«Solo 500 edifici pubblici messi in sicurezza antisismica»
Terremoti e inondazioni, in Toscana è record nazionale di sfollati
Normative all’avanguardia, ma ancora non basta. Geologi: troppe opere ingegneristiche e poca prevenzione
[26 Gennaio 2015]
«La Toscana, nel panorama nazionale, è una delle regioni geologicamente più fragili, con ampie porzioni di territorio soggette a rischio idrogeologico, a rischio sismico e non di rado ad entrambi». Maria Teresa Fagioli, presidente dell’ordine dei geologi della Toscana, commenta così i dati diffusi nell’ultimo “Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni“, fonte Irpi-Cnr. La Toscana, in effetti, ne esce abbastanza ammaccata.
Con 35 località colpite e 5 morti, la Toscana è stata tra le Regioni italiane maggiormente interessate dagli effetti dei disastri provocati da frane e inondazioni nel 2014, segnando record certo non da vanto. «Siamo primi – sottolinea Fagioli – fra le regioni Italiane per numero di sfollati nel 2014, sono stati oltre 2.000, e secondi nel periodo dal 1964 al 2013, oltre 67.000 con anche 134 morti. Dal punto di vista sismico la situazione non è migliore. Su un totale di 287 comuni 92 sono ad alto rischio, 164 a rischio medio solo 24 sono a basso rischio (delibera GRT n.421 del 26/05/2014)».
Il primo problema per una volta non sono però le normative, sia per quanto riguarda il rischio idrogeologico che quello sismico. Per quanto riguarda in particolare i terremoti – l’ultimo ha scosso l’Appennino solo venerdì scorso – la Toscana è stata la prima regione ad attivarsi sin dal 1997 con il programma VEL, il programma regionale di Valutazione degli Effetti Locali nei centri urbani, edifici strategici e rilevanti. È stato analizzato in dettaglio il rischio sismico dei centri abitati più esposti, e la Toscana è stata una delle prime regioni ad avviare la redazione delle carte di microzonazione sismica. «Nonostante ciò, ancora oggi nella nostra regione il numero di edifici strategici come scuole, municipi, caserme, ospedali, messi in sicurezza è esiguo. A fronte di un totale di diverse migliaia, solo su 1.500 sono stati effettuati gli studi geologico sismici e di questi solo 500 sono stati messi effettivamente in sicurezza».
Anche nei confronti del rischio idrogeologico, che nella nostra Regione è quanto mai significativo, la Toscana «è messa sicuramente molto meglio di altre realtà», ma è l’approccio all’azione a rimanere indietro. Si preferisce in genere l’approccio prevalentemente ingegneristico – «e neppure sempre di qualità, Torrente Carrione docet» – piuttosto che uno multidisciplinare, basato sulla prevenzione. Il primo agisce ex-post, a danno compiuto, mentre l’altro permette di agire a monte, con costi minori e maggiore efficienza. Il risultato della scelta si sintetizza in pieno nel numero di edifici pubblici messi in sicurezza sul territorio: «A fronte di un totale di diverse migliaia tra scuole, municipi, caserme, ospedali, solo su 1.500 sono stati effettuati gli studi geologico sismici e di questi solo 500 sono stati messi effettivamente in sicurezza». Per cambiare davvero passo sui rischi legati al territorio dobbiamo ripartire da qui.