Dalla Regione Toscana risorse per 2,5 mln di euro
L’Università di Firenze studia come difendere Marina di Pisa dall’erosione costiera
Monni: «Al più presto condivideremo i risultati dello studio con l’Amministrazione comunale e con le cittadine e i cittadini»
[5 Dicembre 2022]
Grazie a risorse pari a 2,5 mln di euro stanziate dalla Regione Toscana, l’Università di Firenze sta studiando come contrastare l’erosione costiera a Marina di Pisa.
Per farlo, nel laboratorio Dicea della facoltà di Ingegneria sono stati ricreati i fondali e la spiaggia di Marina di Pisa, e grazie ad un generatore di onde, è stato verificato come si comportano rispetto alle mareggiate: in questo modo si potranno individuare soluzioni progettuali sempre più efficaci nella difesa di quel tratto di costa.
«Al più presto condivideremo i risultati dello studio con l’Amministrazione comunale e con le cittadine e i cittadini di Marina di Pisa», commenta l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, che ha voluto incontrare il laboratorio guidato da Lorenzo Cappietti e il suo staff, per partecipare allo simulazioni in laboratori e per approfondire lo studio.
«La foto con cui è iniziata l’illustrazione del progetto di ricerca è di una potenza incredibile – dichiara Monni – e mostra come la linea di costa, alla foce dell’Arno, sia spezzata. In riva destra, a San Rossore e quindi in area non edificata, la costa è arretrata di oltre 2 chilometri; in riva sinistra, grazie agli interventi di difesa che sono stati realizzati nel corso degli ultimi 100 anni, Marina di Pisa resiste all’erosione. Oggi possiamo dire di aver compiuto un passo ulteriore. Il progetto, che ha l’ambizione di contenere l’avanzata del mare verso Marina, prende forma dentro al laboratorio di costruzioni idrauliche e marittime Dicea UniFi, dove lo staff del professor Lorenzo Cappietti ha ricreato le dinamiche del mare e la sua azione sui fondali e su questo tratto di costa. Questo ci ha permesso di vedere, misurare e prevedere gli effetti delle opere di difesa che adesso progetteremo, consentendoci di massimizzarne l’efficacia».