Rifiuti: contro gli smaltimenti illegali serve cooperazione tra istituzioni, utility e controllori
I risultati di una ricerca tutta italiana realizzata integrando dati del Corpo Forestale e di Ispra
[16 Marzo 2018]
La ricerca di Alessio D’Amato, Massimiliano Mazzanti, Francesco Nicolli e Mariangela Zoli dal titolo ‘Illegal waste disposal: Enforcement actions and decentralized environmental policy’, in pubblicazione sulla rivista Socio-Economic Planning Sciences, analizza sotto una prospettiva macroeconomica con dettaglio geografico le interazioni tra politiche nel campo dei rifiuti, smaltimento illegale degli stessi, e azioni di enforcement da parte del Corpo Forestale dello Stato, oggi integrato nell’Arma dei Carabinieri. Lo studio presenta tre fattori di interesse.
Per quello che riguarda i risultati del lavoro empirico, che utilizza un dataset longitudinale 2005-2010 delle Province italiane integrando dati del Corpo Forestale e di Ispra, si evidenziano tre risultati: (i) politiche più costose e rigide nel campo dei rifiuti possono incrementare fenomeni di smaltimento illegale volti a ridurre i costi (un fenomeno noto come midnight dumping): un aumento dell’ecotassa, ad esempio, aumenta l’incentivo a risparmiare sui costi da parte di chi conferisce i rifiuti, e dunque cresce la necessità di realizzare controlli o azioni similari; (ii) di conseguenza, seguendo una nota ‘legge’ di politica economica, presentandosi due obiettivi sociali (gestione dei rifiuti, prevenzione, recupero e riduzione dei fenomeni illegali), devono essere utilizzati due strumenti di politica: è necessario pensare sinergicamente l’azione di controllo sui reati ambientali e la strategia di politica dei rifiuti. Sinergie che riguardano anche la necessaria cooperazione tra istituzioni diverse: le suddette azioni di politica/controllo sono di interesse di istituzioni diverse (quindi è utile la cooperazione tra Comuni, utility e Carabinieri); (iii) i controlli esercitati dal Corpo Forestale, secondo l’analisi empirica, sono efficaci solamente se molto intensi. Gli effetti dei controlli sul numero di violazioni sono tuttavia molto non lineari e da approfondire con nuovi dati e maggiori anni a disposizione nel futuro.
In secondo luogo, come in altri contributi del team Seeds, si tenta di evidenziare l’importanza delle sinergie tra ricerca applicata e produzione di dati da parte delle istituzioni pubbliche. Spesso l’Italia produce dati di grande interesse nel campo ecologico-economico, che devono essere valorizzati anche al fine di generare risultati di interesse per le politiche. La sinergia presenta fruttuose complementarietà. La stessa produzione di dati può essere ‘migliorata’ seguendo spunti provenienti dal mondo della ricerca applicata, che può suggerire nuove ed opportune modalità di rilevazione. Rimane in ogni caso molto importante per la ricerca di economia ecologica la produzione di dati con dettaglio geografico e settoriale osservati per più anni nel tempo.
Come terzo punto, la sinergia tra ricerca e attività di produzione dati e valutazione delle politiche è specialmente importante nei paesi, come l’Italia, dove la decentralizzazione delle competenze su temi economici, fiscali, ambientali è ampia. Le Regioni e i Comuni svolgono spesso il ruolo di decisori e attuatori delle politiche. Il campo dei rifiuti e dell’economia circolare è uno di questi, forse il principale. È quindi assolutamente rilevante, per fornire all’opinione pubblica una valutazione della performance delle politiche informata anche da supporti scientifici, monitorare – intervenendo in tempo e con cognizione delle criticità – eventuali pericolose divergenze delle suddette performance tra le zone geografiche del Paese.