Giornata internazionale della donna: «Il momento è ora», trasformare in azione la spinta globale per i diritti delle donne
La cultura della povertà, dell'abuso e dello sfruttamento di genere deve finire con una nuova generazione di uguaglianza duratura
[8 Marzo 2018]
Quest’anno, la Giornata internazionale della donna arriva in un momento cruciale, e con un’ondata di attivismo femminile e femminista – dal movimento #MeToo a #TimesUp e oltre – che mette in luce quanto ancora siano radicate l’oppressione e la discriminazione.
Nel so messaggio per l’( marzo il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha ricordato che «Le disuguaglianze storiche e strutturali che hanno permesso all’oppressione e alla discriminazione di prosperare sono venute alla luce come mai prima. Dall’America Latina all’Europa, all’Asia, ai social media, ai set cinematografici, in fabbrica e nelle strade, le donne chiedono un cambiamento duraturo e tolleranza zero per violenza sessuale, molestie e discriminazioni di ogni tipo. Raggiungere l’uguaglianza di genere e dare più forza a donne e ragazze è l’impresa incompiuta del nostro tempo e la più grande sfida dei diritti umani nel nostro mondo. L’attivismo e la difesa di generazioni di donne hanno dato i loro frutti. Ci sono più ragazze a scuola che mai; più donne stanno facendo lavoro retribuito e hanno ruoli senior nel settore privato, accademico, politico e nelle organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite».
Ma, come conferma oggi anche il rapporto “World Employment and Social Outlook: Trends for Women 2018 – Global snapshot” dell’International labour organization (Ilo), il livello di occupazione delle donne – 48,5% nel 2018 – è ancora inferiore del 26,5% a quello degli uomini. Inoltre, il tasso di disoccupazione mondiale delle donne per il 2018 – il 6% – è approssimativamente dello 0,8% più elevato di quello degli uomini. Deborah Greenfield, direttrice generale aggiunta dell’Ilo, spiega che «In totale, questo vuol dire che per 10 uomini che hanno un lavoro, solo 6 donne ne hanno uno, Nonostante i progressi registrati e gli impegni presi per continuare a progredire, le prospettive delle donne al lavoro sono lontane dall’essere equivalenti a quelle degli uomini».
Il rapporto Ilo evidenzia delle «Nette disparità in funzione del livello di ricchezza dei Paesi». Per esempio, nei Paesi sviluppati i livelli di disoccupazione di uomini e donne sono relativamente vicini e in Europa Orientale e America del Nord le donne hanno livelli di disoccupazione inferiori a quelli degli uomini. Ma in posti come i Paesi arabi e l’Africa settentrionale l i livelli di disoccupazione tra le donne sono due volte maggiori che di quelli – già elevati – tra gli uomini e questo a causa di norme sociali che continuano ad impedire l’accesso delle donne a un lavoro remunerato.
L’Ilo fa un altro esempio: «Il divario tra i livelli di impiego tra uomini e donne si restringe nei Paesi sviluppati e nei Paesi in via di sviluppo, mentre continua ed ampliarsi nei Paesi emergenti. Però, questo potrebbe essre solo il riflesso del numero crescente di giovani donne che in quei Paesi entrano nell’istruzione formale, il che ritarda il loro ingresso sul mercato del lavoro».
L’Onu ricorda che oltre un miliardo di donne non ha protezione legale contro la violenza sessuale domestica; nel prossimo decennio milioni di ragazze subiranno mutilazioni genitali; e la rappresentanza delle donne nei Parlamenti si attesta a meno di un quarto ed è persino più in basso nei consigli di amministrazione. «Laddove esistono leggi, sono spesso ignorate e le donne che perseguono un risarcimento legale vengono messe in dubbio, denigrate e licenziate», ha detto Guterres facendo anche autocritica: l’Onu dovrebbe dare l’esempio al mondo, ma non è sempre così.
Il segretario generale dell’Onu ha sottolineato che «La disparità di genere e la discriminazione contro le donne ci danneggiano tutti. L’uguaglianza di genere non è un favore alle donne, ma una questione di diritti umani nell’interesse di tutti. Investire nelle donne fa crescere comunità, aziende e Paesi. La partecipazione delle donne rende più forti gli accordi di pace, le società più resilienti e le economie più vigorose, La discriminazione nei loro confronti è dannosa per tutti».
Phumzile Mlambo-Ngcuka, direttrice esecutiva di UN Women ha detto che quello a cui assistiamo oggi è una forte unione delle donne in tutto il mondo che dimostrano di poter parlare con una sola voce e che «chiedono opportunità e responsabilità, attingendo dalle reti di base e alle coalizioni che si estendono fino alla leadership di governo».
Mlambo-Ngcuka ha ricordato leader femministe come la pakistana Asma Jahangir, ambasciatrice di buona volontà dell’Onu, o la gambiana Jaha Dukureh che sta guidando la lotta delle donne africane. «Ci congratuliamo con le donne che sono andate al Tribunale penale internazionale, dove le loro testimonianze hanno permesso di condannare coloro che hanno usato lo stupro come arma di guerra. Celebriamo gli attivisti che hanno fatto campagna per la parità di diritti per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, e riconosciamo coloro che hanno sostenuto la riforma legale. Per sostenere e dettare l’agenda, il movimento femminista deve continuare ad aumentare la sua diversità, compresi i giovani uomini e i ragazzi, che impareranno a valorizzare e rispettare le donne e le ragazze e a cambiare il modo in cui gli uomini si comportano».
Gli stereotipi sulle donne sono duri a morire e influenzano il modo in cui le persone vengono valutate, quindi il modo in cui il movimento delle donne in grado di affrontare questi problemi è fondamentale, «Ma abbiamo anche bisogno di un movimento di femministe – ha detto la direttrice esecutiva di UN Women . come mezzo per cambiare il modo in cui le donne vengono ascoltate e viste. Le attiviste di oggi devono rafforzare coloro che hanno maggiori probabilità di essere lasciati indietro, la maggior parte dei quali sono donne, come rivela il nostro ultimo rapporto, “Turning Promises into Action “.
La Mlambo-Ngcuka ha chiesto «Un più forte sostegno all’attivismo politico delle donne e uno spazio più ampio per le loro voci della società civile, poiché uno sforzo congiunto indirizzerà meglio coloro che hanno maggiore bisogno di cambiare. La cultura della povertà, dell’abuso e dello sfruttamento di genere deve finire con una nuova generazione di uguaglianza duratura».