad inizio 2023:

«3 l’erosione costiera in particolare al Tombolo sud di Cecina e a nord del Comune di Bibbona si è evidenziata dopo la realizzazione della diga foranea del porto, il mare si è mangiato decine e decine di metri di pineta oltre la spiaggia , facendo crollare anche le dune alte 3 metri con i pini che c’erano sopra…»

Con l’ipotesi di protezione della spiaggia messa in campo dalla Regione attraverso la creazione di una serie d’ isolotti di cui fin’ora solo il primo è stato realizzato (costo circa  800.000 eu.

Cadauno ) quanti isolotti ci vorranno? quanti soldi?? , se succedesse come a Rimini  dove le prime barriere simili agli isolotti non sono bastate, ma , hanno solo spostato l’erosione richiedendo la costruzione di altre barriere …arriveremo a fare isolotti fino a Baratti ?…solo perché lì  finiscono le spiagge e comincia la parete rocciosa.

Perché non prendere in considerazione di effettuare delle valutazioni mirate  sulle cause dell’erosione a Cecina partendo dagli studi che adesso ci sono, fatti fare dalla Regione ad ARPAT, ISPRA, LAMMA, ecc.?  come emerso nel convegno sull’erosione costiera organizzato dalla Regione e tenutosi  a  San Rossore in ottobre 2022 , dopo quello tenutosi a Bibbona in giugno 2022 ed organizzato da Legambiente.

Nel caso si individuasse che è la diga foranea , che si spinge in mare per circa 400 metri , la causa dell’erosione esponenziale che si  verifica a partire dal 2015 ,dopo la sua costruzione nel 2012,  bisognerebbe avere il coraggio di valutare la possibilità di riportarla a dimensioni e forma più consone al mare ed al fiume, o no?

Quali potrebbero essere le conseguenze economiche ed ecosistemiche ?

1 il rischio maggiore : la riduzione del numero di giorni-anno che non sarebbe possibile

alle imbarcazioni entrare ed uscire dal porto.

2 La dimensione delle imbarcazioni che non potrebbero avere più accesso al porto

3 chi sarebbe danneggiato da queste modifiche? , quanto sarebbe il loro costo ?.

Partire da dati matematici e scientifici permetterebbe anche di quantificare danni e benefici magari guardando in ottica non campanilistica la presenza , a poche miglia nautiche, di un altro porto : quello di Rosignano. ”

Ricordiamo che sul porto di Cecina ci fu in particolare un’ incontro di presentazione dell’opera avvenuto c/o l’Aditorium di via Verdi dove se ne magnificavano le qualità

, in quell’occasione venne detto che  erano stati prodotti ben 4 o 5 studi di fattibilità da diverse università italiane e nessuna aveva dato pareri negativi…da alcuni anni Legambiente Costa Etrusca ha chiesto , più volte, alle direzioni della Porto spa di fornirci questi studi od in alternativa ( li avessero persi ) di darci l’autorizzazione per poterli richiedere alle università….mai avuto una risposta, né una domanda.

Infine nel dicembre U.S. Abbiamo ripresentato la domanda con i riferimenti legali per cui dovrebbero consegnarci la documentazione…ma scaduti i termini ,sempre silenzio da parte loro.

Perché non ce li danno?? Sarà vero che tutti gli studi di fattibilità non ponevano problemi sulle conseguenze di una simile opera alla foce di un fiume??

 

di Angelo Ferrara

Presidente Legambiente Costa Etrusca