Riprendono i lavori dell’Osservatorio regionale del paesaggio della Regione Toscana
Ferruzza: modellare paesaggi puliti, partecipati, armonici e intimamente vocati alla pace tra i popoli»
[14 Marzo 2022]
Oggi, in concomitanza con la Giornata nazionale del paesaggio, riprendono il lavori dell’Osservatorio regionale del paesaggio della Regione Toscana e Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, ha commentato: «Siamo lieti che oggi si riunisca finalmente l’Osservatorio Regionale del Paesaggio, dopo qualche mese di interruzione, con una compagine rinnovata e motivatissima.
Come Legambiente, non possiamo che augurare agli uffici della Regione Toscana e a tutti i componenti l’Osservatorio un proficuo lavoro di squadra e un’ottima intesa per i prossimi mesi. Il periodo, reso ancora più lugubre dalla deflagrazione della guerra in Ucraina, è certamente difficile. Prima la pandemia, il tentativo di ripartire con lo storico esito di Next Generation EU e quindi il nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E ancora: gli esiti drammatici dell’ultimo Rapporto IPCC, che ci consegna un’urgenza assoluta nelle modalità e nella tempistica con cui dovremo attuare la rivoluzione energetica necessaria per la transizione ecologica dei prossimi anni. Come se non bastasse, la nostra dipendenza dal gas russo (quotata al 37%), ci obbliga a fare le cose già ipotizzate qualche mese fa, in regime di emergenza. Presto e bene, ci verrebbe da dire.
Questo avrà certamente ripercussioni sui nostri territori. Per questo, non possiamo agire passivamente di fronte alla vastità dei problemi che abbiamo davanti a noi. Si tratta di progettare, tutti assieme, con la massima partecipazione civica e con rinnovato spirito di collaborazione, un nuovo paesaggio. Un paesaggio che dovrà da un lato “depurarsi” da tutte le ciminiere e da tutti i “Moloch” del vecchio modello di sviluppo lineare (preleva-usa-getta), e dall’altro dotarsi di nuove architetture. La rivoluzione delle fonti rinnovabili di energia e dell’economia circolare attende infatti una sua traduzione qualitativa, in termini di buona pianificazione e progettazione.
Non è più semplicemente una questione percettiva, è una questione etica di prima grandezza, perché ne va della sopravvivenza della nostra specie su questo pianeta. I paesaggi che dovremo “modellare” nei prossimi anni dovranno essere puliti, partecipati, armonici col contesto e intimamente vocati alla pace tra i popoli».